1978 l'anno di...L'anno del Toro secondo in Campionato a pari punti con il Vicenza di Paolo Rossi (purtroppo non riesco a ricordare chi vinse quello Scudetto....).L'anno della seconda vittoria consecutiva del Liverpool di Bob Paisley in Coppa dei Campioni.
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Argentina ’78
L'anno del primato mondiale nel salto in alto di Sara Simeoni. L'atleta veronese raggiunge la misura di 2,01 metri.
L'anno della prima vittoria al Tour de France del Bretone Bernard Hinault. Ne vincerà altri quattro.
L'anno della prima accoppiata Roland Garros-Wimbledon di Bjorn Borg. Il campione svedese si ripeterà anche nei due anni successivi.
L'anno della vittoria al Festival di Sanremo dei Matia Bazar con “E dirsi ciao” davanti ad una giovanissima Anna Oxa con “Un' emozione da poco” e alla rivelazione Rino Gaetano con “Gianna”.
L'anno dell'ultima apparizione in televisione di Mina.
L'anno della pubblicazione degli Album “Darkness on the Edge of Town” di Bruce Springsteen; “Rimini” di Fabrizio de André; “Amerigo” di Francesco Guccini; “Nuntereggae più” di Rino Gaetano.
L'anno dei film: “L'albero degli Zoccoli” di Ermanno Olmi; “Il Cacciatore” di Michael Cimino; “Ecce Bombo” di Nanni Moretti; “Grease” di Randal Kleiser; “La Maledizione di Damien” di Don Taylor; “Il Paradiso può attendere” di Warren Beatty; “I ragazzi venuti dal Brasile” di Franklin J. Schaffner con Gregory Peck e Laurence Olivier; “Il Vizietto” di Edouard Molinaro con Ugo Tognazzi e Michel Serrault; “Zombi” di George A. Romero.
L'anno del debutto su Rai Due del cartone animato giapponese “Atlas Ufo Robot”.
L'anno dell'entrata in vigore in Spagna di una nuova Costituzione: dopo quarant'anni di dittatura viene instaurata la democrazia.
L'anno del rapimento (16 marzo) e del successivo assassinio (9 maggio) da parte delle Brigate Rosse del leader democristiano Aldo Moro.
L'anno dell'approvazione in Italia della cosiddetta Legge Basaglia che regola la chiusura dei Manicomi e della legge 194 che regola l'interruzione di gravidanza.
L'anno dell'elezione di Sandro Pertini (8 luglio), socialista ed ex partigiano, alla Presidenza della Repubblica.
L'anno dei tre papi: Paolo VI muore il 6 agosto dopo 15 anni di pontificato. Gli succede, col nome di Giovanni Paolo I, il Patriarca di Venezia Albino Luciani; purtroppo il suo pontificato dura soltanto 33 giorni, visto che muore a sua volta il 28 settembre. Viene eletto il Polacco Karol Wojtyla col nome di Giovanni Paolo II: si tratta del primo Papa non Italiano dai tempi di Adriano VI (1522-23).
L'anno in cui Vittorio Emanuele di Savoia uccide un ragazzo tedesco sull'Isola di Cavallo in Corsica.
L'anno di....
Periferia Nord di Torino. 2 giugno 1978. Primo pomeriggio.
“Ma cosa fai con quell'affare addosso? Ti sembra il caso di andare in giro così?”
“Che affare, mamma?”
“Quello....non è un sacchetto di plastica quello che porti sopra la maglietta?”
“No....questa è la maglia della Nazionale Italiana.....stasera l'Italia gioca la sua prima partita ai Mondiali d'Argentina e io mi sono vestito come i nostri Azzurri....lo vedi? Questo è il numero 21....e sai chi ha il numero 21 quest'anno?”
“E che ne so io? E poi i numeri di solito non vanno dall'uno all'undici?...”
“Di solito, nelle partite di campionato sì, ma ai Mondiali no....dove vivi? Non lo sai che il 21 è il numero di Paolo Rossi?!? Il nuovo fenomeno del calcio Italiano: è ancora giovanissimo....cioè a me i giocatori sembrano tutti vecchi ma lui ha solo ventuno anni, davvero pochi per un calciatore....eppure ha già vinto la classifica dei cannonieri quest'anno con 24 gol. Tantissimi. Pensa che, grazie a lui, il Lanerossi Vicenza è arrivato secondo in campionato insieme al nostro Toro e dietro ai gobbi.....e stasera sembra proprio che Bearzot lo faccia giocare dall'inizio.....”
