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Festa per Kiwi, Canguri, Dragoni e Galletti

Redazione Toro News
di Walter Panero Galles, Francia, Australia, Nuova Zelanda. Sono queste le migliori squadre del mondo ovale, almeno stando a quanto emerso dai quarti di finale disputatisi durante lo scorso fine settimana. Che poi sia tutto reale e tutto...

di Walter Panero

 

Galles, Francia, Australia, Nuova Zelanda. Sono queste le migliori squadre del mondo ovale, almeno stando a quanto emerso dai quarti di finale disputatisi durante lo scorso fine settimana. Che poi sia tutto reale e tutto giusto è un altro discorso. Ma questo, bello o brutto che sia, è lo sport. Questa è la vita. Questi sono i Mondiali, dove a concorrere a determinare la classifica finale sono a volte più gli “incroci” che il reale valore delle forze in campo. Ma in fondo che gusto ci sarebbe se a vincere, ad andare avanti fossero sempre gli stessi?

Tutto come da pronostico? In parte sì e in parte no. Ma andiamo con ordine.

Nella prima partita di sabato ci si aspettava l'Irlanda, con un intero paese che, pregando San Patrizio davanti ad una Guinness, attendeva la storica qualificazione alle semifinali. E invece è stato Galles, Galles e ancora Galles. I “Dragoni”, infatti, hanno imposto da subito la loro superiore freschezza (meta di Shane Williams dopo appena tre minuti) e, pur raggiunti all'inizio del secondo tempo da una meta del solito Earls, hanno giustamente dilagato nella ripresa con una splendida segnatura di Phillips ed una di Davies a un quarto d'ora dal termine. Nessuna reazione d'orgoglio da parte degli Irlandesi, 22 a 10 per i “Rossi” il risultato finale e “Verdi” a casa. Giusto così. I Gallesi sono stati più tonici, più veloci, più tutto. E si sono confermati come la vera rivelazione di questo Mondiale, visto che già nel girone eliminatorio avrebbero battuto il Sud Africa se non fosse stato per un incredibile errore arbitrale su un piazzato entrato tra i pali e valutato out.

Se la vittoria del Galles era inattesa ma rientrava nella sfera del possibile, nessuno avrebbe puntato un centesimo sulla Francia che affrontava l'Inghilterra. Nel girone eliminatorio, “les Bleus” avevano infatti perso male contro la Nuova Zelanda e malissimo (perché in maniera inaspettata) contro Tonga. Una tragedia nazionale per i “galletti”, paragonabile alla nostra “Corea” ai Mondiali Inglesi del 1966 (scusate la piccola divagazione calcistica, prometto che non lo farò più...). Paragonabile ma non uguale, visto che noi all'epoca ce ne andammo a casa a prendere pomodorate in faccia, mentre i Francesi sono andati comunque ai quarti. Avanti pur tra mille polemiche, con la stampa transalpina pronta a mettere in croce la squadra e soprattutto il Commissario Tecnico Marc Lievremont. Quest'ultimo è stato accusato, oltre che di essere un incapace, anche di avere un look assurdo con quei baffetti da boss mafioso che i giornalisti francesi hanno irriso presentandosi, donne comprese, con dei baffi posticci alla conferenza stampa pre-match di venerdì. Contenti loro....Nessuno immaginava quel che sarebbe successo il giorno dopo. Tutti pensavano che l'Inghilterra di Wilkinson facesse un sol boccone dei poveri, spaventati e litigiosi “galletti” com'era accaduto in occasione della semifinale del Mondiale scorso, quando la fortissima Francia padrona di casa, dopo aver fatto fuori gli All Blacks ai quarti, venne inaspettatamente eliminata proprio dagli Inglesi.E invece....un primo tempo da urlo con due mete facili come bere un bicchiere di Champagne a capodanno ha portato i “Bleus” sul 16 a 0. Nella ripresa, gli Inglesi hanno cercato di rimontare ma, quelli che un tempo loro stessi definivano “mangia rane” hanno divorato ogni metro di campo difendendosi con ordine. 19 a 12 più netto di quanto non dica il punteggio. Francia in semifinale e Inghilterra a casa, con il grande Wilkinson che in lacrime saluta tutti, essendo giunto probabilmente al canto del cigno di una carriera formidabile. Alzi la mano chi se lo aspettava: sicuramente non i colleghi d'oltralpe che, a questo punto, se li dovranno far crescere per davvero i baffi. E le donne? Potranno chiedere aiuto all'allenatore dei gobbi che di peli posticci se ne intende.

