di Walter Panero
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Brasil! Brasil!
1994 l'anno di....
L'anno dell'ultima partecipazione del Toro alle coppe europee: nel doppio confronto dei quarti di finale di Coppa Coppe con l'Arsenal, pareggiamo per 0 a 0 al Delle Alpi e perdiamo per 1 a 0 ad Highbury Park. Gli Inglesi vinceranno quella competizione sconfiggendo in finale il Parma.
L'anno della “doppietta” del Milan che si aggiudica sia lo scudetto, sia la Coppa dei Campioni battendo per 4 a 0 il Barcellona nella finale di Atene.
L'anno della prima (ed unica) vittoria al Giro d'Italia del Russo Evgeni Berzin. Il Tour de France viene dominato per la quarta volta consecutiva dallo Spagnolo Miguel Indurain. Marco Pantani si rivela come grande scalatore giungendo secondo al Giro (due tappe vinte) e terzo al Tour.
L'anno dei trionfi alle Olimpiadi invernali di Lillehammer di Manuela Di Centa (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo) e della leggendaria vittoria della staffetta del fondo maschile italiana (De Zolt, Albarello, Vanzetta, Fauner) che sconfigge in casa sua la fortissima Norvegia di Bjorn Daehlie: a mio avviso il più grande trionfo azzurro nella storia dello sport.
L'anno della seconda vittoria consecutiva della Nazionale Italiana ai Mondiali di Pallavolo. Gli Azzurri battono in finale l'Olanda.
L'anno in cui il pilota Michael Schumacher diventa per la prima volta Campione del Mondo di Formula 1 alla guida della Renault. Il Tedesco precede di un punto il britannico Damon Hill.
L'anno della morte, in un tragico incidente sul circuito di Imola, del grandissimo pilota brasiliano Ayrton Senna (1° maggio).
L'anno della vittoria al Festival di Sanremo di Aleandro Baldi con la canzone “Passerà”. Secondo giunge Giorgio Faletti con “Signor Tenente”. Terza la favorita Laura Pausini (vincitrice l'anno precedente tra i giovani) con “Strani Amori”. Tra le Nuove Proposte si rivela Andrea Bocelli che vince con “Il mare calmo della sera”.
L'anno dello scioglimento della Democrazia Cristiana: da essa nascono il Partito Popolare Italiano (segretario Mino Martinazzoli) e il Centro Cristiano Democratico (CCD). Anche il Partito Socialista Italiano (PSI) si scioglie dando vita alla formazione dei Socialisti Italiani (SI) guidati da Enrico Boselli.
L'anno dello scioglimento del Movimento Sociale Italiano: il segretario del partito Gianfranco Fini fonda Alleanza Nazionale (AN).
L'anno dell'elezione di Fausto Bertinotti come segretario del Partito della Rifondazione Comunista.
L'anno dell'annuncio da parte di Silvio Berlusconi della sua candidatura politica alla testa del movimento che prenderà il nome di Forza Italia. A marzo, lo schieramento che unisce Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega Nord trionfa alle elezioni politiche. Il leader (e fondatore) del Partito Democratico della Sinistra Achille Occhetto si dimette dopo la sconfitta, lasciando il posto a Massimo D'Alema. Il Governo Berlusconi si insedia il 18 maggio, ma sarà costretto alle dimissioni il 22 dicembre a causa del venir meno dell'appoggio da parte della Lega Nord.
L'anno della fondazione da parte di Indro Montanelli del quotidiano “La Voce”. Il grande giornalista lascia la direzione de “Il Giornale Nuovo” per dissidi con il suo editore Silvio Berlusconi appena entrato in politica.
L'anno dell'assassinio a Mogadiscio (Somalia) della giornalista del TG3 Ilaria Alpi e del cameraman Miran Hrovatin.
L'anno della guerra civile in Ruanda che coinvolge le etnie “Hutu” e “Tutzi”: le vittime saranno oltre un milione.
L'anno dell'arresto in Argentina di Erik Priebke, ex nazista che fu tra i responsabili della strage delle Fosse Ardeatine.
L'anno della condanna all'ergastolo di Pietro Pacciani con l'accusa di essere il “Mostro di Firenze”, autore di svariati delitti nella zona del Mugello.
L'anno della disastrosa alluvione in Piemonte: l'esondazione del Tanaro provoca decine di vittime e danni enormi in particolare nelle province di Asti, Cuneo ed Alessandria.