“Ma tu sei matto! E poi dimmi: da quand'è che ti è venuta 'sta fissa per il pallone?”
“Sei tu matta a non capire....il pallone è la cosa più bella del mondo....e poi i Mondiali capitano solo ogni quattro anni, mica sempre. Senza considerare che questa è la prima volta in vita mia che posso vedere le partite dei Mondiali....mica me li ricordo quelli precedenti.....dove li avevano fatti? Te lo ricordi, ma?”
“Ma cosa ne so? Chiedi a tuo padre se proprio ci tieni....”
“Glie lo chiederò stasera durante la partita....adesso devo uscire....i miei amici mi aspettano ai giardinetti per giocare a pallone e sono già in ritardo.....”
“Ma pensi davvero di uscire con quella roba addosso?”
“Certo! Io sono Rossi e oggi pomeriggio farò un sacco di gol....poi stasera pure il vero Rossi segnerà; anche se tutti pensano il contrario, sono sicuro che la nostra Nazionale vincerà stasera contro la Francia....”
“Mah....ho sentito dire che quest'anno siamo molto scarsi....qualcuno in ufficio mi ha raccontato che avremmo dovuto starcene a casa e che tanto non faremo neanche un punto....”
“Vedrai...vedrai....domani per strada sarà pieno di bambini come me vestiti d'azzurro e col numero 21....”
“T'ses propi fol.....”
Me ne esco felice col pallone sotto il braccio e la mia strana canottiera azzurra addosso. Mia madre, intanto, mi osserva dalla finestra e pensa che è soltanto un momento così e che presto mi passerà questa malattia per il calcio.....sono solo un bambino e di certo migliorerò, crescendo....
Periferia Nord di Torino. 2 giugno 1978. Verso sera.
Papà quest'anno ha fatto proprio le cose in grande. Era un po' che in casa se ne parlava, ma pensavo che i miei non si sarebbero mai decisi. E invece un giorno, tornando da scuola, era proprio lì. Strana ma bellissima come la sognavo da diversi mesi, quando la grossa novità era arrivata anche nel nostro Paese. Non potrò mai dimenticare il momento in cui, per la prima volta, vidi com'era fatto in realtà il Robot Goldrake. Prima lo immaginavo, ed era bello farlo, ma vederlo così colorato è stata davvero una grande emozione. Eh sì, perché con i Mondiali d'Argentina, in casa nostra, è arrivato anche il primo televisore a colori.Ed ecco che tutto si trasforma. Il campo, che prima appariva grigio chiaro, ora è verde come nella realtà. E le maglie dei nostri, che prima erano grigie scure, ora sono davvero azzurre. Che emozione gli inni. Ecco, la partita è appena iniziata. Palla alla Francia e....
“L'uma già ciapà 'n gol....la partita non è neanche cominciata e ci hanno già fatto gol....'m sa che sì ciapuma sinch o ses goi....ce ne fanno cinque o sei 'sti Francesi....”
A parlare è mio papà che tiene stretta in mano la sua pipa, simile a quella del nostro allenatore Bearzot (uno che, dice lui, ha giocato nel Toro). Guardo l'orologio che un paio di mesi fa mi hanno regalato per la Prima Comunione: sono passati soltanto 34 secondi dall'inizio e la Francia è già in vantaggio con gol di un certo Lacombe.
“Dai che non è finita.....adesso pareggiamo.....dai che i nostri iniziano a giocare.....”, dico.
“Mah....non so....mi sa che hanno ragione i giornali quando scrivono che dovevamo starcene a casa....”, ribadisce papà.
“Ma no....guarda come attaccano i nostri adesso....ecco....Cabrini....Bettega....Causio...nooo traversa....Rossi....Rossi....e vai.....grande Rossi! Pareggio! E non è finita....”
“Io il pareggio lo firmo....però stiamo giocando bene....continuiamo ad attaccare.....”
“Eh sì....su che adesso vinciamo....ha tolto Antognoni ma ha messo il nostro Zac.....ma cosa fa? Non dirmi che tira da lì....e invece sì.....gooolll....grandissimo Zac....vinciamo....grande Zac! Grande Rossi! Finita! 2 a 1 per noi! Grande Italia!”
