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Così muore una ”Catedral”

Stefano Rosso
Sono stati 100 secondi di applausi, uno per ogni anno di storia, a salutare l’uscita di scena dello stadio San Mamés di Bilbao. Un commiato triste, acuito anche dall’ultima sconfitta dell’Athletic contro il Levante, che...

Sono stati 100 secondi di applausi, uno per ogni anno di storia, a salutare l’uscita di scena dello stadio San Mamés di Bilbao. Un commiato triste, acuito anche dall’ultima sconfitta dell’Athletic contro il Levante, che condannerà La Catedraldel calcio spagnolo a venire profanata dalle ruspe, già parcheggiate nei dintorni come avvoltoi in attesa della loro preda e pronte a demolirlo per fare spazio al nuovo che avanza.

ACCANTO A WEMBLEY E MARACANÃ - Una sola strada, quella che un tempo portava al parcheggio, separa il vecchio impianto da quello nuovo, il cui scheletro già svetta impavido: le ali di cemento e acciaio - nel rispetto dei più rigorosi canoni dell’architettura contemporanea - giacciono aperte, come una grossa bocca pronta ad inghiottire il passato. Dopo Wembley e Maracanã, un’altra leggenda della storia del calcio cede il passo ai tempi che corrono.

UNA CATEDRAL LEGGENDARIA - Si narrano tante storie sul vecchio San Mamés, unico stadio ad aver ospitato ogni edizione della Liga spagnola, ma tra tutte una in particolare merita di essere tramandata. Costruito nel lontano 1913 l’impianto si è guadagnato negli anni il soprannome La Catedral per il grande prestigio raccolto nei 100 anni di attività: con quasi 40.000 posti - un’enormità per l’epoca - a strapiombo sul terreno di gioco, il San Mamés è sempre stato un luogo carico di pressione e tensione emotiva. Dai suoi spalti boato e silenzio, elegio ed approvazione hanno giudicato un secolo di calcio spagnolo e, forse, non è un caso che l’Athletic de Bilbao non sia mai incappato in retrocessioni, difendendo sempre il suo tempio in Primera División.

L’ARCO DELLA CONTINUITÀ - Al triplice fischio finale dell’ultima partita ospitata, col rientro delle squadre negli spogliatoi, si sono anche spenti i riflettori dello stadio per l’ultima volta. Il pubblico è defluito in silenzio, sfilando davanti al nuovo San Manés che li attendeva appena fuori dai cancelli. Presto divorerà l’ultima lingua di asfalto che lo separa dal vecchio ed andrà fisicamente a sostituire quella che fu la tribuna autorità con la propria curva sud, senza lasciare spazi ai ricordi. Ad onor del vero verrà conservato l’arco, che svetta sulla copertura dello stadio dal 1953: smontato e custodito minuziosamente, rimarrà l’ultimo ricordo de La Catedral che fu.

 

 

 

dal nostro inviato a Bilbao, Stefano Rosso