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Ieri sera presso le aule della Palazzina Einaudi di Torino, i ragazzi iscritti alla Facoltà di Giurisprudenza hanno cercato di capire meglio chi sia e che cosa faccia l’Agente Fifa. O meglio, l’agente di calciatori: il caro e vecchio procuratore sportivo, per intenderci. In aula hanno presenziato i due Agenti Fifa Gianluca Libertazzi e Gianluca Romano i quali hanno cercato di delineare al meglio il proprio ruolo all’interno del sistema calcio. CHI E’ L’AGENTE - L’agente di calciatori è un lavoratore autonomo, le cui attività principali sono la cura rapporti tra il calciatore e la società in fase di contratto, ma anche di mediazione tra società e giocatori a disposizione sul mercato. Il procuratore – noi lo chiamiamo ancora così –, non è un tesserato FIGC, ma in Italia lavora all’interno del suddetto ordinamento sportivo, dunque vive una situazione intermedia e deve sottostare a determinate regole, anche deontologiche, volte ad evitare gravi casi di connivenza. Nei quali le procure e i mandati societari si mischiano in maniera selvaggia e non regolare. COME SI DIVENTA - Per diventare un Agente Fifa occorre sostenere un esame composto da 20 domande a scelta multipla. Di cui 15 sono proposte direttamente dalla Fifa e le altre 5 dalla federazione interna, nel nostro caso la Figc. I requisiti per accedere all’esame sono pressoché alla portata di tutti: diploma di scuola media superiore, nessuna condanna per delitti non colposi, nessuna inibizione in ambito sportivo (superiore ai 120 giorni) negli ultimi 5 anni. Ci sono casi in cui il ruolo di Agente Fifa potrebbe non essere compatibile con lo status del candidato, come un calciatore ancora in attività, e in quel caso la domanda non viene presa in considerazione. Per passare l’esame bisogna rispondere correttamente a 15 domande su 20 e una volta superato, occorre sottoscrivere il codice deontologico. Diversamente non sarebbe possibile procedere con l’attività. I TRE MODULI – Qui si va nel tecnico. I moduli con cui opera un agente sono tre: rispettivamente di colore blu, rosso e verde. Il modulo blu è quello classico, con cui un giocatore concede il mandato ad un agente, in esclusiva o no. Per essere assistito in fase contrattuale. Il compenso dell’agente per questa prestazione può essere forfettario o percentuale, con un minimo del 3% e un massimo dell’8% dello stipendio lordo percepito dal giocatore. Il modulo rosso, invece, è quello con il quale una società si affida ad un agente per mediare su una trattativa. Spesso accade con i campionati esteri e gli esempi più celebri sono Bronzetti, massimo esperto italiano di calcio spagnolo, e Oscar Damiani: leader delle mediazioni con la Francia. Infine, c’è il modulo verde: quello riservato ai giovani calciatori, dove l’agente non percepisce alcun compenso e non può imporre alcuna penale. Di seguito il servizio della serata Manolo Chirico (parlane con me su twitter @ManoloChirico)
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