L'anno dell'affondamento del transatlantico Achille Lauro.
L'anno dell'elezione di Nelson Mandela a Presidente della Repubblica Sudafricana.
L'anno dell'assegnazione del Nobel della Pace al leader palestinese Yasser Arafat ed ai politici israeliani Yitzak Rabin e Shimon Peres.
L'anno della morte dello scrittore e poeta statunitense Charles Bukowski.
L'anno della morte di Kurt Kobain, leader dei “Nirvana” nella sua casa di Seattle.
L'anno in cui chi scrive si laurea in Economia presso l'Università di Torino con una tesi in “Storia Economica” (di questo penso che non freghi nulla a nessuno, ma volevo “tirarmela” un po')
L'anno dei film: “Le ali della libertà” con Tim Robbins e Morgan Freeman; “Belle al bar” di Alessandro Benvenuti con Eva Robbin's; “Il Corvo” con Brandon Lee; “Forrest Gump” di Robert Zemeckis con Tom Hanks; “Il Giudice Ragazzino” con Giulio Scarpati e Sabrina Ferilli; “Lamerica” di Gianni Amelio; “Léon” di Luc Besson; “Il Mostro” di e con Roberto Benigni; “Il Postino” di Michael Radford con Massimo Troisi (che perde la vita proprio nel 1994); “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino; “Quattro Matrimoni e un Funerale” di Mike Newell con Hugh Grant; “Il Re Leone” della Walt Disney Pictures.
L'anno di....
Domenica 17 luglio 1994. Sera.
“Brasiiillll....la-la-la-la-la-la-la-laaaaaaaa....Ah Ah!Ah! “
“Zitti....maledetti infami.....click”.
A cantare siamo stati noi. Cioè io, il mio amico Baffo che fa il giornalista sportivo, l'altro amico Pizzo quasi ingegnere (che fantasia abbiamo nel dare soprannomi...), il Regista (e padrone di casa) che però non fa il regista ma aspira a farlo, e alcuni altri. Roberto Baggio ha appena spedito alle stelle l'ultimo rigore. Gli Italiani in campo hanno la testa china. Baggio è disperato. Capitan Baresi, che ha sbagliato il primo dell'interminabile serie di tiri dal dischetto che stasera hanno assegnato il Mondiale al Brasile per la quarta volta nella storia, è addirittura in lacrime. Mentre (quasi) tutta Italia se ne sta zitta e piange, noi cantiamo e festeggiamo. La prima cosa che pensiamo di fare è chiamare lui, quello che alcuni di noi chiamano il Poeta ed altri il Patriota: insomma, l'unico del nostro “branco” di amici che ancora tifa per la Nazionale. E lo fa con convinzione, tanto che un paio di volte quest'anno sono volate parole grosse ed abbiamo rischiato di venire alle mani. E' successo con la Norvegia, quando abbiamo esultato alla grande dopo l'espulsione del portiere azzurro Pagliuca (peccato che poi l'Italia abbia vinto lo stesso grazie a un gol di Dino Baggio), e con la Spagna al momentaneo pareggio causato da una deviazione di Benarrivo su tiro di Caminero (peccato che poi Roberto Baggio abbia regalato il 2 a 1 agli Azzurri).Sarebbe successo anche al gol di Houghton dell'Irlanda nella prima partita che ha visto l'Italia sconfitta a sorpresa. Sarebbe successo nel momento in cui Bernal ha siglato il pareggio del Messico contro gli Azzurri che per loro fortuna (una costante) hanno passato il primo turno come ultima tra le squadre ripescate, il tutto a spese della Norvegia. Sarebbe successo in occasione del vantaggio della Nigeria (26' Amunike) agli ottavi di finale, quando l'Italia in dieci per l'espulsione di Zola , è riuscita comunque a pareggiare all'88' con Roberto Baggio che poi ha segnato il rigore della vittoria. Ma quelle partite si sono svolte ad orari strani, oppure non c'era una casa libera da occupare per vedere il match. Sarebbe successo anche stasera: il Poeta/Patriota/Unico che ancora Crede ci avrebbe accusati (non a torto) di essere anti Italiani e noi gli avremmo detto di tutto cantando Brasil, Brasil. Forse stavolta saremmo venuti davvero alle mani. Ma, per fortuna, lui stasera se n'è rimasto a casa a vedere la partita col padre e così abbiamo potuto starcene tra noi a tifare liberamente per Dunga e compagni. Non che il Brasile ci sia particolarmente simpatico, ma i verde oro, come gli Irlandesi, i Norvegesi, i Messicani, i Nigeriani (loro sì simpatici....), gli Spagnoli e i Bulgari erano gli avversari