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Gocce di Bretagna

Redazione Toro News
di Walter Panero - Con la collaborazione straordinaria di Silvia Lachello “Questa è una classica giornata bretone: il cielo è sereno ma, sicuramente, nel giro di due ore pioverà. Poi il sole brucerà anche le...

di Walter Panero - Con la collaborazione straordinaria di Silvia Lachello

 

“Questa è una classica giornata bretone: il cielo è sereno ma, sicuramente, nel giro di due ore pioverà. Poi il sole brucerà anche le pietre, dopo di che piovigginerà. Infine il cielo si farà di nuovo azzurro che più azzurro non si può e, finalmente, potrò fare delle belle foto al tramonto. Ovviamente, a questo punto, torneranno le nubi, che si riallontaneranno non appena il sole sarà calato dietro a qualche macchia d'alberi.Qui funziona così. Fichissimo: amo certe imprevedibilità."

Quando ti lasci alle spalle quel sinuoso serpente d'acciaio e cemento che taglia in due le acque della Loira e va sotto il nome di Pont de Saint-Nazaire, ti rendi conto di essere entrato in un'altra dimensione. Una dimensione fatta di scrosci di pioggia che, se volti la testa, lasciano il posto a squarci di sole. Di nuvole basse e barlumi di azzurro. Di vento, di mare, di foreste. Di case bianche con tetti grigi di ardesia, che sembrano uguali ma uguali non sono. Di gente semplice, fiera ed ospitale che discende da un popolo antichissimo e che, talvolta, in una lingua antichissima si esprime.                                                                                                

Le insegne luminose dei grandi magazzini che si susseguono alla periferia delle città ti ricordano che sei in Francia. Ma i nomi dei luoghi e di molte persone, la faccia della gente, i loro pensieri ti dicono che non è così. Non solo. Non proprio.  E' la fine della terra. E' Armor, il mare. E' Argoat, la terra. E' Breizh. La Bretagna.                       Terra di confine con l'infinito che si infrange nell'oceano sorretta dalle spalle forti delle dune di sabbia, degli scogli, degli alberi piegati dal vento. E' la musica di un'arpa che si intreccia con il profumo del sidro. E' Casa Madre di dolmen e di menhirs, dove il tempo perde di significato.Molti si riempiono la bocca dicendo che in Bretagna fa freddo... no, signori: la Bretagna scalda il cuore anche a chi di cuore non ne ha più.La Bretagna stupisce, infervora, ti divora per restituirti un'anima più pulita e variopinta; è un viaggio nelle profondità della propria anima. Ma la Bretagna è anche silenzio. Silenzio dei suoni della natura. La Bretagna è una Madre che viene a controllare se il tuo respiro, durante il sonno, è quieto e silenziosamente, sorridendo solenne, va ad adagiarsi fra i rovi per darti il benvenuto con il nuovo giorno. Il nuovo giorno, già... la Bretagna è terra di donne e uomini che sanno che "gortosit an nos ewid lavared eo bet kàer an deiz" e cioè che bisogna aspettare la notte per dire che è stato un buon giorno, e che sanno anche che "goude mà vezer skuizh, ec'h aer c'hoazh pell" e cioè che quando si è stanchi, si può ancora andare lontani. 

La Bretagna è terra di druidi, di elfi, di fate. E di ciclisti. Come Louis Georges Mazan, detto Petit-Breton. Come Jean Robic, detto “Testa di vetro”. Come Louis Bobet, detto Louison. Come Bernard Hinault, detto le Blaireau ovvero il Tasso. Come tanti altri che hanno fatto la storia del ciclismo e del Tour de France.                  

