di Stefano Rosso
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Balon Mundial 2011, al via la V edizione
E’ stata presentata presso la sala conferenze del Museo Diffuso della Resistenza la V edizione del Balôn Mundial, il torneo estivo di calcio delle diverse comunità di migranti presenti sul territorio torinese che si svolge all’ombra della Mole Antonelliana ormai dal 2007: dall’11 giugno al 10 luglio i campi della Colletta ospiteranno infatti le sfide delle oltre trenta squadre del Balôn Mundial – le iscrizioni chiuderanno il 31 maggio con il sorteggio dei gironi il 5 giugno - e del Mundialito Femminile, un torneo di calcio 5 in rosa introdotto in questa edizione per estendere i confini del progetto sportivo oltre le distinzioni di genere, le cui partite verranno commentate in diretta e diffuse in streaming su emittenti radiofoniche locali.
Il progetto, nato con l’obiettivo di prevenire i fenomeni di esclusione e le situazioni di difficoltà che possono coinvolgere gli stranieri residenti a Torino, per l’edizione 2011 è stato suddiviso in tre fasi: il periodo di attesa delle sfide sul campo, ribattezzata ‘Aspettando Balôn’, durante il quale verranno organizzate attività, conferenze e serate dedicate alle varie compagini per permettere alle comunità nazionali di presentarsi e di condividere il proprio retroterra culturale, il torneo vero e proprio – il cui titolo attualmente è detenuto dal Perù, vincitore dell’ultima edizione - ed il ‘Villaggio Mundial’, uno spazio attrezzato presso il parco della Colletta, per portare nello stesso luogo atleti, simpatizzanti, residenti italiani e stranieri che vogliano fruire delle iniziative proposte e godere di una zona verde incontrandosi.
Il ‘Villaggio Mundial’, che sarà aperto sia al pomeriggio sia alla sera, raccoglierà le iniziative proposte dalle differenzi associazioni nazionali, dalle danze e musiche tradizionali e etniche alle rassegne cinematografiche, passando per gastronomia ed attività ludiche, ricreative e formative rivolte ai giovani italiani ed immigrati di seconda generazione: alla base del ‘Villaggio’ infatti risiede la convizione che il protagonismo degli stranieri nel presentare alla comunità ospite le proprie specificità e caratteristiche migliori sia un antidoto verso meccanismi di chiusura identitaria e favorisca la convivenza pacifica e la collaborazione tra cittadini e comunità immigrate.
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