dell'Italia. Erano gli altri. E noi, quest'anno, proprio non riusciamo a tenere per quelli che dovrebbero rappresentare questo povero paese.Eppure siamo gli stessi che erano scesi in piazza per festeggiare la vittoria al Mondiale di Spagna di dodici anni or sono. Eppure siamo gli stessi che, quattro anni fa, durante le “Notti Magiche” di Italia '90, andavano in strada felici dopo ogni vittoria degli Azzurri. Gli stessi che si disperarono dopo la triste sconfitta ai rigori nella semifinale contro l'Argentina.Semplicemente abbiamo quattro anni di più. Semplicemente, in questo breve lasso di tempo, ne abbiamo viste tante. Abbiamo visto che stanno cercando di toglierci il nostro Toro senza che nessuno sappia fare gran che. Abbiamo visto che il calcio sta inesorabilmente cambiando e si sta trasformando sempre più in un'industria (il fatto stesso che i Mondiali si svolgano negli USA, ad orari impossibili e con un caldo d'inferno, ne è la conferma). Abbiamo visto che i grandi club diventano sempre più grandi e i piccoli sempre più piccoli. Poi, ognuno di noi ha le proprie ragioni personali per provare antipatia per la nostra Nazionale: c'è chi odia Sacchi e la sua supponenza; c'è chi disprezza Berlusconi e ritiene che le vittorie dell'Italia non facciano altro che consolidare il successo suo e del suo partito (che non a caso porta un nome che suona come uno slogan da Stadio); c'è chi non li può vedere entrambi ritenendoli i due volti della stessa medaglia; c'è chi (in questo caso noi tutti) ce l'ha con i gobbi e con i milanisti e quando li vede vestire l'azzurro non vede altro che gobbi e milanisti travestiti; c'è chi non sopporta il Presidente Federale che viene identificato come il simbolo del potere che lo scorso anno fece di tutto per far perdere al Toro la Coppa Italia contro la Roma (vero Sguizzato?).Insomma. Le motivazioni sono varie. Ma non c'è uno di noi che riesca ad evitare, quando vede gli Azzurri, di simpatizzare automaticamente per gli avversari. Aiutato in questo dalle mille trasmissioni televisive: quelle del “volemose bene”; quelle in cui tutti, specie chi fino al giorno prima nulla sapeva di calcio, pontificano come grandi esperti; le Albepariette, i Bistecconi, le Marevenier, i Pippibaudi, i Maurizicostanzi, i politici da salotto che ci riempiono la testa con una retorica da quattro soldi.E allora, se questa è la loro Nazionale, non sarà mai la mia. Se questa è la Nazionale di Berlusconi e dei Gobbi, di quelli che “No...il calcio non mi interessa....anzi mi fa anche un po' schifo, però quando gioca la Nazionale ai Mondiali tutti con la maglietta addosso a tenere per i nostri e a festeggiare in strada per tutta le notte...perché sì...perché bisogna festeggiare...”, di quelli che “JuveMilanInter e del resto che importa tanto il calcio in Italia siamo noi”, allora dico: prego, accomodatevi, ma io scendo dal carro e me ne sto a casa mia a tifare per gli altri. Mi seguo i Mondiali in santa pace (sembrerà strano ma li farebbero anche senza l'Italia...) sperando li vinca qualcun altro. Sperando che, alla fine di ogni partita, siate costretti a stare a casa anche voi, anche se non mi stupirei affatto di vedervi scendere in strada comunque perché sì, perché vi hanno detto che giocava la Nazionale e che quindi c'era da festeggiare.Quando vado in giro dicendo che in questo 1994 ho deciso di non tifare per la Nazionale mi guardano strano, come se fossi un extraterrestre. Quando spiego le mie motivazioni scuotono quasi tutti la testa compatendomi come si fa con i poveretti: “ma come? Quest'anno che la Nazionale ci fa godere....quest'anno che c'è da festeggiare....”