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Il Giro di Padania non è nato di certo sotto una buona stella. E continua ancora a suscitare polemiche e sentimenti di disapprovazione. Il malcontento si è tradotto anche oggi in contestazione. Ivan Basso, anch'egli uno dei partecipanti a questa corsa delle polemiche, ha dichiarato: “Ci hanno preso a sberle”. Oggi la seconda tappa, partita da Loano e destinata a Vigevano: ma a Savona la corsa ha subito uno stop, e il gruppo di manifestanti con tanto di tricolore ha costretto gli organizzatori a cambiare il percorso.
Da una parte i ciclisti, che chiedono di poter 'fare il loro mestiere' (che sembrano non potersi sottrarre a certi obblighi contrattuali, per cui se la squadra decide di partecipare con il proprio gruppo di atleti questo non può fare altrimenti), dall'altra i manifestanti, la maggior parte spinta da intenti di certo non violenti (ma la violenza non è mai difendibile), contrari ad una manifestazione che, oltretutto proprio nell'anno del centocinquantenario, non sembra voler esaltare quegli ideali di patria.
Rara occasione in cui lo sport, più che unire, riesce a dividere.
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