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Da anni affetto dalla sindrome di Parkinson, il mondo dello sport perde una leggenda: Muhammad Ali, o se preferite Cassius Clay. Semplicemente The Greatest. Si è spento all'età di 74 anni, dopo esser stato riconosciuto da tutti, avversari compresi, come il Re incontrastato della boxe mondiale. Vinse la medaglia d'oro a Roma 1960, stese Sonny Liston con un pugno fantasma e come dimenticare quell'incontro del secolo contro Joe Frazier.
Malato da circa 30 anni, due giorni fa era stato ricoverato per precauzione a causa di gravi problemi respiratori. Le sue condizioni non sembravano gravi e invece, "il Più Grande" non ce l'ha fatta. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno ha il suo cuore a smesso di battere in quel di Phoenix.
In carriera rifiutò le armi, tanto da vedersi revocata la licenza da pugile professionista per non aver risposto alla chiamata per il Vietnam da parte dello stato americano. Stese Sonny Liston con un pugno che tanto veloce (e potente) che nessuno riuscì a notare. Tanto è vero che per anni in molti pensarono ad un Ko finto da parte dell'avversario, all'interno di un incontro truccato.
Durante la sospensione lasciò il posto sul tetto del mondo a Joe Frazier, il quale riconsegnò lo scettro al legittimo proprietario nel 1971, a New York, in quello che ancora oggi viene ricordato come l'incontro del secolo. Muhammad Ali, o se preferite Cassius Clay. Semplicemente The Greatest: il mondo della boxe e ancor prima dello sport, oggi perde una leggenda.
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