. Sarà. Ma non è colpa mia se io riesco a provare gioia soltanto quando vince il mio Toro, e sto male solo quando il Toro perde.Qualcuno, che la sa più lunga degli altri ed è convinto di mettermi in difficoltà, mi dice che non sono sportivo. Quasi come se essere sportivo sia sinonimo di tifare per la Nazionale. Anche quando perde. Anche quando fa pena. Quello, se mai, significa essere tifosi. Essere sportivi è ammettere che l'Italia quest'anno ha avuto un fondello incredibile nel passare il primo turno, che avrebbe meritato di essere cacciata fuori agli ottavi dalla Nigeria, che la squalifica di Tassotti per la gomitata allo Spagnolo Luis Enrique è assolutamente giusta, che, pur nella pochezza generale, pur al termine di una finale molto modesta, il Brasile ha meritato di vincere.Ha meritato di diventare campione del Mondo per la quarta volta. Ha meritato di alzare la Coppa e di dedicare la vittoria ad Ayrton Senna, morto da poco in un incidente. Ha meritato perché ha vinto bene il girone di qualificazione e poi ha regolato in scioltezza gli Stati Uniti agli ottavi, a fatica un'Olanda molto tosta nei quarti, e con un gol di Romario all'80' la Svezia in semifinale. Ha meritato perché, nel corso della finalissima, ha prodotto qualcosa in più degli Azzurri. Ha meritato perché ha saputo sposare una difesa forte (imperniata sul portiere Taffarel, su Marcio Santos e Aldair, e protetta da un mastino come Dunga), a un attacco brillante composto da Bebeto e dall'ottimo Romario. Certo, anche l'Italia, al di là delle difficoltà incontrate anche a causa dell'infortunio di Baresi che lo ha tenuto fuori per lungo tempo, è una squadra forte. Una squadra che ha iniziato a girare quando gli schemi di Sacchi sono finiti nel dimenticatoio lasciando spazio alla fantasia del grande Roberto Baggio.Ma il Mondo stasera è verde oro. E io sono contento. Contento che là fuori ci sia silenzio. Contento che tutti coloro che erano scesi in piazza per vedere la partita al maxi schermo siano stati costretti a ripiegare le loro bandiere. Contento di uscire di casa col sorriso, fare un giro in centro e vedere musi lunghi e facce da gobbi sconfitti. Finalmente soffrono anche loro. E noi siamo felici di vederli così. Questo è il momento in cui pure loro capiscono che non sempre basta voler festeggiare per poterlo fare.Finalmente, dopo un mese di grida e trombe, cala il silenzio. Per le strade e nelle televisioni. Magnifico, meraviglioso, fantastico silenzio.Domani tornerò a pensare alla mia tesi di laurea da discutere in autunno.Ma ora penso che sia giusto che la festa cominci. A Copacabana, però....
Mondiali USA '94. Breve sintesi.
Al Mondiale americano partecipano, come da consuetudine consolidata nelle tre edizioni precedenti, ventiquattro squadre: 13 Europee, 4 Sudamericane, 3 Africane, 2 in rappresentanza del Centro e Nord America (tra cui gli Stati Uniti padroni di casa), 2 per l'Asia. Si segnalano alcune assenze importanti come quelle dell'Inghilterra (eliminata da Norvegia e Romania), della Francia (esclusa dalla Svezia e dalla Bulgaria di Stoichkov che espugna Parigi nell'ultimo incontro), della Danimarca Campione d'Europa in carica e dell'Uruguay. La formula è analoga a quella dei Mondiali precedenti: le squadre vengono suddivise in sei gironi che prevedono la qualificazione delle prime due classificate con il ripescaggio delle quattro migliori terze. Nel primo turno, nessuna squadra si dimostra così brillante da chiudere il girone a punteggio pieno e il solo Brasile sembra non avere mai difficoltà visto che supera in scioltezza la Russia ed il Camerun per poi pareggiare con la Svezia a qualificazione ormai avvenuta. La stessa Argentina vince bene le prime due partite (4 a 0 alla Grecia e 2 a 1 alla Nigeria) ma poi, travolta dallo scandalo per la squalifica per doping di Maradona, subisce una grave sconfitta da parte della Bulgaria che la relega addirittura al terzo posto nel girone. Terza (ma ripescata) giunge anche l'Italia allenata da Arrigo Sacchi. L'ex tecnico del Milan padrone d'Europa e del Mondo è subentrato a Vicini dopo la mancata qualificazione dell'Italia agli Europei in Svezia del 1992 e cerca di portare in Nazionale la sua mentalità fatta di difesa a zona, fuorigioco e schemi offensivi. Il suo modo di fare un po' arrogante desta molte polemiche da parte di chi ritiene che il suo tipo di gioco sia avulso dalla tradizione del nostro calcio e soprattutto sia difficilmente esportabile in una squadra Nazionale nella quale, differentemente da un