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Toro, tutti i cambi di Mihajlovic ai raggi X

Approfondimento / Sostituzioni per vincere sempre e comunque, e anche in situazione di "delicato" vantaggio, il serbo non si è mai coperto

Lorenzo Bonansea

"Un allenatore, proverbialmente, è pagato per fare delle scelte, giuste o sbagliate che siano. E' il suo rischio, è il suo lavoro, è quello che gli si chiede in quanto tecnico e responsabile di una squadra. Tra le scelte a cui è chiamato a prendere, sicuramente al primo posto ci sono le sostituzioni: decisioni che possono cambiare una partita, e che denotano la mentalità che si vuole improntare alla propria squadra. C'è chi preferisce coprirsi in situazione di vantaggio, chi si accontenta di un pareggio, e che invece cerca sempre il bottino pieno, in qualunque caso.

"Sinisa Mihajlovic, ci vuole poco per capirlo, fa parte di quest'ultima categoria: il serbo, infatti, da quando è sulla panchina dei  granata, non ha mai attuato una sola sostituzione che si possa definire "conservativa". In altre parole, Mihajlovic non ha mai post-posto il proprio credo tattico e la propria fame di vittoria all'andamento della partita. Analizzando nel dettaglio tutte le sostituzioni attuate dall'allenatore granata in questa stagione, il quadro che ne viene fuori è molto semplice.

"QUANDO I CAMBI SONO TATTICI - In primo luogo, in 6 occasioni il tecnico ha apportato cambiamenti in corso "offensivi", togliendo dunque un centrocampista per far posto ad un attaccante. Nella maggior parte di queste partite in situazione di pareggio (contro Atalanta, Lazio, Crotone e Juventus), mentre nelle restanti in situazione di svantaggio (contro Milan e Sampdoria). La mossa, per essere chiari, ha pagato solamente in due occasioni: in Calabria, con l'inserimento di Boyé - poi decisivo con un assist - al posto di Benassi, e contro la Lazio, quando Maxi Lopez ha preso lo slot di Benassi, e sempre Boyé quello di Valdifiori. Tuttavia, il coraggio e la determinazione con la quale Miha adotta certe soluzioni (prendendosi la responsabilità, come contro la Juve) non può che far bene all'immagine dei granata, e ai tifosi, che vogliono la vittoria e il divertimento.

"RUOLO PER RUOLO, MA MAI CONSERVATIVI - Proseguendo nell'analisi, nei match dove il vantaggio è stato acquisito già nel primo tempo (Bologna, Roma, Fiorentina, Palermo, Cagliari e Chievo), Mihajlovic ha dimostrato in maniera ancora più netta la propria "coerenza tattica", facendo sostituzioni mirate senza che l'assetto tattico venisse stravolto. In poche parole, cambiando gli effettivi in campo con i pari-ruolo in panchina, ma non coprendosi mai, anche in partite delicate ed importanti come quelle contro giallorossi e viola. Personalità e fiducia nelle proprie idee e nei ragazzi che si mandano in campo, dunque, le peculiarità che vengono fuori dalle decisioni del serbo.

"CASI PARTICOLARI - Esistono, poi, dei casi particolari, che meritano attenzione specifica: si tratta delle partite contro Pescara, Empoli, Udinese e Inter. Nelle prime due occasioni, Mihajlovic si trovava con le mani legate in sede di scelta: contro gli abruzzesi ha dovuto sopperire all'espulsione di Acquah facendo uscire Aramu, mentre nella sfida contro i toscani i cambi offensivi non c'erano, vista l'indisponibilità di Belotti e Iago Falque; contro l'Udinese, ancora, sull'1-1 Miha ha deciso d'inserire una punta "pesante" come Maxi sostituendo Boyé, così come a San Siro, quando il peggior Iago della stagione ha fatto posto ad inizio ripresa a Maxi Lopez, con il conseguente passaggio dal 4-3-3 al 4-3-1-2, con Ljajic dietro l'argentino e Belotti.