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Le nuove rivelazioni di Football Leaks fanno tremare i grandi club europei e la Uefa. Sotto accusa soprattutto Psg, Manchester City e il presidente della Fifa Gianni Infantino per la sua carica di numero due della Uefa guidata ai tempi dei fatti (nel 2012) da Michel Platini, pure lui sotto accusa. Il numero uno del calcio mondiale ha così replicato alle accuse: "L’inchiesta è basata su email private e interne, e altre informazioni a cui altri soggetti hanno avuto accesso illegalmente. Distorcendo i fatti e la verità, cercando deliberatamente di gettare discredito. Non è una sorpresa che alcuni dirigenti che sono stati rimossi o sostituiti continuino a diffondere false voci e insinuazioni sulla nuova gestione. Siamo consapevoli che si tratta di persone che, per frustrazione, vogliono indebolire la Fifa per proprio tornaconto”.
Su Toro News, questi temi erano stati già trattati in precedenza dalla penna di Anthony Weatherill:
Secondo l’inchiesta, pubblicata da L’Espresso, Spiegel ed Equipe, per aggirare le norme del fair play finanziario il club parigino e quello inglese, controllati dal Qatar e dagli Emirati Arabi Uniti, avrebbero gonfiato le proprie entrate attraverso “contratti fittizi” “sotto copertura dell’Uefa”. Le entrate contestate sono di circa 4,5 miliardi di euro: 1,8 per il Psg e 2,7 per il City. Per non incorrere nelle sanzioni per mancato rispetto del fair play finanziario, le società usavano soprattutto sponsorizzazioni retroattive. Secondo i 70 milioni di documenti analizzati per oltre otto mesi, Michel Platini avrebbe “negoziato direttamente con il Manchester City, contraddicendo l’organo d’inchiesta interna teoricamente indipendente” in materia di fair play finanziario. Secondo le regole, un club non può spendere più di quanto guadagna in proprio, con pene che vanno da una multa all’esclusione dalle coppe.
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