- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
La gioa di Bruno Peres dopo l'eurogol nel derby
Fresco di scudetto con il Trazbospor, Bruno Peres è tornato a parlare per il sito gianlucadimarzio.com del suo presente, ma anche del suo passato. E nel passato c'è anche ampio spazio per il Torino, la squadra che accolse il brasiliano nel calcio italiano e che per stessa ammissione del giocatore, gli ha regalato alcuni dei ricordi più belli della carriera.
IL GOL NEL DERBY - "A Torino ho segnato il gol più bello della mia carriera - esordisce Bruno Peres ricordando i giorni in maglia granata e il derby del 30 novembre 2014, quando incantò gli occhi dei tifosi granata con il suo primo gol in Serie A dopo essersi fatto tutto il campo e regalò al Toro il primo gol in una stracittadina a distanza di 12 anni - "Il giorno prima ero in macchina con Amauri: gli dissi che avrei segnato di sicuro. Lui mi aveva detto che avrei dovuto però fargli anche un assist. Glielo promisi. E avevo ripetuto la promessa anche a cena, davanti a lui e a Josef Martinez: ‘Ve lo assicuro, domani segno’. Stavamo perdendo, a un certo punto avevo recuperato palla. Mi ero voltato, nessuno mi seguiva, e davanti avevo spazio. Allora avevo iniziato a correre, pensando di arrivare almeno vicino all’area per crossare. Ero convinto che qualcuno mi avrebbe fermato, come Vidal, che però a un certo punto era tornato verso il centro del centrocampo, perché non mi stava dietro. E poi anche Chiellini e Bonucci: si erano avvicinati, ma poi erano andati più in mezzo, dove c’era Quagliarella. Una volta entrato in area mi ero detto: ‘Non la passo più. Io qui devo tirare’. È stato un gol incredibile. Da quel giorno, i tifosi del Torino hanno capito che non ero solo un giocatore arrivato da pochi mesi. Ma Bruno Peres: quello che aveva fatto una grande rete nel derby".
VENTURA - In Italia Bruno Peres ha incontrato anche un allenatore con cui ha mantenuto un legame speciale, Gian Piero Ventura: "Per me è come un padre. Mi ha insegnato il calcio in Italia, mi ha insegnato a crederci. Non mi faceva mai un complimento, o diceva che mi sarei esaltato troppo. Abbiamo anche litigato molto, ma poi mi abbracciava sempre e ripartivamo. Tutte le volte che torno in Italia cerco sempre di incontrarlo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA