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Ferrero compra il Milan? Nulla di vero

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Qualche giorno fa la notizia era rimbalzata su alcuni organi di stampa e, soprattutto, sul web, generando un discreto clamore: voci riferite genericamente ai "salotti buoni di Torino" parlavano di un accordo già praticamente concluso tra la...
Diego Fornero

Qualche giorno fa la notizia era rimbalzata su alcuni organi di stampa e, soprattutto, sul web, generando un discreto clamore: voci riferite genericamente ai "salotti buoni di Torino" parlavano di un accordo già praticamente concluso tra la famiglia Ferrero e quella Berlusconi per un passaggio di mano dell'Associazione Calcio Milan. Al di là dell'interesse che questa notizia avrebbe potuto suscitare a livello globale, considerato l'enorme valore del marchio Milan nel mondo, ragionando in termini più "glocal" a Torino non si è potuto fare a meno di commentare con immenso stupore una simile transazione.INVOCATI PIU VOLTE - La famiglia Ferrero, infatti, è stata invocata più e più volte non soltanto dai tifosi ma anche, qua e là, dalle Istituzioni più attente, come possibile acquirente del Torino Football Club. Non solo: prima dell'avvento di Urbano Cairo, ed anche della boutade di Giovannone, tutti ricorderanno come il nome dei ricchissimi imprenditori albesi (secondo Forbes Michele Ferrero, il patron del gruppo, sarebbe in assoluto l'uomo più facoltoso d'Italia, staccando nettamente Silvio Berlusconi) che, a dire il vero, non hanno mai nascosto la propria fede granata, ma si sono sempre limitati a prestarsi, al più, da sponsor per le squadre giovanili con alcuni dei propri marchi, fra i quali soprattutto il brand Kinder. Qualunque invito alla "discesa in campo" è stato sempre rinviato al mittente, con la motivazione, imprenditorialmente ineccepibile, che il calcio sarebbe stato un business troppo aleatorio e rischioso.STUPORE - Su queste premesse, è chiaro che il sentimento del popolo granata, ma anche di osservatori e giornalisti, non poteva che essere uno: immenso stupore. Certo, non può trascurarsi, come accennato, l'enorme potenzialità del marchio "Milan" su scala globale, trattandosi del Club più titolato al mondo (anche se, pure in questo caso, le opinioni sono contrastanti e le definizioni lasciano il tempo che trovano), e non a caso le spifferate che avevano fatto il giro del web facevano esplicito riferimento ad un intento di rafforzamento dell'immagine del gruppo, proprio a livello planetario. Ma, comunque, in molti hanno immediatamente percepito puzza di bruciato: dopo dichiarazioni così perentorie sull'aleatorietà degli investimenti nel mondo del pallone, difficile immaginare la "famiglia del cioccolato" dedicarsi ad un investimento del genere.LA SMENTITA PUNTUALE - E, infatti, da Alba è arrivata puntuale la smentita ufficiale, rilanciata dagli stessi organi di stampa che, poche ore prima, avevano lanciato l'indiscrezione. Una bolla di sapone, insomma, che ha lasciato immediatamente spazio a nuove voci che vorrebbero, stavolta, lo Sceicco Mansour, già a capo del Manchester City, aver adocchiato il giocattolino di Berlusconi. Già, Silvio Berlusconi, quell'imprenditore combattivo di cui, bizzarramente, molti si sono dimenticati troppo in fretta. Se proprio in questi giorni ha rilanciato il suo impegno in politica, difficile immaginare che non possa fare altrettanto con la Società cui ha dedicato così tante attenzioni in questi 26 anni: certo, i petroldollari, almeno a livello di sponsorizzazione, non fanno schifo a nessuno, ed il Milan attira sempre più capitali da questo punto di vista, ma di mollare sembra proprio che non se ne parli. I Ferrero, così, possono ancora essere sognati dai tifosi del Torino, per ricomporre quel legame tra il Torino e l'imprenditoria locale che in molti vedono molto poco rappresentato dall'attuale Presidente Urbano Cairo. Diego Fornero (twitter: @diegofornero)