I giorni successivi....
Ci sono grandi feste ovunque. Dopo aver battuto la Francia per 2 a 1, l'Italia sconfigge per 3 a 1 l'Ungheria con gol di Rossi, Bettega e Benetti e conquista matematicamente la qualificazione al turno successivo. Niente male per una squadra che doveva fare brutta figura a causa di alcune partite non convincenti nella fase pre-mondiale. I giornali, gli stessi che fino a qualche giorno fa ci avevano distrutti, ora ci esaltano. Anche la gente più scalmanata ed entusiasta è la stessa che fino a poco tempo prima diceva di non interessarsi al calcio ed alla Nazionale. Come prevedevo, la mia idea del sacchetto di plastica ha preso piede tra gli altri bambini del quartiere. Qualche gobbo porta il 16 di Causio, o il 18 di Bettega, ma la maggior parte di noi si distingue per il numero 21, quello di “Pablito” Rossi. Io ho deciso di cambiare e , dopo il gol fatto alla Francia, ho scelto il numero 15 di Zaccarelli, che è uno dei nostri. Come dei nostri sono Claudio e Patrizio Sala, Pecci, Pupi e Ciccio. Papà dice che Bearzot avrebbe dovuto farli giocare contro l'Argentina per far riposare i titolari. Niente. Giocano sempre gli stessi. E meno male che Bearzot era uno del Toro, se no quanti gobbi avrebbe fatto scendere in campo? Dodici?Comunque, anche se il gol lo fa il più antipatico di tutti, cioè Bettega, la nostra Italia batte anche l'Argentina e vince a punteggio pieno il suo girone passando alla fase successiva e costringendo i padroni di casa ad andare a giocare lontano dalla capitale. Un vero ed inaspettato trionfo.Il secondo turno si apre per noi con un pareggio con i campioni in carica della Germania in una partita in cui avremmo meritato molto di più. Poi battiamo per 1 a 0 l'Austria. Per andare in finale ci tocca sconfiggere l'Olanda che, nel secondo girone, ha i nostri stessi punti ma una migliore differenza reti.Passiamo in vantaggio nel primo tempo con un autogol su tiro di Bettega, ma nella ripresa noi caliamo e gli Olandesi vengono fuori. Prima pareggiano con Brands (lo stesso che aveva fatto autogol) e poi passano addirittura in vantaggio con Haan. E' finita. Papà dice che la colpa è soprattutto di Zoff che i tiri da lontano proprio non li vede. Dice che è vecchio (ha la sua stessa età, e in effetti non è che papà sia tanto giovane....) e che sarebbe ora che si ritirasse per lasciar spazio a gente più giovane come il Giaguaro. Effettivamente, anche nella finale per il terzo posto col Brasile, dopo essere andati in vantaggio con Causio, prendiamo due gol da lontano da Nelinho e Dirceu. 2 a 1 per il Brasile e quarto posto nella classifica finale.Il giorno dopo i giornali fanno i complimenti alla giovane Italia di Bearzot e dicono che la nostra è stata una delle migliori squadre del Mondiale. Sarà. Ma a me sarebbe proprio piaciuto arrivare almeno in finale.
25 giugno 1978. La finale.
