altre news

Contestazioni: in serie A tre tifoserie sul piede di guerra

Redazione Toro News
di Andrea Baricco In queste ultime settimane lungo tutta la Penisola si stanno verificando episodi di accesa contestazione da parte di alcune tifoserie nei confronti di società, squadre e allenatori. Le motivazioni che spingono ad un...

di Andrea Baricco

 

In queste ultime settimane lungo tutta la Penisola si stanno verificando episodi di accesa contestazione da parte di alcune tifoserie nei confronti di società, squadre e allenatori. Le motivazioni che spingono ad un confronto tanto diretto sono quasi sempre da ricondurre agli scarsi e talvolta insufficienti risultati sportivi ottenuti nell’ultimo periodo o addirittura nell’intera stagione.

Particolare eco, specialmente nella città in questione, ha avuto il caso del Cesena. Secondo la ricostruzione dei fatti quattro ragazzi sarebbero entrati  nello store ufficiale della società bianconera e avrebbero minacciato le commesse del negozio, tra le quali la moglie del presidente, di "tornare e spaccare tutto" nel caso in cui la squadra avesse perso l’incontro successivo e non fosse stato esonerato il tecnico Ficcadenti.

La reazione di Igor Campedelli è giunta il giorno seguente ed è stata affidata al sito ufficiale del Cesena: la frase 'Come Società siamo pronti ad accettare le contestazioni, la contestazione se resta nel limite della civiltà non ci fa paura ma l'inciviltà non la tolleriamo e anzi siamo pronti a combatterla' rappresenta l’amarezza di chi commenta l’accaduto, arrivando a prendere seriamente in considerazione l’idea  di lasciare il mondo del calcio a fine stagione vendendo i giocatori e non iscrivendo più la squadra al prossimo campionato per lasciarla in mano all’amministrazione comunale, così come l’aveva acquistata quando si trovava sull’orlo del fallimento.

La città intera, e in particolare il sindaco Paolo Lucchi, si è stretta intorno al Presidente per dimostrare che Cesena non vuole perdere il privilegio di rappresentare un esempio di alta qualità della vita basata anche sul rispetto reciproco.

A Bari, invece, il disappunto si è riversato direttamente sui giocatori, a cui sono stati indirizzati calci e sputi - come da TN nei giorni scorsi - in risposta alla pessima annata che, con ogni probabilità, a meno di una rimonta che avrebbe dell’incredibile, terminerà con la retrocessione nella serie cadetta.

I maggiori responsabili di tale fallimento, secondo parte della tifoseria, sarebbero Donati, Almiron, Rossi, Castillo e Rivas, mentre gli unici ritenuti degni di indossare la maglia dei galletti sarebbero solamente Andrea Masiello e Gazzi: durante l’allenamento è stato anche esposto uno striscione, sul quale era scritto 'Avete più principi attivi del Guttalax' che rappresenta chiaramente come la 'libidine' di Venturiana memoria sia ormai definitivamente scomparsa.

Guido Angelozzi, diesse della società pugliese ha dimostrato comprensione nei confronti della contestazione, a suo parere giustificata dal pessimo andamento in campionato, ma ha condannato fermamente ogni atto che valichi il confine della civiltà: ''Il Bari non è morto, noi ci siamo. Domenica dopo domenica dobbiamo far uscire grinta e voglia di lottare, quello che non si è visto nel primo tempo contro la Lazio. Noi siamo ancora in serie A e dobbiamo pensare in questi termini fino a che ci sarà anche la più piccola speranza''.

L’esasperazione dei sostenitori della Roma, invece, già deludente negli ultimi mesi e capace di raccogliere solo due pareggi in sei incontri, ha raggiunto il culmine dopo la sconfitta di Genova, dove in poche decine di minuti i giallorossi hanno incredibilmente dilapidato un vantaggio di tre reti e si sono addirittura fatti superare nelle battute finali dalla compagine ligure.

Alcuni tifosi hanno deciso di attendere l’arrivo della squadra all’aeroporto Leonardo da Vinci, dove i giocatori, attesi per le 20.30, sono stati costretti a salire sul’autobus direttamente dal parcheggio del velivolo e ad allontanarsi attraverso un’uscita secondaria. La contestazione è definitivamente scoppiata pochi minuti dopo di fronte ai cancelli di Trigoria, dove i calciatori sono stati accolti da lanci di oggetti e cori come 'Mercenari', 'Indegni' e 'Uscite a mezzanotte' in riferimento alle ronde che i tifosi stessi stavano tenendo di fronte ai cancelli impedendo a Totti e compagni di fare rientro alle proprie abitazioni.

La situazione è tornata ad essere sotto controllo intorno alle 22.30, quando anche Claudio Ranieri, che ormai aveva già rassegnato le proprie dimissioni, si è allontanato dal centro sportivo a bordo della propria automobile.

Questi episodi stridono nettamente con l’euforia presente su tutte le piazze fino all’anno scorso, quando il Cesena ha ottenuto un insperato doppio salto di categoria, il Bari ha disputato un ottimo campionato dopo averne dominato uno in Serie B e la Roma ha sfiorato il quarto Scudetto della propria storia combattendo fino all’ultimo con l’Inter del 'Triplete'.