"Un tecnico unico nel suo genere per strategie e approccio alla comunicazione. Sinisa Mihajlovic torna a pungere in pubblico alcuni suoi giocatori e lo fa senza giri di parole. "Boyè, Gustafson e Berenguer non mi hanno convinto: in alcune occasioni li ho fatti entrare nella ripresa e non mi hanno dato ciò che mi aspetto da chi subentra. Se succederà ancora, non giocheranno più per un pezzo". È indubbio che questi tre giocatori non stiano facendo abbastanza per rendersi protagonisti. Il punto è che tutti gli allenatori prima o poi fanno le proprie scelte, ma è decisamente insolito sentire un tecnico puntare il dito in pubblico contro qualche suo giocatore, facendo nomi e cognomi. Mihajlovic, ormai, lo abbiamo imparato a conoscere: è la personificazione della schiettezza, ma a volte ciò che dice ha un secondo fine.
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Torino, Miha è sempre lui: altre stoccate in pubblico per chi sta deludendo
Lo spunto / Il tecnico parla chiaro: Boyè, Berenguer e Gustafson devono dimostrare di poter ritagliarsi uno spazio in squadra. Con Baselli il metodo funzionò. Ma la situazione del bresciano era del tutto diversa
"INVOLUZIONE - In particolare, nei confronti dei tre giocatori sopra citati il messaggio è chiaro: vi state "sedendo" e non ve lo potete permettere, serve una svolta e serve in fretta. Stimolare una reazione dei suoi tre giovani per scuoterli dal torpore e dal grigiore è l'obiettivo di Miha. Boyè, dopo aver illuso all'inizio, si è palesemente involuto, complici anche dei problemi fisici che però ora sono stati messi alle spalle. Berenguer sin qui era stato sempre protetto con il ritornello "è appena arrivato in Italia e deve ambientarsi", ma per ora non ha dimostrato di valere i 5.5 milioni spesi. Gustafson, infine, non riesce a ritagliarsi uno spazio: se non ha giocato titolare in un momento in cui mancavano tre centrocampisti su sei, il rischio di finire ai margini è concreto.
"QUEL PRECEDENTE CON BASELLI - Va detto che il ricorso di Mihajlovic al metodo della stoccata in pubblico ha funzionato con Daniele Baselli. Il celeberrimo invito davanti alle telecamere a "tirare fuori gli attributi se ce li ha", l'anno scorso, fece scattare nell'ex Atalanta quella molla che lo ha portato a completarsi dal punto di vista caratteriale e tattico. Ogni calciatore ha il suo modo di essere e ad un allenatore spetta il compito di trovare la chiave giusta per fare breccia e toccare le corde giuste, a mo' di psicologo.
"SITUAZIONI DIVERSE - Altrettanto vero è che la situazione di Baselli era del tutto diversa, perchè il mediano aveva già fatto capire di avere doti su cui era giusto puntare e doveva solo trovare il modo di metterle proficuamente a servizio della squadra. Per Boyè, Gustafson e Berenguer il discorso è diverso: i tre devono ancora far vedere sul campo di poter essere davvero protagonisti nel campionato italiano. La rotta va cambiata prima di tutto dal punto di vista caratteriale; senza fame, cattiveria e determinazione, anche il più talentuoso dei giocatori fatica ad emergere. Figuriamoci tre ragazzi che devono ancora dimostrare tutto: ed è proprio lì che vuol andare a parare Mihajlovic.
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