Una notte che vale una vita. Mauro Berruto e l'Italvolley piazzano un'altra fiche sul tavolo olimpico. Il livello di difficoltà è sempre altissimo perchè dopo gli USA, campioni uscenti e grandi favoriti dopo i gironi, c'è la bestia nera: il Brasile di Bernardo Rezende "Bernardinho", mai battuto in sette precedenti olimpici.
altre news
Berruto, la notte della vita
In palio c'è la finale olimpica contro la Russia, altra favorita, per conquistare l'unico alloro che manca all'Italia del volley. La vittoria di due giorni fa contro gli USA ha ricaricato un ambiente un po' depresso dopo il quarto posto nel girone A, le sconfitte nette con Polonia e Bulgaria e il conseguente accoppiamento impossibile (sulla carta...) con Anderson e soci.
L'Italvolley ora è una vera e propria mina vagante del tabellone olimpico, capace di perdere o vincere contro chiunque. Sarà importante mantenere altissimo il livello di concentrazione e valutazione del rischio, proprio come si è visto nel quarto di finale: servirà la pazienza di non forzare palloni impossibili dopo ricezioni approssimative, così come bisognerà avere braccio pesante quando la situazione lo permette.
La variabile fondamentale, però, è dalla linea dei nove metri. Il servizio rappresenta il 60% del match e sarebbe necessario evitare di concedere palla in mano all'ex modenese Bruninho, figlio del ct e fenomenale nel gestire il gioco ed innescare i centrali Lucas e Sidao piuttosto che i posti quattro, altri due ex modenesi come Murilo Endres e Dante. L'incognità è l'infortunio di Vissotto, che priverà Bernardinho della sua bocca da fuoco principale perchè l'opposto di riserva, Wallace, non garantisce lo stesso rendimento del cuneese. Brasile leggermente favorito, ma l'impresa è possibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA