È ai nastri di partenza l'esperienza della Berretti del Torino 2018/2019, composta da un gruppo prevalentemente di ragazzi classe 2001, affidata a Max Capriolo, tecnico che, dopo ben 13 anni di esperienza in granata, si prepara per la prima volta ad affrontare una categoria composta di ragazzi che, ormai, sono ad un passo dalla Primavera o dal "calcio dei grandi".
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Berretti Torino, Capriolo presenta la stagione: “A questo gruppo piace lavorare”
Giovanili / 13 anni in granata e tanti talenti incrociati in questo percorso: Max Capriolo pronto per la sua prima esperienza nella categoria
Dopo un ottimo pre-campionato, che ha visto - tra le altre cose - il Torino prevalere per 3-1 in amichevole sull'Inter e conquistare il Memorial "Ferraris" di Asti con due nette vittorie per 4-1 contro Alessandria e Pro Vercelli, si attende la risoluzione del rebus che sta coinvolgendo attualmente la Serie C (ricorsi in B congelati e, di conseguenza, calendari della terza serie ancora da diramare) per potersi finalmente cimentare con il campionato. Ricordiamo, infatti, che in questa categoria, il Torino concorrerà sottoleva contro club di C, per poi affrontare in una mini "Final 4" a fine stagione unicamente gli altri club di A e B, tra i quali proprio la già menzionata Inter, lo scorso anno eliminata in semifinale prima di cedere al Sassuolo nella finalissima.
«RITROVO MOLTI RAGAZZI DAGLI ESORDIENTI»
«Ho già lavorato in Berretti come secondo di Roberto Fogli, nella stagione 2013/2014, chiusa con la vittoria dello Scudetto, ma questa è la mia prima vera esperienza da allenatore nella categoria» - ha spiegato mister Capriolo - «Conosco bene già molti di questi ragazzi, la cui ossatura è composta dal gruppo dei 2001, con i quali ho vissuto stagioni importanti e ricche di soddisfazioni da istruttore negli Esordienti. È un grande piacere vederne ancora tanti qui con noi, questo vuol dire che abbiamo lavorato bene a livello di attività di base, e non solo».
«UN GRUPPO VOLENTEROSO»
«Con questi ragazzi si può lavorare sodo, è un gruppo a cui piace lavorare, e nel raggiungere questo risultato sono stati bravissimi i miei "predecessori". Anche i ragazzi nuovi, si sono immediatamente messi a disposizione del gruppo, dimostrando la stessa volontà di fare bene».
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GLI OBIETTIVI
«Del campionato non sappiamo ancora nulla, ovviamente vorremo fare bene ma il nostro principale obiettivo è quello di far crescere il più possibile questi ragazzi. A loro ho detto: «Voglio portare il maggior numero possibile di voi in Primavera, e cercare soprattutto di farvi rimanere in quella categoria». Qualora riuscissimo a farlo, allora vorrà dire che avremo fatto un lavoro importante: questo è il mio primo obiettivo della stagione. La collaborazione con Coppitelli è buona, mi trovo bene con lui e ci confrontiamo costantemente per conoscere le sue impressioni sui miei ragazzi. Ovviamente la gestione del gruppo è un po' particolare, perché molti giocatori faranno un po' su e giù con la Primavera e andranno ad allenarsi con la prima squadra: ecco perché abbiamo un gruppo numeroso, per poterci allenare sempre nel numero giusto, poi nel corso della stagione tutti quelli che se lo meriteranno troveranno sicuramente spazio in campo».
TREDICI ANNI IN GRANATA E TANTI TALENTI
«Questo è il mio tredicesimo anno di Toro: ho iniziato con i '96, gruppo del quale faceva parte Vittorio Parigini, ed ero allenatore in seconda di Alessandro Spugna. L'anno successivo, Silvano Benedetti mi ha affidato i '99: in quel gruppo c'erano ragazzi come Domenico Coppola, Alessandro Buongiorno e Alessandro Fiordaliso, oltre ovviamente a Moise Kean, prima che passasse alla Juventus. Tra l'altro, mi ricordo di aver vinto il mio primo derby proprio grazie a lui. Sono tutti ragazzi seri, che spero possano arrivare più in alto possibile, così come lo sono tanti altri che ho incontrato successivamente nel mio percorso, avendo poi lavorato più o meno con tutte le annate: per noi allenatori, ed ancor prima istruttori, la soddisfazione più grande è aiutare i ragazzi a crescere, ed è bellissimo avere la consapevolezza di avere lasciato loro qualcosa di importante».
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