club, c'è poco tempo a disposizione per allenarsi e provare schemi complicati.Sacchi si affida al blocco del Milan ed a parecchi giocatori dell'ottimo Parma di Scala, ma i risultati stentano ad arrivare e le polemiche crescono, giungendo al culmine dopo la sconfitta iniziale ai Mondiali contro l'Irlanda di Jackie Charlton nella quale gli Azzurri non riescono a reagire alla rete segnata a freddo da Houghton. Le polemiche sono ancora forti durante e dopo la seconda partita contro la Norvegia: l'Italia rimane in dieci dopo l'espulsione del portiere Pagliuca che esce alla disperata toccando il pallone con le mani fuori area e Sacchi ha l'ardire di sostituire Roberto Baggio, ovvero il miglior calciatore italiano ed Europeo del momento (Pallone d'Oro nel 1993). Pur in dieci, l'Italia vince per 1 a 0 con gol dell'altro Baggio (Dino) e, malgrado il successivo deludente pareggio col Messico, giunge agli ottavi di finale unitamente allo stesso Messico ed all'IrlandaOltre alle squadre già citate (Brasile, Argentina, Italia, Messico e Irlanda) accedono alla seconda fase del Mondiale le seguenti formazioni: Romania, Svizzera e Stati Uniti (nel gruppo A a spese della Colombia); Svezia (col Brasile nel gruppo B ai danni di Russia e Camerun); Germania e Spagna (gruppo C dove vengono eliminate la Corea del Sud e la Bolivia); Nigeria e Bulgaria (insieme alla citata Argentina, nel gruppo D dove esce la Grecia che non raccoglie neppure un punto e subisce dieci reti senza segnarne alcuna); Olanda, Arabia Saudita e Belgio (a spese del Marocco nel gruppo F).Gli ottavi di finale, che iniziano sabato 2 luglio 1994, vedono i seguenti risultati: Germania – Belgio 3 a 2; Spagna – Svizzera 3 a 0; Romania – Argentina 3 a 2 (grande sorpresa, con la doppietta di Dumitrescu e il gol di Hagi che rendono vane le reti di Batistuta e Balbo causando l'esclusione di una delle squadre favorite del Mondiale); Svezia – Arabia Saudita 3 a 1; Olanda – Irlanda 2 a 0; Bulgaria – Messico 3 a 1 ai rigori (dopo che il match si era concluso 1 a 1) e Italia – Nigeria 2 a 1 dopo i supplementari, in una partita dominata per lungo tempo dagli Africani che vanno in vantaggio al 26' grazie ad Amunike, ma vengono raggiunti a due minuti dal termine (quando tutto sembra finito e Bruno Pizzul sta già recitando il “de profundis” per Sacchi) da un gol di Roberto Baggio. Quest'ultimo, durante i supplementari, saprà poi procurarsi e trasformare il penalty del definitivo 2 a 1 che qualifica la Nazionale ai quarti.Alle semifinali giungono il Brasile (3 a 2 all'Olanda al termine di una dura battaglia che sembrava finita dopo l'uno-due di Romario e Bebeto, ma che viene riaperta da Bergkamp e Winter e definitivamente chiusa all'81' da Branco); la sorprendente Bulgaria (2 a 1 in rimonta alla Germania: al rigore di Matthaeus rispondono in 3 minuti Stoichkov e Letchkov); la Svezia (ai rigori sulla Romania dopo che i supplementari si erano conclusi 2 a 2) e l'Italia che batte la Spagna per 2 a 1 con rete iniziale di Dino Baggio, pareggio su autorete, e gol ancora all'88' del solito Roberto Baggio: i minuti finali si rivelano fondamentali per gli Azzurri.Le semifinali vedono il Brasile liquidare per 1 a 0 la Svezia (gol di Romario solo all'80') e l'Italia battere la Bulgaria: dopo i primi minuti sembra tutto facile, visto che il solito Roberto Baggio sale in cattedra e segna una doppietta, ma Stoichkov accorcia le distanze su rigore al 44' e introduce a un secondo tempo di sofferenza che comunque non impedisce agli Azzurri di festeggiare la quinta finale della loro storia.La riedizione della finalissima dei Mondiali di Messico '70 è piuttosto noiosa: per la prima, e finora unica volta, la sfida finale di un Mondiale si conclude senza reti. Anche i supplementari non modificano le cose, per cui si rendono necessari i calci di rigore: per l'Italia falliscono Franco Baresi (reduce da un'operazione al menisco dopo la prima partita e rientrato a tempo record), Massaro e Roberto Baggio. Per i verde-oro sbaglia solamente Marcio Santos: Brasile Tetra-Campeon e Italia in lacrime.