Domenica mattina all'alba italiana si è disputata la prima “finale” di questi mondiali. Eh sì perché quello tra i Wallabies australiani e gli Springboks sudafricani, ovvero le squadre più titolate al mondo (due mondiali vinti ciascuna) non può essere considerato semplicemente un quarto di finale, ma molto molto di più: una finale, una grande sfida tra due modi diversissimi di intendere il rugby, uno spettacolo per palati fini.E' andata che il Sud Africa ha giocato, ha tenuto palla, ha dato l'impressione di poter stravincere, è stato a lungo in vantaggio, insomma ha dominato. Ma alla fine ha perso.E che dall'altra parte l'Australia si è difesa, ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare (pessima la prova della giovane ed attesa “apertura” Quade Cooper), ha dato l'impressione di crollare, ma alla fine ha vinto.Succede. A volte. I Sud Africani non sono riusciti a concretizzare il loro dominio territoriale ed hanno pagato oltre misura l'infortunio iniziale del “terza linea” Brussow. Gli Australiani hanno avuto il merito di rimanere sempre in partita capitalizzando la meta iniziale di Horwill e sono riusciti a spuntarla grazie ad un piazzato messo dentro dal ventunenne Michael David O'Connor (che coraggio!) quando mancavano otto minuti al termine.               Australia 11, Sud Africa 9. Campioni del Mondo uscenti a casa. Peccato. Giusto? Sbagliato? Così è.

All'appuntamento con le semifinali mancavano ancora gli “All Blacks”. La squadra neozelandese, sulle cui non esili spalle poggia il peso di una nazione intera, è scesa in campo molto contratta contro i grintosissimi ed indomiti “Pumas” argentini che hanno tenuto orgogliosamente botta per tutto il primo tempo, trovandosi anche in vantaggio grazie ad una meta di Cabello. Nella ripresa, i “Tutti Neri” sono scesi in campo con maggiore determinazione; gli Argentini, in inferiorità numerica a causa dell'espulsione temporanea di Vergallo, hanno mollato gli ormeggi e i Neozelandesi hanno dilagato anche grazie alla precisione al piede dell'ottimo Piri Weepu. Quest'ultimo non ha fatto rimpiangere Daniel Carter, fuori per un infortunio che rischia comunque di farsi pesantemente sentire nei prossimi match. Alla fine Nuova Zelanda batte Argentina 32 a 10, un punteggio ingannevolmente largo rispetto a ciò che si è visto in campo. Ma in Nuova Zelanda se ne fregano e passeranno tutta la settimana a festeggiare godendosi il momento e cercando di scacciare i fantasmi del passato che parlano di All Blacks quasi sempre belli, ma perdenti.

Morale della favola.Sabato, alle dieci ora italiana, la prima semifinale tutta Europea tra Francia e Galles. Manco fossimo al “Sei Nazioni”.Domenica, stessa ora, l'altra semifinale tra l'Australia (vincitrice nel 1991 e nel 1999) e gli All Blacks padroni di casa, che non vincono un Mondiale dal 1987 e non disputano una finale dal 1995.

Nulla è scontato. Nulla è certo. Salvo il fatto che ne vedremo delle belle.

 

RISULTATI QUARTI DI FINALE COPPA DEL MONDO DI RUGBY:

 

GALLES – IRLANDA 22–10 (p.t. 10-3)

Marcatori: 3' p.t. meta di Shane Williams (G) trasformata da Priestland (G), 23' p.t. piazzato di O'Gara (I); 27' p.t. piazzato di Halfpenny (G); 5' s.t. meta di Earls (I) trasformata da O'Gara; 11' s.t. meta di Phillips (G); 25' s.t. meta di J.Davies trasformata da Priestland (G).

 

FRANCIA – INGHILTERRA 19-12 (p.t. 16-0)

Marcatori: 10' e 15' p.t. piazzati di Yachvili (F), 22' p.t. meta di Clerc (F), 30' p.t. meta di Medard (F); 15' s.t. meta di Foden (I) trasformata da Wilkinson, 33' s.t. Drop di Trinh-Duc (F), 37' s.t. meta di Cueto (I)

 

AUSTRALIA – SUD AFRICA 11-9 (p-t. 8-3)

Marcatori: 11' p.t. meta di Horwill (A), 15' p.t. piazzato di O'Connor (A), 39' p.t. piazzato di Steyn (SA); 14' s.t. piazzato di Steyn (SA); 20' s.t. drop di Steyn (SA); 32' s.t. piazzato di O'Connor (A)

 

NUOVA ZELANDA – ARGENTINA  33-10 (p.t. 12-7)

Marcatori: 13' e 25'  p.t. piazzati di Weepu (NZ), 30' p.t. meta di Cabello (A) trasformata da Contepomi, 35' piazzato di Weepu (NZ), 39' piazzato di Weepu (NZ); 6' s.t. piazzato di Bosch (A); 9' s.t. piazzato di Weepu (NZ), 20' s.t. piazzato di Weepu (NZ), 26' s.t. meta di Read (NZ), 32' s.t. piazzato di Weepu (NZ), 36' s.t. meta di Thorn (NZ) trasformata da Cruden