E invece in finale vanno gli altri. Ci va l'Argentina padrona di casa che solo noi siamo riusciti a sconfiggere. E ci va l'Olanda che ci ha eliminati. E io, proprio per questo, decido di tenere con tutte le mie forze per i Sudamericani. Avrei voluto vederla a casa sul nostro nuovissimo televisore a colori. E invece no. Non so perché, quando arriva l'estate, i miei a un certo punto mi lasciano dai nonni in campagna. Intendiamoci: a me piace stare in campagna e fare lunghi giri in bici col nonno. Ma, dopo qualche giorno che sono lì, mi viene un po' di nostalgia: mi mancano le mie cose, mi mancano soprattutto i miei amici. Ma i miei decidono che io devo stare qui, e non c'è proprio verso di far cambiare loro idea.Chissà che colori hanno quei milioni di pezzi di carta che i tifosi buttano dagli spalti verso il campo. E' proprio vero che il calcio è una grande festa. Chissà se gli Argentini festeggeranno fino in fondo, o gli Olandesi (con la maglia grigio chiaro....cioè arancione) sapranno rompere loro le uova nel paniere.E' una partita molto dura. A dirla tutta in campo si picchiano come dei martelli impazziti. E non c'è nulla che l'arbitro torinese Gonella possa fare per sedare un po' gli animi. Comunque, sembra che le cose si mettano bene per i padroni di casa: al trentottesimo segna Kempes, il loro giocatore più forte. Nel secondo tempo, gli Olandesi cercano il pareggio, ma la partita volge verso il termine senza che riescano a superare il grande portiere Fillol. Tuttavia, a pochi minuti dalla fine, pareggia Nanninga con un colpo di testa. Poi, proprio all'ultimo minuto, Rensenbrink, il più pericoloso degli attaccanti Olandesi, tocca il pallone verso la porta di Fillol. Il pubblico trattiene il fiato. Sembra che il pallone vada verso la porta ormai sguarnita. E invece niente. Palo clamoroso. Finisce la partita e si va ai supplementari.La voce che esce dalla televisione dice che adesso sarà l'Olanda a prendere la partita in mano perché verrà fuori la sua maggiore freschezza fisica. E invece.....segna Kempes.....e poi Bertoni. Lo stadio è una bolgia ed è ormai tutto coperto di fogli di carta.L'Argentina è Campione del Mondo e la televisione in bianco e nero dei nonni mostra le immagini di una folla enorme e gioiosa che invade le strade festeggiando e sventolando con fierezza le proprie bandiere. Papà al telefono mi dice il giorno dopo che i bianco azzurri non avevano mai vinto prima. Mi dice anche che i più felici di tutto ciò sono il Generale Videla e la sua cricca di assassini.Io non conosco questo Generale anche se penso che se papà non lo può vedere avrà di sicuro le sue ragioni, ma so che provo molta invidia per quella gente in strada. So che un giorno mi piacerebbe fare festa come ora fanno loro.Chissà se capiterà anche a me, prima o poi. Chissà se capiterà anche a noi.
Argentina 1978. Formula e curiosità.
L'Argentina avrebbe dovuto ospitare i Mondiali già nel 1970, ma poi la FIFA ritenne più idoneo il Messico che già aveva saputo organizzare brillantemente i giochi olimpici del 1968.Finalmente, il grande paese sudamericano riuscì ad ottenere l'assegnazione della manifestazione per l'edizione del 1978. Da quel momento, la giunta militare salita al potere nel 1976 non pensò ad altro che a fare di quel mondiale una grande vetrina per sé stessa e per il Paese. La Nazionale locale, guidata dal giovane tecnico Luis Cesar Menotti, avrebbe dovuto assolutamente vincere proprio per dar lustro e legittimazione al regime stesso. Il regime della violenza e delle migliaia di “Desaparecidos”.La formula fu analoga a quella collaudata nell'edizione precedente. Le 16 squadre (10 Europee, 3 Sudamericane, 1 Asiatica, 1 Africana e una Nordamericana) furono suddivise in quattro gironi. Il primo, forse il più difficile, venne dominato dall'Italia di Bearzot che chiuse a punteggio pieno battendo la Francia di Platini, l'Ungheria e soprattutto i padroni di casa dell'Argentina. Questi ultimi giunsero secondi, anche grazie ad un arbitraggio favorevole nella partita contro la Francia. Il gruppo B fu vinto dalla Polonia sulla Germania Ovest campione in carica ai danni di Tunisia e Messico. Il gruppo C qualificò la sorprendente Austria di Krankl, Schacner e del portiere Koncilia che superò in classifica il Brasile eliminando la Spagna e la Svezia. Infine, un'Olanda un po' appannata e priva del suo simbolo Cruijff (in polemica col regime argentino) superò il turno solo per differenza reti ai danni della Scozia in un raggruppamento vinto dal Perù. La seconda fase, così come nel 1974, fu caratterizzata da due gironi da quattro squadre. Le vincenti sarebbero andate direttamente in finale. L'Olanda si ricordò di essere vice Campione del Mondo e riuscì a sconfiggere nettamente l'Austria per 5 a 1 e a pareggiare per 2 a 2 con la Germania Ovest. Nell'ultimo incontro, i Tulipani affrontarono l'Italia (vera rivelazione del torneo) con la consapevolezza di avere due risultati utili a favore. Gli Azzurri passarono in vantaggio, ma poi vennero raggiunti e superati: Olandesi in finale e Italiani a giocarsi il terzo posto.Nell'altro gruppo, Argentina e Brasile chiusero appaiati con 5 punti, ma in finale andarono gli Argentini grazie alla migliore differenza reti. Una conclusione dovuta soprattutto alla dilagante vittoria per 6 a 0 sul Perù. I padroni di casa, che guarda caso scendevano in campo conoscendo già il risultato della partita del Brasile, avevano bisogno di vincere con almeno 4 gol di scarto e ne ottennero addirittura 6. Il fatto che il portiere peruviano Quiroga fosse di origine argentina e giocasse in quel campionato alimentò non poche illazioni. Fu quella che alcuni cronisti definirono la “Marmelada Peruana”.Come già quattro anni prima, l'Olanda si trovò ad affrontare in finale i padroni di casa. Stavolta fu sconfitta ai supplementari da una squadra tosta e da un grandissimo Mario Kempes. Un uomo che, all'inizio del Mondiale, veniva guardato con sospetto perché era l'unico della sua Nazionale a non giocare in patria, ma che tre settimane dopo divenne l'eroe di un intero paese in festa.
