di Arianna Lucania
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Cadere e rialzarsi
Società in crisi. Presidenti che si dimettono esasperati dalle critiche della tifoseria, squadre che perdono completamente l’assetto di gioco, fallimenti veri e presunti. In Italia di situazioni come queste ce ne sono tante, ma non tutte le squadre reagiscono allo stesso modo.
L’esempio più lampante che arriva direttamente da ieri sera è la Fiorentina: in molti si chiedevano che cosa sarebbe stato della formazione viola dopo le dimissioni di Andrea Della Valle. Ci si aspettava un capitombolo, giocatori già con la valigia in mano se il piano societario di rendere la squadra di Firenze una delle squadre più competitive almeno in Italia fosse svanito nel nulla. Qualcuno dava Jovetic già vicino alla Juve. E poi? Una partita perfetta contro il Liverpool, una vittoria che fa salire la Fiorentina sul tetto d’Europa almeno per una notte. Una reazione decisa, di coesione e unità, che arriva in un momento di buio. Città e squadra unite in un unico piano.
Ma non tutti reagiscono come la Fiorentina: prendiamo l’esempio della Roma. I giallorossi si trovano sull’orlo della bancarotta ormai da anni. Critiche alla presidenza della Sensi, manifestazioni contro la società. E una squadra che fatica ad andare avanti, tra una vittoria importante e una sconfitta senza dignità che si susseguono, rendendo difficile capire quali saranno le sorti di questa squadra.
Ma guardiamo esempi più vicini alla sfera granata: anche una retrocessione in una serie inferiore può essere motivo di distacco. Quando tutto va male è dura trovare la forza di andare allo stadio, di stare vicini alla squadra, di metterci il cuore. E non tutti reagiscono nello stesso modo ad una sconfitta pesante, non tutti riescono a rialzarsi in fretta. Reggina e Lecce, ad esempio, dopo la retrocessione in serie B della scorsa stagione hanno iniziato un campionato tentennando, senza un vero programma in corso.
Ma in tutto questo, dove si posiziona il Torino? Il popolo granata è famoso per la forza di non mollare mai. Neanche nelle crisi più nere, neanche dopo retrocessioni, cessioni di giocatori importanti, non si è mai tirato indietro. Ci sono state scaramucce con la società, ma è normale che sia così quando niente gira. Ma la realtà è che il Toro reagisce in Fiorentina style: unità, forza, senza mai perdere di vista l’obiettivo. E questo obiettivo è la serie A, è la voglia di riemergere e di tornare grandi. E per questo ci vorrà la collaborazione di tutti: giocatori, allenatore, società, tifosi. Solo così si potrà fare quel salto di qualità che il Toro si merita. E l’importante è crederci, perché le qualità per emergere ci sono tutte.
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