"Ci sono pochissimi punti d'intreccio tra le storie di Benevento e Torino: uno di questi è sicuramente la carriera da calciatore, allenatore e dirigente di Pietro Pedro Mariani, attaccante cresciuto nelle giovanili granata - con cui ha anche esordito in Serie A nel '78 - che ha chiuso la sua carriera tra i professionisti proprio in Campania, prima di diventare, sempre in giallorosso, prima allenatore e poi dirigente delle giovanili. Lo abbiamo contattato per avvicinarci meglio a Benevento-Torino, terza giornata di campionato, guardando questa sfida dagli occhi di chi conosce bene entrambe le piazze
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Benevento-Torino, il doppio ex Mariani: “Granata da Europa, ma occhio al Vigorito”
Esclusiva TN / Parla l'uomo che ha iniziato la sua carriera in Piemonte per chiuderla in Campania: "Popoli simili"
"Pietro Mariani, partiamo dal mercato: cosa ha detto delle ambizioni di Torino e Benevento?
"Partendo dal Torino, io quest'anno sono soddisfatto. La coperta è sempre un po' corta, non intravedo la volontà di fare un vero salto di qualità. Però la squadra è stata rinforzata in ogni reparto, il centrocampo poteva avere qualcosa di più per garantire maggiori soluzioni tattiche. Ma nel complesso l'attacco e la difesa sono stati inquadrati. Presidenti capaci di unire utile economico e campagna acquisti dignitosa ce ne sono pochi. Fare quadrare il bilancio è giusto - alla fine è lui che ci mette i soldi - riuscirci ed avere soddisfazioni sul campo rende contenti. Da tifoso ed ex mi piacerebbe veder lottare il Toro per un Europa serena e qualcosa di più, vedere il Toro giocare alla pari con Juve e Roma, senza dover fare la partita della vita, ma è una considerazione da tifoso. Tenere Belotti è stato un sacrificio, Ansaldi è un ragazzo d'esperienza, non si è perso chissà cosa (nello scambio con Zappacosta, ndr).
"Il Benevento, ahimè, è partito in sordina. Quello che ha fatto adesso avrebbe dovuto farlo prima: doveva farsi trovare più pronto all'appuntamento con la Serie A. Ha ottenuto 0 punti contro squadre alla portata nelle prime due giornate (Sampdoria in trasferta e Bologna in casa, ndr). Ha allestito una bella squadra, i giocatori sono buoni ma andava fatto tutto prima. Ha preso tanto e dove serviva.
"Le due squadre affrontano la stagione con obiettivi diversi ma ugualmente chiari: chi ha più possibilità di riuscirci?
"Sono ottimista per carattere, credo che entrambe possano raggiungere l'obiettivo. Il campionato è livellato verso il basso, oggi la Sampdoria è prima a punteggio pieno, ma dopo poche giornate i valori si assesteranno. Il Benevento farà più fatica, ma può contare sul Vigorito.
"Ecco: che stadio è il Vigorito, per chi l'ha vissuto da tecnico e da giocatore?
"È un catino, pieno di gente appassionatissima. Granata e giallorossi sono simili come popolo, si fanno sentire, vivono i giocatori anche in strada e li esaltano quotidianamente. Lo stadio è bellissimo e messo a norma dal presidente. Io ci sono legatissimo, lì ho finito la carriera, ho fatto l'allenatore, il dirigente del settore giovanile, un po' tutto (ride). Lì mi è sembrato di rivivere i primi tempi al Torino.
"Qual è l'uomo che i granata devono tenere maggiormente d'occhio?
"Il tecnico Baroni ha esaltato il collettivo, la squadra gioca con pochissimi personalismi, ma ha elementi chiave come Lucioni in difesa, ottimo nei fondamentali e che fa reparto. Il nome però è Ciciretti, nel giro della nazionale e seguito dal Napoli. Il suo gol a Genoa è incredibile. Lui ha questi lampi di genio, può decidere la partita, ma io non sottovaluterei neanche Puscas: l'attacco campano è ottimo.
"L'acquisto granata che Le piace di più?
"Niang: ha una testolina calda, ma è più inquadrato di Balotelli, per esempio. Nei saluti al Milan ha sottolineato che voleva essere padrone del suo destino. Il come ha spiegato perché abbia voluto fortemente il Torino denota, a mio avviso, grande maturità. Penso che sul piano tecnico Niang possa diventare un giocatore fondamentale davanti. Sarà importante per età, bravura e maturità. Sono sorpreso che abbia scelto il Toro, nonostante le tante offerte e le probabili pressioni del procuratore, che sappiamo farla ormai da padrone. Lui è devastante, forte fisicamente e resistente: può far fare il salto di qualità.
"Pronostico secco?
"Non mi sento di sbilanciarmi. Il mio sogno sarebbe una bellissima partita e un bel pareggio, che contribuisca ad aiutare entrambe le squadre a raggiungere il loro obiettivo.
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