Cinque domande, tre pareri diversi a confronto. I nostri pareri, a volte concordi e a volte discordanti tra di loro. Ecco ToroPreview, il nuovo format di Toro News: ogni settimana, prima della partita, tre dei nostri giornalisti risponderanno alle domande della redazione, dicendo la loro sull’impegno che attende la squadra e in generale sul momento dei granata. Opinioni personali a volte agli antipodi, per cercare di dare una visione più completa possibile al lettore sull’argomento trattato. Queste settimana, dall’altra parte del microfono ecco i nostri Lorenzo Bonansea, Diego Fornero e Marco De Rito.
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ToroPreview, ecco cosa pensiamo di Atalanta-Torino
Istruzioni per l’uso / Ogni settimana cinque domande a tre dei nostri giornalisti, che ci dicono la loro sul momento del Toro
Da molti la partita contro l'Atalanta è considerata come una specie di cartina tornasole di questo campionato del Toro. La Fiorentina, per altro, ha perso contro il Sassuolo lasciando aperta ogni speranza. E' davvero la gara più importante della stagione?
Diego Fornero - Sarà soltanto il risultato a determinare se questa può considerarsi la gara più importante della stagione, perché potrebbe essere stata anche - in positivo - quella contro l'Inter o - in negativo - perché la vittoria nei fatti era alla porta, quella contro il Milan. La matematica, comunque, dice che, con una vittoria, tutto sarebbe ancora possibile e tornare da tre punti sarebbe una dichiarazione di intenti estremamente importante.
Lorenzo Bonansea - Il Toro si trova in una posizione in cui, ormai, ha veramente poco da perdere. I granata hanno "il beneficio" di poter "fallire" un obiettivo che sia il Presidente che l'attuale allenatore non riconosco più come fondamentale per la stagione. Sicuramente, una vittoria permetterebbe a Belotti e compagni di portarsi a ridosso delle zone calde con ancora quattro gare da giocare. Uno scontro diretto che dirà quasi tutto: dunque sì, è probabilmente a gara più importante della stagione.
Marco De Rito - "La prossima partita è sempre la più importante". Questo è il concetto che Mazzarri ha ripetuto nella conferenza stampa di ieri. Parole sacrosante, così devono vivere le gare i giocatori e, lo stesso discorso, vale anche per l'ambiente. D'altro canto il match di oggi rischierebbe di rendere nullo il ragionamento espresso dal tecnico nel pre-partita. Nel caso in cui i granata dovessero portare a casa il risultato, le prossime gare diventerebbero le più importanti della stagione, perché sarebbero decisive per la lotta europea. In caso contrario i granata si allontanerebbero sensibilmente dalla zona Europa League e i prossimi match potrebbero perdere significato, servirebbero solo per onorare il campionato sino in fondo.
Baselli, De Silvestri, Obi, Iago Falque, Barreca... La lista degli indisponibili per questa partita è lunga. Quanto peseranno le assenze?
Marco De Rito - Le assenze pesano abbastanza. Baselli era il motore del centrocampo granata nelle ultime gare. Obi si stava dimostrando sempre più importante nella mediana a due. Iago Falque è stato l'attaccante più costante della stagione e, infatti, è il capocannoniere dei granata. De Silvestri, nonostante un rendimento non sempre all'altezza, con assist e gol si è dimostrato in grado di poter cambiare il volto alle partite. Barreca doveva cercare di recuperare i ritmi dello scorso campionato e il problema muscolare è l'emblema di una stagione sfortunata. Le seconde linee dovranno cercare di colmare il vuoto lasciato dai titolari che ormai stavano entrando bene nei meccanismi del 3-4-1-2 'mazzariano'. Per i giocatori che subentreranno sarà fondamentale l'approccio, dovranno dimostrare che nel Torino nessuno è fondamentale, mettendo in discussione le gerarchie e gli equilibri del nuovo Toro di Mazzarri.
Diego Fornero - Pesano, è inutile negarlo, ma è altrettanto vero che giocheranno quelli che hanno una maggiore necessità di prendere minutaggio e fare bella figura, soprattutto per quello che riguarda il sostituto di De Silvestri (perché è quasi scontato che sia Acquah a prendere il posto di Baselli). Nel ballottaggio a tre, Bonifazi - Molinaro - Berenguer, non sarà semplicissimo scegliere per Mazzarri, ma opterei per la freschezza del classe '96, sicuramente quello con più motivazioni e con più voglia di dimostrare il proprio valore, seppure adattato nel ruolo.