A proposito di quella finale, caratterizzata dall'episodio del palo colpito da Rensenbrink all'ultimo minuto, Gian Paolo Ormezzano nella sua “Storia del Calcio” (Ed. Longanesi) scrisse tra l'altro:
“E' stato scritto di perfetta legittimità del successo argentino, di inesorabile progressione anche atletica del gioco sudamericano, di supremazia “storica” del calcio artistico sul calcio atletico. L'Olanda ha avuto diritto soltanto all'onore delle armi, più che altro per il suo passato. La partita è stata descritta come un modello di logica, come un atto di giustizia. Dal suo esito si è argomentata la decadenza, se non la fine, di un certo football europeo sommario, atletico ma elementare, di fronte al football ballato, giocato, tocchettato dei Sudamericani.....C'è stata una logica perfetta nell'esame dell'ultima partita, e di tutto il Mundial, da parte della stampa specializzata, competente.La stessa stampa che – è arcisicuro- avrebbe celebrato l'Olanda, e avrebbe sancito la crisi storica dell'Argentina, se quel tiro di Rensenbrink, anziché finire sul palo, fosse entrato nella porta di Fillol, capovolgendo il risultato della finalissima. La stessa stampa che avrebbe trovato logicissima, da ogni punto di vista, una vittoria dell'Olanda, se l'Olanda avesse vinto....….Rensenbrink non ha fatto gol per questione di millimetri. Forse per un'allacciatura di scarpa invece che un'altra. O un milligrammo in più di grasso. O un filo d'erba. Colpire il palo, anziché mettere il pallone dentro, è balisticamente questione di millimetri, di un nonnulla, lì dove parte il tiro....per un millimetro, per un legaccio della scarpa che dà alla palla una certa direzione invece di un'altra, l'Olanda non è diventata legittimamente campione del mondo. E per la stessa ragione lo è diventata, sempre legittimamente, l'Argentina.Questo è possibile, è giusto, diremmo che è logico perché si tratta del gioco del calcio, lo sport più favoloso e allucinante e lotteristico del mondo. Lo sport dove l'Argentina (o l'Olanda) è certa di battere il Suriname novantanove volte su cento, ma dove ogni partita con l'Argentina (o l'Olanda) è per il Suriname tutta da giocare, per la semplice ragione che la può vincere. Lo sport dove tutto è logico se la palla colpisce il palo, e tutto sarebbe stato logico – diverso, opposto ma egualmente logico – se la palla fosse entrata in porta. E la cosa più allucinante è questa: che i giornalisti, quando scrivono di più che legittima vittoria dell'Argentina, sono convincenti, sono in buona fede, parlano a gente in buona fede, gente convinta o comunque convincibile. E il palo di Rensenbrink si ripete da sempre, e si ripeterà sempre, in infinite situazioni simili. La Storia della Coppa del Mondo è piena di gol sbagliati, di pali: ed esiste davvero un' altra storia, ipotetica ma credibile, con esiti finali completamente diversi, sol che fossero state sfruttate clamorose palle-gol, sol che deviazioni di millimetri avessero dato dei gol anziché dei pali. E tutto sarebbe in ogni caso rientrato in una logica globale, spiegabilissima al popolo....Questa è, secondo noi, la grande, l'immane forza del calcio.”