L'affaire Maradona
Il 25 giugno del 1994, al termine di Argentina – Nigeria, un'infermiera bionda e un po' cicciottella preleva Diego Maradona (al suo terzo Mondiale) per condurlo al controllo anti-doping. Sul volto del capitano della “Seleccion” c'è il sorriso dei tempi migliori (d'altra parte la sua Nazionale ha appena vinto contro la Nigeria, bissando il successo sulla Grecia nella prima partita in cui Diego era anche andato il gol). Ma il sorriso durerà poco: tre giorni dopo, a Maradona verrà comunicata la notizia che il controllo ha avuto esito positivo all'efedrina, una sostanza che dovrebbe avere lo scopo di “coprire” le tracce di cocaina nella sua urina.Maradona, tramite il suo staff, cerca di scagionarsi attribuendo la colpa dell'accaduto ad un prodotto dimagrante preso per errore e confida in un atto di clemenza da parte della FIFA che lo aveva fortemente voluto al Mondiale (una manifestazione sostanzialmente priva di grandissimi giocatori). Ma gli organismi internazionali sono inflessibili (d'altra parte Diego è recidivo) e lo squalificano per un anno e mezzo. Maradona non giocherà più in Nazionale e il suo sogno di battere il record di presenze in un Mondiale si infrange, così come si infrange il sogno dell'Argentina allenata da Basile che, partita come grande favorita, viene eliminata agli ottavi dalla Romania sotto gli occhi lucidi di un Diego Maradona inutilmente consolato dalla moglie Claudia.Ma Diego è tornato, sotto altra veste, ai Mondiali del Sud Africa....
Morire di calcio. Il dramma di Escobar
“Lotto perché si mantenga il rispetto. Un abbraccio forte a tutti. La vita non finisce qui”.Con queste parole , il difensore della Nazionale colombiana Andres Escobar chiuse la sua corrispondenza sul quotidiano “El Tiempo” di Bogotà dopo la sconfitta avvenuta il 22 giugno ad opera degli Stati Uniti causata anche da una sua autorete. Purtroppo aveva tragicamente torto. Nella notte tra l'1 e il 2 luglio del 1994, infatti, al grido di “Grazie per il gol!”, Escobar, 27 anni, viene crivellato da una serie di colpi sparati dal fanatico Humberto Munoz Castro mentre esce da un ristorante di Medellin insieme alla fidanzata.La colpa del calciatore è quella di aver provocato l'autogol che ha deciso la partita della Nazionale colombiana contro gli Stati Uniti, vinta per 2 a 1 dagli Americani. Una sconfitta che, in pratica, ha sancito l'eliminazione dei Colombiani dalla Coppa del Mondo, provocando pare un danno enorme agli interessi degli scommettitori legati al cartello del narcotraffico di Medellin. Escobar non era Maradona e neppure Valderrama, la stella del calcio colombiano in quegli anni. Era piuttosto un onesto difensore, colonna del Nacional Medellin avversario del Milan nella finale della Coppa Intercontinentale del 1989 e titolare della Nazionale colombiana sia a Italia '90 che a Usa '94 (segnò anche uno storico gol a Wembley in amichevole contro l'Inghilterra). Aveva tentato anche l'avventura Europea in Svizzera nello Young Boys.Capita anche, purtroppo, di morire per il calcio.
CLASSIFICA FINALE DEI MONDIALI U.S.A. 1994:
1)BRASILE2)ITALIA3)SVEZIA4)BULGARIA
LA FINALE:
Los Angeles (Stadio “Rose Bowl”)
Domenica 17 luglio 1994
Brasile – Italia 0 – 0 (dts) poi 3 – 2 ai calci di rigore
BRASILE (All. Carlos Alberto Parreira): Taffarel, Jorginho (20' Cafu), Branco, Mauro Silva, Aldair, Marcio Santos, Mazinho, Dunga (cap), Romario, Zinho (106' Viola), Bebeto
ITALIA (All. Arrigo Sacchi): Pagliuca, Mussi (34' Apolloni), Benarrivo, Albertini, Maldini, Baresi (cap), Donadoni, D. Baggio (95' Evani), Massaro, R. Baggio, Berti.
