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Cori razzisti, solo se in tv

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Rubrica di analisi, confronto e ricerca negli archivi del calcio. di Paolo Morelli I cori razzisti non sono mica una cosa nuova, come pare essere leggendone qui e là. La provocazione di Massimo Moratti, presidente dell'Inter, potrebbe...
Redazione Toro News

Rubrica di analisi, confronto e ricerca negli archivi del calcio.

di Paolo Morelli

I cori razzisti non sono mica una cosa nuova, come pare essere leggendone qui e là. La provocazione di Massimo Moratti, presidente dell'Inter, potrebbe essere legittima («Se sabato fossi stato allo stadio, sarei sceso in campo e avrei ritirato la squadra»), se non fosse che a pronunciarla sia stato proprio Massimo Moratti. Perché? Facciamo un salto indietro nel tempo.Ve lo ricordate Marc Zoro? Giocatore del Messina che fu insultato dai tifosi dell'Inter in un Messina-Inter di tre anni fa. Anche quella volta si sollevò il problema del razzismo negli stadi. Gli striscioni «Zoro infame» da parte della curva nerazzurra certo non erano messaggi di pace e amicizia. Moratti commentò così: «In questo caso il razzismo non c'entra, è stata soltanto una manifestazione di stupidità da parte di un gruppo che pensa di essere stato ingiustamente danneggiato per quello che accadde nella gara di andata» (Corriere della Sera, 2 aprile 2006). Cosa accadde nella gara di andata? I tifosi dell'Inter insultano Zoro per tutta la partita, finché il giocatore prende il pallone in mano e chiede la sospensione della gara. In seguito, e solo in seguito, la curva nerazzurra attaccherà Zoro con striscioni del genere: «Ti sei fatto pubblicità sulla pelle degli ultrà».All'epoca non fu squalificato il campo dell'Inter. semplicemente perché una sanzione del genere non era ancora prevista dalla normativa Figc. All'epoca, la Fifa diramò delle direttive sul tema del razzismo negli stadi. Ma lo fece dopo il caso Zoro. E precisamente il 16 e il 17 marzo 2006. Nel Codice Disciplinare Fifa fu inserito un emendamento all'articolo 55, di cui è importante il paragrafo 2: «Se i tifosi espongono striscioni con slogan razzisti, o si rendono colpevoli di ogni altro comportamento razzista e/o oltraggioso durante una partita, l'organismo preposto imporrà una sanzione di almeno 30.000 CHF (19.000 euro) all'associazione o società alla quale il tifoso appartiene e imporrà alla squadra di giocare la partita successiva a porte chiuse».Interessante anche il paragrafo 4: «Se un giocatore, associazione o società ufficiale, o spettatore perpetra qualunque tipo di atto razzista o oltraggioso [...] verranno automaticamente sottratti tre punti dalla squadra a cui appartiene, se identificabile, dopo il primo episodio. In caso di reiterazione dell'atto, verranno automaticamente sottratti 6 punti, e per ogni ulteriore episodio la squadra verrà retrocessa». La Figc ratificò le modifiche il 31 marzo (effettive dal1° luglio 2006). Attenzione però, la normativa non si riferisce solo a comportamenti «razzisti», ma anche «oltraggiosi», ovvero anche i classici insulti al giocatore, a sua madre, eccetera. Razzisti o no, i cori all'indirizzo di Balotelli implicano in ogni caso la squalifica del campo della Juventus, che quel ricorso alla decisione della Figc avrebbe dovuto risparmiarselo. Il regolamento parla chiaro. Vorremmo però che questo regolamento si applicasse sempre, non a distanza di tre anni e solo in casi di eccessivo clamore mediatico.