CLASSIFICA FINALE DEI MONDIALI ARGENTINA 1978:
1)ARGENTINA2)OLANDA3)BRASILE4)ITALIA
LA FINALE:
Domenica 25 giugno 1978
Buenos Aires (Stadio “River Plate”)
Argentina – Olanda 3 – 1 (d.t.s.)
RETI: 38' Kempes, 82' Nanninga, 105' Kempes, 116' Bertoni
ARGENTINA (All. Luis Cesar Menotti): Fillol, Olguin, Galvan, Passarella (cap), Tarantini, Ardiles (66' Larrosa), Gallego, Kempes, Bertoni, Luque, Ortiz (75' Houseman)
OLANDA (All. Ernst Happel): Jonglbloed, Poortvliet, Krol (cap), Brands, Jansen (73' Suurbier), Van de Kerchof W., Haan, Neeskens, Van de Kerkhof R., Rep (56' Nanninga), Rensenbrink.
ARBITRO: Sergio Gonella (ITALIA)
SPETTATORI: 71.483
LA PARTITA DELLA LEGGENDA:
Sabato 10 giugno 1978
Mar del Plata (Stadio “Mar del Plata”)
Argentina – Italia 0 – 1
RETE: 67' Bettega
ARGENTINA (All. Menotti): Fillol, Olguin, Tarantini, Gallego, Galvan, Passarella (cap.), Bertoni, Ardiles, Kempes, Valencia, Ortiz (72' Houseman)
ITALIA (All. Bearzot): Zoff (cap.), Gentile, Cabrini, Benetti, Bellugi (6' Cuccureddu), Scirea, Causio, Tardelli, Rossi, Antognoni (73' Zaccarelli), Bettega
ARBITRO: Abraham Klein (Israele)
SPETTATORI: 71.712
LA ROSA DELL'ARGENTINA CAMPIONE DEL MONDO:
Ubaldo Matildo FILLOL (portiere) 7 presenze, 4 reti subiteHector BALEY (portiere) 0 presenzeRicardo LAVOLPE (portiere) 0 presenzeDaniel Alberto PASSARELLA (difensore) 7 presenze, 1 reteAlberto Cesar TARANTINI (difensore) 7 presenze, 1 reteLuis GALVAN (difensore) 7 presenze, 0 retiJorge Mario OLGUIN (difensore) 7 presenze, 0 retiMiguel OVIEDO (difensore) 1 presenza, 0 retiDaniel Pedro KILLER (difensore) 0 presenzeRuben PAGNANINI (difensore) 0 presenzeAmerico Ruben GALLEGO (centrocampista) 7 presenze, 0 retiOsvaldo Carlos ARDILES (centrocampista) 6 presenze, 0 retiDaniel VALENCIA (centrocampista) 4 presenze, 0 retiNorberto ALONSO (centrocampista) 3 presenze, 0 retiOmar Ruben LARROSA (centrocampista) 2 presenze, 0 retiRicardo VILLA (centrocampista) 2 presenze, 0 retiMario Alberto KEMPES (attaccante) 7 presenze, 6 retiDaniel Ricardo BERTONI (attaccante) 6 presenze, 2 retiRené Orlando HOUSEMAN (attaccante) 6 presenze, 1 reteOscar Alberto ORTIZ (attaccante) 6 presenze, 0 retiLeopoldo LUQUE (attaccante) 5 presenze, 4 reti
COMMISSARIO TECNICO: Luis Cesar MENOTTI
LA ROSA DELL'OLANDA FINALISTA:
Jan JONGBLOED (portiere) 5 presenze, 6 reti subitePieter SCHRIJVERS (portiere) 3 presenze, 4 reti subitePim DOESBURG (portiere) 0 presenzeRudolf (Ruud) KROL (difensore) 7 presenze, 0 retiJan POORTVLIET (difensore) 6 presenzeErnestus (Ernie) BRANDS (difensore) 4 presenze, 2 retiWilhelmus (Wim) SUURBIER (difensore) 4 presenze, 0 retiWilhelmus (Wim) RIJSBERGEN (difensore) 3 presenze, 0 retiPieter WILSCHUT (difensore) 3 presenze, 0 retiDick SCHOENAKER (difensore) 1 presenza, 0 retiHugo HOVENKAMP (difensore) 0 presenzeWilhelmus (Willy) Van de KERKHOF (centrocampista) 7 presenze, 1 reteWilhelmus (Wim) JANSEN (centrocampista) 7 presenze, 0 retiArend (Arie) HAAN (centrocampista) 6 presenze, 2 retiJohannes (Johan) NEESKENS (centrocampista) 5 presenze, 0 retiAdrianus (Adri) van KRAAY (centrocampista) 2 presenze, 0 retiJohannes BOSKAMP (centrocampista) 1 presenza, 0 retiRobert (Rob) RENSENBRINK (attaccante) 7 presenze, 5 retiJohannes (Johnny) REP (attaccante) 7 presenze, 3 retiReiner (René) Van de KERKHOF (attaccante) 7 presenze, 1 reteDirk NANNINGA (attaccante) 4 presenze, 1 reteHarry LUBSE (attaccante) 0 presenze