ARBITRO: Sandor PUHL (Ungheria)
SEQUENZA RIGORI: Baresi (alto), Marcio Santos (parato), Albertini (realizzato), Romario (realizzato), Evani (realizzato), Branco (realizzato), Massaro (parato), Dunga (realizzato), R. Baggio (alto)
SPETTATORI: 94.154
LA ROSA DEL BRASILE CAMPIONE DEL MONDO:
Claudio André TAFFAREL (portiere), 7 presenze, 3 reti subiteArmelino ZETTI (portiere), 0 presenzeGILMAR (portiere), 0 presenzeALDAIR (difensore), 7 presenze, 0 retiJORGINHO (difensore), 7 presenze, 0 retiMARCIO SANTOS (difensore), 7 presenze, 1 reteClaudio BRANCO (difensore), 3 presenze, 1 reteMarcos CAFU (difensore), 3 presenze, 0 retiRICARDO ROCHA (difensore), 1 presenza, 0 retiRicardo GOMES (difensore), 0 presenzeRONALDAO (difensore), 0 presenzeCarlos DUNGA (centrocampista), 7 presenze, 0 retiMAURO SILVA (centrocampista), 7 presenze, 0 retiZINHO (centrocampista), 7 presenze, 0 retiMAZINHO (centrocampista), 6 presenze, 0 retiRAI' (centrocampista), 5 presenze, 1 reteLEONARDO (centrocampista), 4 presenze, 0 retiBEBETO (attaccante), 7 presenze, 3 retiROMARIO (attaccante), 7 presenze, 5 retiPAULO SERGIO (attaccante), 2 presenze, 0 retiLuis MULLER (attaccante), 1 presenza, 0 retiPaulo Sergio VIOLA (attaccante), 1 presenza, 0 retiRONALDO (attaccante), 0 presenze
COMMISSRIO TECNICO: Carlos Alberto PARREIRA
LA ROSA DELL'ITALIA VICE CAMPIONE DEL MONDO:
Gianluca PAGLIUCA (portiere, Sampdoria), 5 presenze, 3 reti subiteLuca MARCHEGIANI (portiere, Lazio), 3 presenze, 2 reti subiteLuca BUCCI (portiere, Parma) 0 presenzePaolo MALDINI (difensore, Milan), 7 presenze, 0 retiAntonio BENARRIVO (difensore, Parma) 6 presenze, 0 retiAlessandro COSTACURTA (difensore, Milan) 6 presenze, 0 retiLuigi APOLLONI (difensore, Parma) 3 presenze, 0 retiFranco BARESI (difensore, Milan) 3 presenze, 0 retiRoberto MUSSI (difensore, Torino) 3 presenze, 0 retiMauro TASSOTTI (difensore, Milan) 2 presenze, 0 retiLorenzo MINOTTI (difensore, Parma) 0 presenzeDemetrio ALBERTINI (centrocampista, Milan) 7 presenze, 0 retiDino BAGGIO (centrocampista, Parma) 7 presenze, 2 retiNicola BERTI (centrocampista, Inter) 7 presenze, 0 retiRoberto DONADONI (centrocampista, Milan) 6 presenze, 0 retiAntonio CONTE (centrocampista, Juventus) 2 presenze, 0 retiAlberigo EVANI (centrocampista, Milan) 2 presenze, 0 retiRoberto BAGGIO (attaccante, Juventus), 7 presenze, 5 retiDaniele MASSARO (attaccante, Milan) 6 presenze, 1 reteGiuseppe SIGNORI (attaccante, Lazio) 6 presenze, 0 retiPierluigi CASIRAGHI (attaccante, Juventus) 3 presenze, 0 retiGianfranco ZOLA (attaccante, Parma) 1 presenza, 0 reti
COMMISSARIO TECNICO: Arrigo SACCHI
CAPOCANNONIERI: Oleg SALENKO (Russia) e Hristo STOICHKOV (Bulgaria)
GLI STADI DEL MONDIALE:
Chicago (Stadio “Soldier Field), capienza: 66.814 spettatoriDetroit (Stadio “Silverdome”), capienza: 76.000 spettatoriNew York (Stadio “Giant's Stadium”), capienza: 76.891 spettatoriBoston (Stadio “Foxboro Stadium”), capienza: 61.000 spettatoriOrlando (Stadio “Citrus Bowl”), capienza: 70.188 spettatoriSan Francisco (Stadio “Stanford Stadium”), capienza: 86.019 spettatoriDallas (Stadio “Cotton Bowl”), capienza: 72.000 spettatoriWashington (Stadio “R.F.K. Memorial Stadium”), capienza: 56.500 spettatoriLos Angeles (Stadio “Rose Bowl”), capienza: 102.083 spettatori
Fatti e curiosità del Mondiale Usa 1994.
