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di Walter Panero
In cima alla Cote di St. Nicholas, ad una manciata di chilometri dall'arrivo della corsa che gli indigeni chiamano “La Doyenne” (la Decana, la più antica tra le classiche), Enzino Nibali aveva vinto quella che da sempre rappresenta la gara dei suoi sogni: la Liegi-Bastogne-Liegi.
Li aveva staccati tutti, Enzino. Con un'azione solitaria e meravigliosa che sapeva di antico, iniziata ad una ventina di chilometri dall'arrivo. Li aveva staccati tutti e adesso stava per portare al traguardo la sua faccia un po' triste da emigrante. Una faccia in tutto e per tutto simile a quella delle migliaia di Italiani che si assiepavano, come sempre, lungo il percorso sventolando fieramente i tricolori.
Sulla faccia sempre un po' triste di Enzino, nel giro di pochi minuti, si sarebbe disegnato un sorriso raro quanto contagioso; un sorriso che si sarebbe rapidamente diffuso tra i visi dei figli di coloro che tanti anni fa avevano lasciato il nostro Paese alla ricerca di lavoro e di riscatto sociale. Trovandolo spesso. Ma incontrando a volte umiliazione e morte.
Un destino da emigrante anche quello di Enzino, nato a Messina ventisette anni fa e poi, conosciuta quella bellissima compagna di vita che si chiama bicicletta, trasferitosi in Toscana: perché sì, la Sicilia è un posto bellissimo, ma spesso e da sempre, se devi lavorare è meglio se la saluti conservandone per sempre un ricordo nel profondo del cuore. Un emigrante tra gli emigranti. Un Italiano tra gli Italiani. Sarebbe stato bellissimo. E invece....
E invece il Dio del ciclismo, oggi un po' perfido, si è divertito a smantellare il meraviglioso quadretto. Un Dio del ciclismo che ha avuto le sembianze e la divisa azzurrina di tale Maxim Iglinskyi, trentunenne del Kazakistan, ma residente in Provincia di Bergamo. Insomma: un emigrante pure lui.
Quando tutto sembrava pronto per la grande festa azzurra, il ragazzo Kazako ha staccato un gruppetto che comprendeva tra gli altri il favorito Enfant du PaysPhilippe Gilbert ed i nostri Gasparotto (già vincitore domenica scorsa dell'Amstel Gold Race in Olanda) e Michele Scarponi.
“Ma dove va questo?” ci siamo chiesti in molti vedendolo partire.
“Alla ricerca del secondo posto?” ci domandavamo ancora, tanto eravamo convinti che il vantaggio di Enzino fosse più che sufficiente per trionfare, e che comunque oggi nessuno avrebbe potuto togliergli la vittoria più bella di una carriera giovane ma già splendida. E invece il suddetto vantaggio ha cominciato visibilmente a diminuire: i venti e passa secondi sono diventati rapidamente quindici, poi dieci poi.....nulla. Quando sullo sfondo si intravedeva lo striscione dell'ultimo chilometro, e dopo di esso l'ultima Cote di una giornata che di salite ne prevedeva manciate, una macchiolina azzurra si è posata nella scia di Enzino. Si è capito subito che era finita. Si è capito subito che il sogno di Enzino era sfumato. Il Siciliano ha provato a rimanere per qualche metro nella scia di Iglinskiy. Ma il Kazako era più fresco, più pimpante, più tutto. Accelerava e per Enzino non c'era più niente da fare. Lampadina spenta. Fine dei giochi. Intanto l'angelo Kazako volava.Volava verso un trionfo meritato, per carità; ma a noi che ci eravamo già costruiti in testa il film dell'emigrante che trionfava tra gli emigranti restava in bocca un sapore amarissimo.Un sapore che non veniva certo alleviato dal fatto che Enzino riusciva ad evitare almeno di essere ripreso dal gruppo degli inseguitori e giungeva comunque secondo. E nemmeno dal fatto che un grandissimo Enrico Gasparotto riusciva a cogliere la terza piazza, coronando un'ottima giornata per i colori azzurri.
Atroce beffa. L'ennesima per Enzino che già lo scorso anno al Lombardia si era visto raggiungere a pochi chilometri dal traguardo dopo una fuga meravigliosa, quanto inutile, sul Ghisallo. Peccato, peccato, peccato.Sarebbe stato bellissimo.E' stato bellissimo.Ma alla fine vince uno solo.E oggi non è stato il nostro Enzino. Questa, per fortuna o purtroppo, è la legge del ciclismo.Questa, per fortuna o purtroppo, è la legge dello sport.
CLASSIFICA LIEGI-BASTOGNE-LIEGI 2012:
1. Maxim IGLINSKIY (Kazakistan) in 6'43'52”2. Vincenzo NIBALI (Italia) a 21”3. Enrico GASPAROTTO (Italia) a 36” 4. Thomas VOECKLER (Francia) s.t.5. Daniel MARTIN (Irlanda) s.t.6. Bauke MOLLEMA (Olanda) s.t.7. Samuel SANCHEZ (Spagna) s.t.8. Michele SCARPONI (Italia) s.t.9. Ryder HESJEDAL (Canada) s.t.10. Jelle VANENDERT (Belgio) s.t.
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