COMMISSARIO TECNICO: Ernst HAPPEL
LA ROSA DELL'ITALIA:
Dino ZOFF (portiere, Juventus) 7 presenze, 6 reti subiteIvano BORDON (portiere, Inter) 0 presenzePaolo CONTI (portiere, Roma) 0 presenze, RomaAntonio CABRINI (difensore, Juventus) 7 presenze, 0 retiClaudio GENTILE (difensore, Juventus) 7 presenze, 0 retiGaetano SCIREA (difensore, Juventus) 7 presenze, 0 retiMauro BELLUGI (difensore, Bologna) 5 presenze, 0 retiAntonello CUCCUREDDU (difensore, Juventus) 5 presenzeAldo MALDERA (difensore, Milan) 1 presenza, 0 retiLionello MANFREDONIA (difensore, Lazio) 0 presenzeFranco CAUSIO (centrocampista, Juventus) 7 presenze, 1 reteRomeo BENETTI (centrocampista, Juventus) 6 presenze, 1 reteMarco TARDELLI (centrocampista, Juventus) 6 presenze, 0 retiRenato ZACCARELLI (centrocampista; Torino) 5 presenze, 1 reteGiancarlo ANTOGNONI (centrocampista, Fiorentina) 5 presenze, 0 retiClaudio SALA (centrocampista, Torino) 2 presenze, 0 retiPatrizio SALA (centrocampista, Torino) 1 presenza, 0 retiEraldo PECCI (centrocampista, Torino) 0 presenzePaolo ROSSI (attaccante, Vicenza) 7 presenze, 3 retiRoberto BETTEGA (attaccante, Juventus) 7 presenze, 2 retiFrancesco GRAZIANI (attaccante, Torino) 3 presenze, 0 retiPaolino PULICI (attaccante, Torino) 0 presenze
in grassetto i giocatori del Toro
COMMISSARIO TECNICO: Enzo BEARZOT
CAPOCANNONIERE: Mario Alberto KEMPES (Argentina)
GLI STADI:
Buenos Aires: Stadio “River Plate”, capienza 82.000 spettatoriBuenos Aires: Stadio “Velez Sarsfield – José Amalfitani”, capienza 45.000 spettatoriRosario: Stadio “Rosario Central”, capienza 59.100 spettatoriCordoba: Stadio “Cordoba – Chateau Carreras”, capienza 60.000 spettatoriMendoza: Stadio “Mendoza – Parque General San Marin”, capienza 50.000 spettatoriMar del Plata: Stadio “Mar del Plata”, capienza 50.000 spettatori
I GRANDI PROTAGONISTI DEL MONDIALE:
Luis Cesar Menotti (Rosario, 5 novembre 1938): lo chiamavano “El Flaco”, ovvero il Magro per la sua conformazione fisica. Quando portò la sua Argentina al trionfo nel mondiale casalingo non aveva ancora quarant'anni. Da giocatore fu un centrocampista dal talento sopraffino e dal tiro potente (giocò tra l'altro al fianco di Pelé nel Santos). Dopo aver vinto il Campionato Metropolitano alla guida dell'Huracan, venne nominato Commissario tecnico dell'Argentina nel 1974 dopo il fallimento nel Mondiale di Germania. Riuscì a cambiare profondamente la mentalità del calcio argentino, trasformando un gruppo di giocatori di grande talento ma indisciplinati tatticamente in una squadra vincente. I pilastri della sua Seleccion furono il portiere Ubaldo Fillol, il libero e capitano dal grande temperamento Daniel Passarella, il dinamico regista Osvaldo Ardiles, le ali Daniel Bertoni e Oscar Ortiz, il centravanti classico Leopoldo Luque e l'estro di Mario Kempes. Un 4-2-4 che rappresentava l'esaltazione del calcio d'attacco. Per ironia della sorte toccò proprio a lui, uomo convintamente di sinistra, il compito di stringere la mano al generale Rafael Videla al termine del mondiale vittorioso. Lui che, prima che le squadre scendessero in campo per la finale, caricò i suoi ragazzi dicendo: “non vinciamo per quei figli di puttana, ma per alleviare il dolore del nostro popolo”.Ha allenato anche la Sampdoria per un breve periodo sul finire degli anni '90.