Lorenzo Bonansea - Tanto. Iago ha bisogno di rifiatare e lo si è visto anche nel primo tempo contro il Milan: ha tirato la carretta fino a questo momento, risultando il giocatore più decisivo in questa stagione travagliata. Non averlo peserà eccome. L'altra assenza che peserà, secondo me, sarà quella di Obi - che per me quando sta bene è il centrocampista più completo in rosa. Il problema è: quando sta bene? L'assenza di De Silvestri non è facile da compensare, visto che l'esterno era in crescita in questo modulo. Vedremo.
Belotti viene da un momento difficile, in una stagione sicuramente sotto le aspettative. Il Gallo si trova ad affrontare da bergamasco la Dea, una delle pochissime squadre a cui non ha mai segnato in Serie A. Se dovesse esserci un calcio di rigore, sarebbe giusto che fosse ancora lui il rigorista?
Lorenzo Bonansea - E' la tipica partita da cabala potenzialmente a proprio favore, per Belotti. Viene da un periodo negativo, non ha mai segnato alla Dea in Serie A e alla possibilità di farlo nella gara più importante della stagione: la legge dei grandi numeri pende dalla sua parte. Poi, certo, c'è la realtà, ma secondo me il Gallo sarà carico a mille: con un gol decisivo a Bergamo, di fatto riscatterebbe parte della stagione finora sottotono. Non è poco.
Diego Fornero - La stagione sotto le righe di Belotti è, forse, stato il fattore principale ad aver impedito alla stagione granata di puntare da subito a qualcosina di più. Non bisogna, però, mettere la croce sul Gallo, che non ha certamente avuto fortuna - per quanto riguarda gli episodi di infortuno - e che comunque non ha lesinato impegno. Sui rigori, sarebbe ingiusto credere che siano necessariamente i numero nove a calciarli: è un discorso che varrebbe per ogni giocatori, basta guardare i numeri. È vero, però, che liberarlo proprio oggi di questo onere suonerebbe come una bocciatura e forse questo è un lusso che, da un punto di vista psicologico, il Toro non può permettersi.
Marco De Rito - Per Belotti oggi si tratta di un test importante. Dovrà cercare di invertire la tendenza e di dare una svolta alla sua stagione, in questo finale di campionato. Viste anche le diverse defezioni e l'assenza di Iago Falque al suo fianco, dovrà essere il trascinatore di questo Toro, dimostrandosi il vero capitano e leader della squadra. Da lui ci si aspetta una prestazione simile a quella giocata contro l'Inter, con qualche gol in più. Se dovesse esserci un rigore a favore del Torino, a mio parere, il Gallo dovrebbe cedere ad un suo compagno. In questa stagione, costellata da diversi infortuni, con l'eliminazione dal Mondiale che ha influito anche sul suo morale, la sua testa non è sgombra e il rigore sbagliato contro il Milan è la dimostrazione. Contro l'Atalanta rischierebbe un nuovo errore che il Torino, in un match così delicato, non può permettersi.
Atalanta e Torino, due progetti che dichiarano la dimensione europea come obiettivo stagionale. Cosa li differenzia e chi è più avanti, oggi e nel medio periodo?
Marco De Rito - Il progetto Atalanta nelle ultime due stagioni si è dimostrato vincente. La squadra nerazzurra sotto la guida tecnica di Gasperini ha ottenuto ottimi risultati, senza puntare su nomi altisonanti ma su giovani da far crescere in casa. Per il Torino dopo quattro anni di crescita costante con Ventura, si è chiuso un ciclo. L'ultimo anno con l'ex CT della Nazionale italiana è stata la dimostrazione che era giusto cambiare ma il progetto di Mihajlovic non si è dimostrato vincente. Si è cercato di alzare l'asticella, spendendo di più sul mercato e non puntando solo su giovani profili ma anche su giocatori già affermati. Tra gli svarioni del tecnico serbo e gli errori effettuati sul mercato, i risultati non sono arrivati e la società ha deciso di cambiare e di puntare su Mazzarri per cercare di puntare su obiettivi più ambiziosi. Il tecnico toscano ha cercato di rimettere il Torino in careggiata ma la prova del 9 sarà effettivamente il prossimo campionato, dove potremo vedere il suo Toro. Per il momento i risultati danno ragione ai bergamaschi ma il club di Cairo ha tutte le potenzialità per rilanciarsi.
