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Brutte notizie per il calcio italiano. Nelle ultime tre stagioni – dal 2007 al 2010 – A, B e Lega Pro hanno prodotto perdite per quasi un miliardo di euro (per la precisione, 947 milioni). E’ quanto emerge da un rapporto, “Reportcalcio 2011” realizzato da Arel, Pwc, e dal centro studi della Figc per Il Sole 24 ore.
La serie B, nella stagione 2009-2010, ha fatto registrare 287 milioni di entrate, 13 in meno rispetto ai 300 della stagione precedente. I ricavi realizzati da sponsor e attività commerciali sono stati pari a 59 milioni, quelli da plusvalenze 73 e quelli da diritti tv 34. Il costo del lavoro è stato di 191 milioni. Oltre agli ingaggi sui costi (382 milioni) pesano anche 61 milioni di ammortamenti e svalutazioni relativi agli acquisti effettuati nelle annate precedenti e scaricati in bilancio in base alla durata dei contratti siglati con gli atleti. Tutto ciò ha generato una perdita d'esercizio di 83 milioni.
Altre cifre che fotografano bene la situazione deficitaria del calcio tricolore: i debiti globali crescono (in A sono saliti tra il 2008 e il 2010 da 1,9 a 2,3 miliardi, mentre in B sono passati da 367 a 358 milioni); e il patrimonio netto si è, di conseguenza, ridotto da 460 a 406 milioni. Due dati ancora più preoccupanti, soprattutto se visti nell'ottica del divieto, progressivo imposto dal fair play finanziario, di immissione nei club di nuovo capitale (ad opera dal patron di turno) per ripianare le perdite.
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