"La prestazione è stata positiva, l'esito ancor di più: il Torino aveva assoluto bisogno di ritrovare la vittoria e domenica sera, nel posticipo contro il Cagliari, l'ha fatto riuscendo non solamente a conquistare i tre punti ma anche a farlo in maniera convincente. Questo indubbiamente anche grazie al ritorno al 4-3-3: modulo più rodato in casa granata rispetto al 4-2-3-1, ma soprattutto meno sbilanciato ed in grado di garantire maggiore copertura. La disposizione tattica utilizzata per larga parte dello scorso campionato e rispolverata contro i sardi ha subito riportato sicurezza, fiducia e certezze, ma ha allo stesso tempo aperto una spinosa ed importante questione in casa Torino: quella legata a M'Baye Niang.
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Torino e Mihajlovic, si apre la questione Niang: non c’è spazio nel 4-3-3
Il punto / Il modulo ha riportato sicurezza, ma ora nasce la questione legata all'attaccante: e sulla situazione pesa il costo del cartellino
"Per la prima volta dal suo approdo in granata, domenica sera il senegalese non soltanto non è sceso in campo nell'undici titolare, ma ha addirittura osservato l'intera partita seduto in panchina. Come detto, considerata la ventata di aspetti positivi, è probabile - o per lo meno sensato pensare - che l'impianto tattico resterà il medesimo almeno nel breve periodo. Ma la realtà dei fatti è parecchio semplice, e poco edulcorata: viste e considerate le qualità e l'apporto che offrono alla squadra, il Torino non può permettersi di rinunciare ad uno tra Falque, Ljajic e Belotti, poichè tutti e tre elementi fondamentali per il collettivo ed il gioco. Il tridente granata sembra attualmente intoccabile, e dunque nel 4-3-3 di fatto non c'è spazio per Niang, se non a partita in corso. Una soluzione che potrebbe rivelarsi estremamente valida, ma che ha tutta l'aria di una via decisamente non percorribile.
"Il tecnico non può infatti permettersi di relegare in panchina, per poi utilizzarlo come alternativa, un giocatore fortissimamente richiesto e per il quale la società ha investito una cifra più che sostanziosa. L'ex Milan era in cima alla lista dei desideri di Miha per via delle sue caratteristiche e, come ribadito dallo stesso Petrachi, il club si è mosso sul mercato seguendo direttive e richieste del tecnico varando una campagna acquisti (e cessioni) nel segno del 4-2-3-1. Modulo per il quale Niang era - e teoricamente resta - una pedina fondamentale. Insomma, una questione non semplice per Mihajlovic, che appare bloccato in equilibrio tra due certezze ben poco discutibili: "15 milioni" in panchina non possono semplicemente sedersi, ma con il 4-3-3 il tridente granata è intoccabile. Una nuova questione aperta, che il tecnico dovrà in qualche modo portare ad una soluzione per il bene di tutte le parti.
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