C'è anche Sandro Mazzola al Filadelfia. Non poteva mancare lo storico ex giocatore dell'Inter, nel giorno della celebrazione dei cent'anni dalla nascita di suo padre: Valentino Mazzola. L'emozione traspare dal volto di Sandro, che ha raccontato le sue sensazioni ai microfoni di Sky Sport: “Quando ero piccolo, mi attaccavo alla sua mano quando entravo qui. Tutta la gente fuori dallo stadio voleva l’autografo: io mi spaventavo. Poi mentre loro si cambiavano, io stavo fuori dallo spogliatoio e giocavo a pallone. E poi entravo in campo tenendo per mano mio papà. I rigori contro Bacigalupo? Andavo un po’ indietro e guardavo come dovevo fare, perché battere Bacigalupo non stava né in cielo né in terra, poi lui faceva un passo, io vedevo la porta vuota e facevo gol. Poi correvo attorno al campo”.
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Sandro Mazzola, il ricordo di papà Valentino: “Mi attaccavo alla sua mano quando entravo qui”
Le parole / Il figlio di Valentino, storico giocatore dell'Inter: "Filadelfia, che emozioni! Tutta la gente fuori dallo stadio voleva l’autografo: io mi spaventavo"
Papà Valentino era un uomo e un giocatore speciale agli occhi del figlio: “Mio papà giocava col 10, ma sapeva far tutto. Per quello che mi ricordo, quando il Toro prendeva gol diceva “allora adesso si comincia”: e poi li massacravano. La differenza grande era la sua modernità: lui partiva subito, scambiava e faceva il capocannoniere giocando da mezzala”. Ecco allora perché Sandro ha deciso di portare con sè anche il piccolo nipote Valentino: “Oggi sarà una giornata speciale per mio nipote Valentino che giocherà il triangolare: è l’unico che gioca a pallone, con quel nome lì. Qualcuno dall’alto gli sta insegnando a giocare. Valentino era un giocatore moderno”.
Al termine del torneo l'emozione è tanta per Sandro Mazzola, che si commuove quando Cairo gli consegna la maglia del Torino con il numero 100: “Farò fatica a parlare perché ho le lacrime agli occhi. È stata una giornata bellissima. Quando io vedo queste cose, questi colori mi dispiace non aver giocato col Toro”.
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