Un numero minore di partite trasmesse in diretta televisiva, un preavviso di almeno otto settimane per ciò che concerne anticipi e posticipi ed, infine, tutte le gare disputate nei weekend, evitando i tanto scomodi match infrasettimanali. Purtroppo, per chi sta leggendo questo articolo, non si tratta di una nuova fase del rapporto tra tifosi e pay-tv nel calcio italiano. Siamo, invece, a duemila chilometri di distanza dal vecchio paese e più precisamente in Norvegia, dove i tifosi hanno appena lanciato una campagna intitolata “Fotballihelgen”, che significa il calcio nei fine settimana, chiedendo maggior rispetto da parte delle televisioni.
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Dalla Norvegia un no al calcio moderno
Un tentativo di recuperare quel calcio fatto di stadi pieni e tanta passione che con il passare del tempo rischia sempre più di diventare solo uno sbiadito ricordo. I sostenitori di questo progetto vogliono anche far capire ai piani alti del sistema calcio che andando avanti di questo passo i club si troveranno presto in crisi e che i fallimenti diventerebbero all’ordine del giorno. In Norvegia, inoltre, non è un problema secondario quello delle distanze, con trasferte lontane qualcosa come duemila chilometri. Insomma, i tifosi scandinavi hanno deciso di non accettare più passivamente le decisioni delle pay-tv ma, anzi, in vista dell’annuncio della data di scadenza per gli accordi con le televisioni, vogliono combattere in prima linea per mantenere i propri diritti, di uomini e di tifosi.
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