E oggi a questa terra che, quando vede una bici freme di passione come una donna che non incontra da mesi il proprio compagno, è toccato il piacere di ospitare la quarta tappa del Tour de France. Una tappa molto attesa. Una tappa che, alla fine, ha detto poco o niente.      La folla immensa che, sotto la pioggia, ha affollato tutti i 172 chilometri del percorso che ha portato i corridori da Lorient al Mur de Bretagne sventolando i vessilli bianchi e neri (ahimé) che contraddistinguono la terra Bretone si attendeva il bis del fenomeno belga Philippe Gilbert, già vincitore sabato scorso su un arrivo in cima ad una salita breve come quella di oggi. Invece, il Vallone ha probabilmente accusato la fatica, così, per la gioia di coloro che credono ancora che si possa competere senza trucchi, la vittoria è andata al valoroso Australiano Cadel Evans, già campione del mondo a Mendrisio nel 2009, che ha preceduto di pochi centimetri il redivivo Alberto Contador. Quest'ultimo, sull'erta finale, ha cercato in tutti i modi di mettere in difficoltà i propri avversari, per tentare di recuperare almeno una parte dello svantaggio accumulato nel corso della prima tappa del Tour nella quale era stato coinvolto in una caduta. Ma la rampa finale era davvero troppo breve e non c'è stato nulla da fare, anche se occorre dire che oggi il campione Spagnolo ha fornito una bella dimostrazione di forza a coloro che dubitavano del suo livello di forma. Terzo si è classificato il Kazako Vinokourov. Leggermente staccati, sono giunti invece Basso ed Andy Schleck (che hanno perso sei secondi) e l'altro azzurro Damiano Cunego che ne ha perduti otto. In classifica, il Norvegese Thor Hushovd, oggi sesto, conserva la maglia gialla con un solo secondo di vantaggio su Cadel Evans e 4 secondi su Frank Schleck. Tra i favoriti per la vittoria finale, Wiggins accusa ora un ritardo di 10 secondi e Andy Schleck di dodici. Decisamente più indietro si collocano il nostro Ivan Basso, ventitresimo a 1'03” e il grande favorito della vigilia Alberto Contador, quarantunesimo a 1'42”. Domani, ancora una tappa interamente in terra Bretone che porterà i corridori da Carhaix a quel favoloso promontorio ornato dalla brughiera e battuto dai venti che va sotto il nome di Cap Frehel. Una frazione per velocisti, almeno sulla carta. Ma occhio al vento che potrebbe spezzare il plotone ed essere foriero di nuove sorprese. Sempre sulla carta, invece, per vedere qualcosa di interessante bisognerà attendere la frazione di sabato, con arrivo a Super-Besse Sancy nel Massiccio Centrale. O forse addirittura il primo arrivo in salita “vero”, cioè quello di Luz Ardiden di giovedì 14 luglio. Solo lì, probabilmente, capiremo se Contador sarà in grado di rientrare in classifica. Ma siamo certi che i fratelli Schleck e soprattutto Cadel Evans, grande combattente ed eroe del ciclismo pulito, venderanno molto cara la pelle.         

CLASSIFICA QUARTA TAPPA LORIENT – MUR DE BRETAGNE

1. Cadel EVANS (Australia) in 4h11'39”2. Alberto CONTADOR (Spagna) s.t.3. Alexander VINOKOUROV (Kazakistan) s.t.4. Rigoberto URAN (Colombia) s.t. 5. Philippe GILBERT (Belgio) s.t.6. Thor HUSHOVD (Norvegia) s.t.7. Frank SCHLECK (Lussemburgo) s.t.8. Samuel SANCHEZ (Spagna) s.t.9. Jurgen VAN DEN BROECK (Belgio) s.t.10. Andreas KLODEN (Germania) s.t.

 

CLASSIFICA GENERALE TOUR DE FRANCE 2011:

1. Thor HUSHOVD (Norvegia) in 13h58'25”2. Cadel EVANS (Australia) a 1”3. Frank SCHLECK (Lussemburgo) a 4”4. David MILLAR (Gran Bretagna) a 8”5. Andreas KLODEN (Germania) a 10”6. Bradley WIGGINS (Gran Bretagna) a 10”7. Geraint THOMAS (Gran Bretagna)  a 12”8. Edwald BOASSON-HAGEN (Norvegia) a 12”9. Andy SCHLECK (Lussemburgo) a 12”10. Jacob FUGLSANG (Danimarca) a 12”