"Niang, dove sei? Questa la domanda che molti tifosi del Torino si staranno ponendo in queste settimane, analizzando l'inizio di campionato sottotono del senegalese. Una domanda lecita, soprattutto se contestualizzata. Ad oggi il bilancio raccolto da Niang è infatti piuttosto esiguo: dieci partite (di cui 8 da titolare), un solo gol contro il Verona e un assist. Davvero troppo poco. Specialmente se si tengono in considerazione le premesse con cui il classe '94 era arrivato sotto la Mole in estate. 'Il giocatore più costoso della storia del club': questo il pesante epiteto che il ragazzo si è dovuto caricare sulle spalle sin dal suo primo allenamento in maglia granata.
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Niang e quegli sberleffi milanisti: a San Siro serve un po’ di orgoglio
Focus on / Nel giorno del suo passaggio in granata il senegalese fu salutato con ironia dai suoi ex tifosi: domenica l'occasione giusta per riscattarsi
"Forse un peso troppo grande da portare per un giocatore così emotivo. Era il 24 aprile 2011 quando Niang, all’età di 16 anni e 4 mesi, esordiva in Ligue 1 stabilendo il record di precocità nella storia del Caen. Poi il passaggio al Milan in un avventura tribolata. Qualche gioia ma anche diverse delusioni: dal 2012 al 2017, la sua esperienza i rossonero è stata intervallata da diverse cessioni in prestito con la speranza (spesso vana) di vedere l'enfant prodige sbocciare lontano dalle pressioni della Madonnina. Nessuno, o quasi, a Milano credeva più in lui. Tanto che nel giorno del suo addio al Milan, mentre il giocatore salutava commosso la squadra che gli aveva permesso di giocare la Champions League, i tifosi rossoneri festeggiavano la sua cessione sui social. Ironia e prese in giro, spesso anche di cattivo gusto, che testimoniano quanto l'atteggiamento indolente del ragazzo non abbia lasciato un bel ricordo in quel di Milano.
Il Torino però sembrava poter essere la piazza giusta per ritrovarsi. In panchina il padre putativo Mihajlovic, ha riposto in lui piena fiducia sin da subito. Con il passare del tempo però, il senegalese non è mai riuscito offrire prestazioni all'altezza, venendo rilegato in panchina. "Bisogna aspettarlo, sono sicuro che presto vedrete il vero Niang", questa la frase che presidente e allenatore hanno ripetuto come un mantra in questo inizio di stagione. Ora però il tempo è scaduto e per scalare le gerarchie di Mihajlovic, a Niang non basteranno più quegli strappi una tantum.
"Domenica a San Siro le strade del Milan e di Niang si incroceranno di nuovo, questa volta da avversari. Per il senegalese potrebbe essere l'occasione giusta per fare l'en plein e, contemporaneamente, far ricredere sul suo conto i tifosi di Milan e Torino. Un compito non facile, soprattutto se considerato che nel 4-3-3 di Mihajlovic, Belotti, Ljajic e Iago Falque paiono ad oggi imprescindibili. Ma per il francese può esserci spazio eccome, almeno a partita in corso. Insomma, Niang mette il match di San Siro nel mirino: l'occasione giusta per ritrovarsi e far pentire i suoi ex tifosi di aver 'festeggiato' nel giorno del suo addio. Certo, ci vogliono orgoglio e amor proprio...
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