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Chi festeggia e chi continua a soffrire

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Pochi elementi stringati a beneficio degli eventuali marziani che nulla sapessero della questione trattata.A Torino ci sono due società di calcio professionistiche, anche se un dirigente di una delle due disse che erano...
Redazione Toro News

Pochi elementi stringati a beneficio degli eventuali marziani che nulla sapessero della questione trattata.A Torino ci sono due società di calcio professionistiche, anche se un dirigente di una delle due disse che erano “troppe”. Di queste, una vive da anni una questione dolorosa, legata al suo storico stadio; e stasera, quasi quindici anni dopo che ebbero inizio questi problemi, ci sarà l'inaugurazione della struttura nuova, futuristica e scintillante.Detto così sembrerebbe tutto a posto, anche se dopo tanto tempo; non fosse però per il dettaglio che, delle due, la squadra ad aver ricevuto il mega regalo che stasera verrà scartato in mondovisione non é quella con la ferita aperta, ma l'altra, quella che problemi del genere non ne aveva e non ha mai avuti.Ma come, com'é possibile?, si chiederanno a questo punto i marziani; é grottesco!Abbiamo pensato al punto di vista di estranei che nulla sanno, perché spesso solo chi guarda da fuori può conservare la forza di scandalizzarsi, di non ritenere che tutto questo sia normale, di non lasciarsi abbagliare dai flash dei fotografi e dai riflettori degli sponsor dimenticando che, dietro tutta queste stelline e stellette luccicanti, c'é mezza città se non di più che rimane fuori, in un cono d'ombra, e che nonostante gridi non viene ascoltata. Ignorata dal potente che pure si dice loro fratello, ignorata dal mass media che ha la vista bicolore, e dunque di conseguenza ignorata da tutti; non esiste.Stasera rinasce quello che fu uno dei luoghi simbolo dei “magna magna” che portarono al terremoto di calciopoli; uno stadio che fu da subito antipatico a tutti, così lontano (fuori città), così freddo (tribune lontanissime dal campo), così costoso. E mentre concerti e chissà cos'altro accenderanno quest'angolo nord-ovest delle periferia di Torino, dalla parte opposta, a sud-est (ma dentro la città) ci sarà come sempre buio, silenzio, gatti randagi e qualche anima granata che va ad accarezzare prato e ruderi.Eppure, altro che silenzio: il Filadelfia urla. Per bocca della sua gente, di quelle persone che non si sono mai arrese. Che dicono che, ad esempio, applicando gli stessi prezzi con i quali é stata “regalata” l'area della Continassa a chi stasera festeggia, il quadrilatero degli Immortali costerebbe 38mila euro.Chissà che non debba essere il primo sindaco cittadino non sedicente granata da vent'anni a questa parte a volersi davvero lavare le mani del fastidio che la rinascita dello stadio provocherebbe in molti potenti locali. Difficile dirlo, difficile crederlo, difficile credere a chiunque. C'é una Fondazione, ed é già una conquista ottenuta a fatica, sulla quale ora poggiano tutte le speranza di un popolo: non può deludere.E intanto c'é ancora un Toro, che gioca in uno stadio piccolo piccolo ma, se possibile, reso ancor più triste di quanto non fosse l'astronave di Venaria. Stadio, il vecchio Comunale, sul quale -possiamo dirlo- c'é da poco un progetto della società granata, e in merito a cui speriamo di poterci dilungare prossimamente.Oggi, però, volevamo solo dare espressione a quella vocina interiore che mastica amaro, mentre si festeggia: “...E le rovine del Fila sono ancora lì...”.