Lorenzo Bonansea - I risultati degli ultimi due anni dicono Atalanta, e non solo quelli. La società orobica è in grado di eccellere nei campionati giovanili, riuscendo poi a portare quegli stessi giocatori in prima squadra. Questo, sicuramente, dà una dimensione europea più sviluppata alla Dea rispetto a quella del Torino: se sei in grado di costruirti in casa il tuo futuro, vuol dire che pensi e agisci in grande. E puoi anche pensare di giocare alla pari contro il Borussia Dortmund con Caldara, Mancini, Barrow in rosa.
Diego Fornero - L'Atalanta è una società attenta, lungimirante, che lavora benissimo sul proprio vivaio e sa come valorizzare i propri giocatori. Sarebbe semplice dire che, da questo punto di vista, sia qualche passo avanti rispetto al Torino, ma è altrettanto vero che in rosa presenta anche un buon numero di ragazzi già "promessi", tramite prestiti biennali o opzioni per il riacquisto, ad altre società (su tutti: il futuro duo bianconero Caldara - Spinazzola). Da questo punto di vista, effettivamente, adesso al Toro non si può proprio rimproverare nulla. Il 2016/2017 è stato l'anno di grazia per gli orobici, merito di una serie di combinazioni speciali e del grande lavoro di Gasperini. La stagione attuale ha visto sicuramente le prestazioni "normalizzarsi", pur mantenendosi su buoni livelli. Il Toro, dal canto suo, ha iniziato finalmente ad introdurre i prodotti del proprio vivaio in prima squadra, continua a mietere successi a livello giovanile e non ha lesinato in investimenti sui cartellini - giusti o sbagliati che siano (il caso Niang su tutti): ecco, perché, in prospettiva non vedo i granata indietro rispetto ai bergamaschi.
Mazzarri ha dovuto chiamare ben quattro Primavera visti i tanti indisponibili, non ha escluso la titolarità di Bonifazi e ci sono buone possibilità che anche Edera parta dal 1'. Cosa aspettarsi da quest'ultimo?
Lorenzo Bonansea - Abbiamo già parlato in precedenza delle tante assenze, dunque chiunque venga schierato al posto dei titolari mancanti dovrà dimostrarsi all'altezza. Se Edera dovesse partire da titolare, sono pronto a scommettere che non sentirà la pressione: il classe '97 ha dimostrato di avere personalità da vendere, e lo spezzone contro il Milan gli ha dato ulteriore carica in questo senso. Potrebbe essere la variabile impazzita. Vincente.
Diego Fornero - Simone è un talento, un giocatore di prospettiva di quelli che può fare soltanto bene al Toro ed al calcio italiano. Deve crescere ancora, senza dubbio, ma è uno dei pochi che - fin da ragazzino - ha sempre avuto qualcosina in più. Per quanto dimostrato in questa stagione, ora si merita la sua chance da titolare. Relativamente a Bonifazi, come già accennato, è giunta l'ora di testarlo e dargli fiducia, a maggior ragione considerando la "coperta corta": non avrebbe avuto senso trattenerlo a gennaio, altrimenti.ì
Marco De Rito - La crescita di Edera è sotto gli occhi di tutti. Mihajlovic quest'estate ha deciso di puntare su di lui, fermando la sua cessione e, in questo caso, sembra aver avuto ragione. Il suo rendimento è migliorato partita dopo partita, anche Mazzarri sembra aver capito le potenzialità del ragazzo e dopo un ingresso graduale nelle ultime gare, dovuto anche alla folta concorrenza che ha il Torino nel reparto offensivo. Oggi potrebbe essergli concessa una chance dal 1', dove il classe 97' dovrà dimostrare tutto il suo valore per poter lanciarsi verso un ruolo da protagonista nel Toro del futuro.
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