Il Mondiale americano fu il primo in cui, nella fase a gironi, vennero assegnati i tre punti alla vittoria.
La finale Brasile-Italia fu la prima nella storia a concludersi ai calci di rigore.
Fu inoltre il primo Mondiale in cui gli arbitri poterono indossare uniformi diverse da quella classica nera. I giocatori indossarono per la prima volta le magliette con la scritta col nome.
Il centrocampista tedesco Stefan Effenberg fu spedito a casa dal suo C.T. Berti Vogts per aver rivolto un gesto ingiurioso contro i suoi tifosi dopo essere stato sostituito contro la Corea del Sud.
Durante il quarto di finale tra Italia e Spagna, il difensore azzurro Mauro Tassotti rifilò una gomitata all'iberico Luis Enrique che non fu ravvisata dall'arbitro ungherese Puhl. La Commissione Disciplinare della FIFA punì comunque Tassotti con 8 giornate di squalifica dopo aver osservato la prova televisiva.
Il Russo Oleg Salenko vinse la classifica dei cannonieri a pari merito col Bulgaro Hristo Stoichkov. L'attaccante russo passò alla storia per essere il primo giocatore ai Mondiali a segnare cinque reti nella stessa partita, quella contro il Camerun. In quel match (vinto per 6 a 1 dai Russi) Roger Milla segnò il gol della bandiera per gli Africani e divenne il giocatore più anziano a segnare un gol ai Mondiali (42 anni), migliorando un record che già gli apparteneva da quattro anni.
A Dublino, in occasione della partita tra Eire e Italia del primo turno, almeno 650 pub chiusero per uno sciopero del personale. Nella capitale irlandese vennero allestiti diversi maxi schermi che permisero ai tifosi di assistere alla partita durante la quale, al “Giants Stadium” di New York, vennero ricoverate 77 persone a causa del caldo e dell'umidità.
Il primo dei due gol segnati dall'Argentino Caniggia alla Nigeria passò alla storia come la rete numero 1500 nella storia dei Mondiali.
Durante il quarto di finale tra Bulgaria e Germania, la madre dell'attaccante Hristo Stoichkov fu colta da un malore per l'emozione dopo il gol del vantaggio dei Bulgari. Le venne impedito di assistere alla semifinale contro l'Italia di tre giorni dopo.
Dopo la semifinale tra Brasile e Svezia, il quotidiano sportivo danese “B.T.” annunciò per errore la vittoria degli Svedesi per 1 a 0, laddove erano stati i Brasiliani a vincere proprio con quel punteggio.
E per concludere un po' di immagini di calcio:
Irlanda -Italia:
Italia - Norvegia:
Italia - Nigeria:
Italia - Spagna:
Italia - Bulgaria:
Brasile - Italia:
L'ultimo gol di Maradona ai Mondiali:
Altri sport:
La più grande vittoria azzurra nella storia dello sport:
Ciao Ayrton:
Ciao Marco:
Un po' di musica:
Aleandro Baldi:
Giorgio Faletti:
Laura Pausini:
Andrea Bocelli:
E cinema:
Forrest Gump:
Forrest Gump corre:
Pulp fiction, Cosa?:
Pulp fiction, Wolf:
Il Re Leone:
Il Re Leone, Akuna Matata:
La prossima settimana si torna in un posto molto più vicino a noi. La prossima settimana andremo in Francia. Vi porterò infatti a Marsiglia dove, otto anni dopo le Notti Magiche di Italia '90, sono tornato ad riassaporare, anche se per un giorno solo, l'atmosfera dei Mondiali. Allora a presto.
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