E’ una vicenda allucinante quella che arriva da San Paolo, in Brasile, dove allo stadio Morumbi si è giocata la finale di ritorno della Copa Sudamericana tra la squadra di casa e gli argentini del Tigre.
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Far West in Sudamerica
Dopo un primo tempo spigoloso, condito da falli cattivi, entrate al limite, battibecchi, indici puntati e accenni di risse, la rissa, quella vera, arriva nell’intervallo.
I calciatori argentini infatti, dopo essersi presentati davanti alle telecamere con il volto tumefatto, hanno dichiarato di essere stati aggrediti e picchiati davanti allo spogliatoio dai body guard del servizio d’ordine e addirittura da alcuni dipendenti della Federazione Paulista: nessuno sarebbe intervenuto tranne la polizia che, invece di mettere fine al pestaggio, avrebbe ripetutamente colpito gli ospiti con manganellate, minacciando addirittura alcuni giocatori con una pistola.
In seguito dunque il Tigre, ritenutosi vittima di un’aggressione organizzata, si è rifiutato di scendere in campo per il secondo tempo( per la cronaca si era sul 2-0 per il San Paolo) e, dopo mezz’ora di attesa e ripetuti tentativi di convincere i giocatori a riprendere il match, l’arbitro Osses( sotto accusa per la sua direzione troppo permissiva) ha decretato la vittoria del club brasiliano. Le polemiche però non sembrano destinate a finire anche perché il presidente ospite presenterà ricorso alla Conmebol mentre i membri della sua squadra rischiano una denuncia per aggressione da parte della Policia Militar, la quale li accusa di aver dato inizio al "Far West" con le loro provocazioni.
Non solo campioni, spettacolo e amore sconfinato per il calcio dunque: purtroppo anche questo è il Sudamerica.
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