Alzi la mano chi, nella calura insistente degli ultimi giorni, tra gli spifferi e il via vai di voci di calciomercato, non si è immaginato per un istante Belotti e Balotelli insieme, coppia d’attacco atomica del Torino 2018/19. L’arrivo in granata di Super Mario, in uscita dal Nizza, formazione in cui ha risalito la china calcistica dopo i passaggi a vuoto tra Liverpool e Milan, sembra però un miraggio destinato a sciogliersi al sole.
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Il Toro e il ruolo di vice-Belotti: lo può fare Niang, ma se parte…
Il Gallo resta il totem dell’attacco granata. Ma serve una punta in grado di dargli il cambio e all’occorrenza giocare al suo fianco.
Come riportato dalle pagine di Toro News, limiti tattici, caratteriali e soprattutto economici rendono l’affare poco più di una suggestione. I cinque milioni di ingaggio percepiti in Francia sono un elemento oggettivo su cui c’è poco da discutere. Dal punto di vista squisitamente calcistico, l’unico che può permettersi di rilanciare su una possibile coesistenza in campo del capitano del Toro e dell’ex enfant prodige cresciuto all’Inter, è al momento Roberto Mancini, già mentore di Balotelli in nerazzurro. Nazionale permettendo, sarà lì che i destini del Gallo e di Super Mario si potranno incontrare.
Se è vero che secondo Cairo “in attacco siamo al completo”, addirittura troppi per il credo mazzariano, è altrettanto vero che Petrachi stesso non fa mistero dei canali aperti in ordine sparso per la cessione di Niang. E ammette il DS: se arriva l’offerta giusta, può partire. L’attaccante senegalese, di ritorno da una magra campagna di Russia con la sua nazionale, dopo aver sfiancato in pochi mesi la fiducia dei tifosi granata con prestazioni a tratti grottesche, resta però al momento l’unica alternativa al centro dell’attacco granata.
Se la tanto attesa offerta per Niang non dovesse arrivare, servirà una robusta cura ricostituente prescritta da Mazzarri per riportare le lancette del giocatore ai bei tempi del Genoa, adattarlo spesso al ruolo di subentrato e renderlo finalmente decisivo all’evenienza. Con Mihajlovic il Toro ha già provato sulla sua pelle cosa vuol dire restare senza Belotti e senza un degno vice Belotti. Niang a parte, il rischio è di bruciare un altro Sadiq sulla via dell’azzardo, buttando malamente nella mischia il promettente moldavo VitalieDamascan, quest’anno destinato per logica a una maturazione dettata dalla spola tra primavera e prima squadra.
A scaldare tiepidamente gli animi dei tifosi resta il nome di Simone Zaza, cavallo di ritorno dall’esperienza spagnola al Valencia. L’ex Sassuolo - e sì, Juventus - è il nome che da un mese a questa parte viene accostato al Toro per riequilibrare l’attacco granata in caso di un Niang ai saluti. Certo più propenso al gioco di squadra, la figura di Zaza potrebbe meglio coesistere con il totem Belotti. "Non ho mai contattato Zaza", ha precisato il ds Petrachi a SportItalia pochi giorni fa, ammettendo però l'ottimo potenziale, in linea teorica, della coppia con il Gallo. A pochi giorni dalla fine del mercato, il pianeta Toro aspetta di capire chi, oltre al Gallo, dovrà garantire reti e muscoli lì davanti.
Roberto Bianco
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