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Si conclude per un ginocchio ballerino - anche se in realtà il suo trasferimento negli Emirati Arabi all'Al Ahli l'aveva già detta lunga - la carriera di Fabio Cannavaro, uno dei migliori difensori italiani degli ultimi vent'anni. Capitano nel 2006, l'anno d'oro per la nazionale azzurra, aveva sollevato proprio questa notte - cade oggi, infatti, l'anniversario della vittoria di Berlino - la coppa che tutti sognerebbero di poter toccare e pochi mesi dopo gli capitò anche l'onore di vincere l'ambito Pallone d'Oro.
Cresciuto nelle giovanili del Napoli, Fabio Cannavaro passò giovanissimo al Parma dovein sette stagioni ha conquistato una coppa Uefa, due coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Prima del suo trasferimento in Spagna, con la gloriosa 'camiseta blanca' del Real Madrid, una fugace apparizione nell'Inter e due anni trascorsi alla Juventus proprio nel periodo incriminato per Calciopoli. Dal suo ritorno in Italia dopo il Mondiale vinto da capitano la sua carriera ha iniziato un lento declino culminato dapprima con una trentina di presenze in maglia bianconera e poi col trasferimento negli Emirati Arabi dove ha dovuto appendere le scarpette al chiodo con una stagione di anticipo.
Il motivo della resa del giocatore che detiene il record assoluto di presenze in nazionale - 136 presenze in tutto - risiede nel ginocchio sinistro: la cartilagine ha definitivamente ceduto ed i periodi di riabilitazione per Fabio sarebbero decisamente troppo lunghi. Finisce quindi a 37 anni la carriera del difensore napoletano, che però non si è perso d'animo: rimarrà infatti nello staff diringenziale dell'Al Ahli ancora per tre anni come uomo immagine della società dello sceicco, nonchè presidente, Abdullah al-Naboodah.
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