Mario Kempes (Bell Ville, 15 luglio 1954): fisico alto e dinoccolato, lunghi capelli neri sulle spalle, grande potenza e grande tecnica. Non solo fu il capocannoniere (con sei gol), ma anche il miglior giocatore del Mondiale. Ha giocato tra l'altro nel Rosario Central, nel Valencia e nel River Plate.
Daniel Passarella (Chacabuco 25 maggio 1953): l'indomito capitano della Nazionale Campione del Mondo. Venne in Italia nel 1982 giocando prima nella Fiorentina e poi nell'Inter. Dal 1988 intraprese la carriera da allenatore con alterni risultati (fu alla guida del River Plate, della Nazionale Argentina e, in Italia, del Parma).
Ubaldo Matildo Fillol (San Miguel del Monte, 21 luglio 1950): iniziò la propria carriera da mediano, ma un giorno il portiere del “Quilmes” in cui militava si infortunò e tocco a lui il compito di sostituirlo. Evidentemente la cosa gli riuscì bene perché, nel 1972, divenne il portiere titolare del Racing. Passò quindi River Plate di cui difese i pali per circa un decennio. Anche a causa di una furibonda lite con Menotti (che gli preferiva Hugo “el Loco” Gatti) non avrebbe dovuto essere titolare in quel mondiale. Ma Gatti si infortunò e Fillol si impose come il miglior portiere della manifestazione, protagonista di interventi prodigiosi anche nella finale con l'Olanda.
Rudolf Joseph (Ruud) Krol (Amsterdam, 24 marzo 1949): libero, capitano e simbolo dell'Olanda finalista che, orfana di Johan Cruijff, trovò in lui la sua nuova bandiera. Giocò per sedici anni nell'Ajax dove vinse tre Coppe dei Campioni, prima di passare al Napoli dove rimase per quattro stagioni sfiorando lo scudetto nel 1981. Terminata l'attività da giocatore, intraprese con risultati non esaltanti la carriera di allenatore.
LA SQUADRA RIVELAZIONE: Italia
LA GRANDE DELUSIONE: Germania Ovest
I GIOCATORI RIVELAZIONE: Paolo Rossi e Antonio Cabrini (Italia), Nelinho e Toninho Cerezo (Brasile), Bruno Pezzey e Walter Schacner (Austria).
NUMERI E CURIOSITA':
Nella fase finale dei Mondiali scesero in campo 277 giocatori. La squadra che ne utilizzò di più fu la Francia con 23, quella che ne utilizzò di meno fu la Tunisia con 14. L'Italia ne utilizzò in totale 17.
Sei furono i giocatori presenti nelle ultime tre edizioni del Mondiale: gli Svedesi Bo Larson, Hellstroem e Nordqvist, i Tedeschi Maier e Vogts, il Brasiliano Rivelino.
Vennero segnate 102 reti e furono 60 i giocatori ad andare in gol.
Due furono le triplette: quella di Cubillas in Perù-Iran 4-1 e quella di Rensenbrink in Olanda-Iran 3-0. Furono invece 13 le doppiette, di cui tre segnate dal capocannoniere Kempes.
Il Brasile, pur giungendo terzo, fu l'unica squadra ad uscire imbattuta dal Mondiale.
Argentina e Olanda, le finaliste, furono anche le squadre ad aver segnato il maggior numero di gol (15)
Il Messico, subendo 12 gol in tre partite, risultò la peggior difesa dei Campionati.
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