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God save the Queen

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di Valter Panero
Redazione Toro News

La Planche des Belles Filles (Francia) Stamattina qualcuno mi ha scritto per chiedermi che tipo di salita fosse quella in cima alla quale era posto il traguardo di oggi.“La più dura del mondo!” avrei voluto rispondere, visto che in quel momento stavo arrancando lungo i tornanti che conducono a La Planche des Belles Filles. Ebbene sì, così si chiama questo posto. Arrancavo e sudavo perché faceva caldo (ma io non faccio testo, perché sento caldo quando la temperatura si avvicina ai venti gradi), e perché ero carico come un asino da soma, non solo come accade di solito di roba da bere e da mangiare, e di bombolette per scrivere sulla strada, ma anche della mia “Belle Fille”, insomma portavo su la donna della mia vita, quella più piccola che sarà piccola ma i suoi otto chili li pesa, che sommati ai miei fatto altro che un quintale. Non voglio commenti su chi me l’abbia fatto fare di venire fin quassù con una bambina di sette mesi e mezzo. Se fossi normale non sarei io. Punto.

Dicevo che avrei voluto rispondere “la più dura del mondo”, ma alla fine ha prevalso la parte seria che è in me (sono uno che si autodefinisce grande conoscitore del ciclismo, o no?) e così ho risposto dicendo: “Dura, ma non è certo lo Zoncolan….e neppure l’Alpe d’Huez”. E nemmeno lo Stelvio, il Tourmalet o il Mortirolo tanto per parlare di salite che molti conoscono.Non succederanno certo cose clamorose, su ‘sta salita troppo breve (meno di sei chilometri) per creare problemi, pensavo. Troppo breve, anche se l’8,5 di pendenza media (con punte di quasi il 20 per cento) non sono certo una roba da ragazzi, o da ragazze tanto per rimanere in tema di “Belles Filles”.

Comunque alla fine qualcosa di interessante è successo eccome. Intanto si è capito che né Frank Schleck, né Scarponi, né Basso (ma qualcuno aveva dubbi?) potranno vincere questo Tour. Poi ecco che arriva la “notiziona”: dopo una settimana (udite! Udite!) è cambiata la maglia gialla. Dalle spalle imponenti dello Svizzero Fabian Cancellara, essa è passata su quelle non meno “importanti” del Britannico Bradley Wiggins. Strano tipo di corridore, quest’ultimo: ex pistard, apparentemente troppo grande e grosso per essere un uomo da corse a tappe. Ma questo lo dicevano anche di Indurain, che poi però si è pappato cinque Tour e due Giri. La differenza sostanziale è che Indurain era arrivato ad altissimi livelli con una certa gradualità, mentre il buon Brad si è reso conto di poter lottare per una grande corsa a tappe solo un paio d’anni fa, quando di anni ne aveva trenta per lo più trascorsi a fare il cronoman e basta.Invece adesso il Britannico (nato però a Gand, una delle capitali del ciclismo) in salita va eccome. Non lo stacchi manco a piangere. Chiedetelo a quelli che ci hanno provato sulle salite dell’ultimo Giro del Delfinato, da lui dominato in lungo ed in largo. Chiedetelo un po’ a Cadel Evans e ad Enzino Nibali che oggi sulla “Planche” hanno cercato in tutti i modi di metterlo in difficoltà, e che ancora ci proveranno (si immagina, si spera). Tra l’altro, il buon Bradley non si è limitato a correre in difesa, ma si è concesso il lusso di “pilotare” il suo compagno di squadra Chris Froome (pure lui Britannico, ma nato in Sud Africa, già secondo alla Vuelta dello scorso anno) alla vittoria di una tappa che Evans stava già pregustando. Un vero e proprio dominio per la squadra Sky di cui i due Inglesi nati altrove fanno parte. 

E adesso che succederà? Evans ed il nostro Nibali sono messi benissimo in classifica, ma la loro posizione rischia di avere un qualcosa di precario ed apparente.Dopo una tappa breve, ma piena di insidie come quella di domani (ben sette gran premi della montagna!), lunedì a Besançon è in programma una tappa a cronometro di 41 chilometri e lì Wiggins, che oggi ha usato il fioretto, imbraccerà la clava con la quale bastonerà tutti (o quasi) i suoi avversari lanciandoli all’indietro in classifica.Attaccare, attaccare, attaccare! Questa dovrà essere la parola d’ordine di coloro che non si chiamano Bradley Wiggins. Già da domani. Sicuramente sulle Alpi, senza aspettare i “tapponi” (o presunti tali) dei Pirenei!Non so quando, ma dovranno farlo. Per forza. A meno che non tengano particolarmente che  tra un paio di settimane su Campi Elisi, risuoni per la prima volta quell’inno che inizia e termina con le parole “God save the Queen”.

 

 

CLASSIFICA DELLA SETTIMA TAPPA DA TOMLAINE A LA PLANCHE DES BELLES FILLES:

1. Christopher FROOME (Regno Unito) in 4h58'35”2. Cadel EVANS (Australia) a 2”3. Bradley WIGGINS (Regno Unito) s.t.4. Vincenzo NIBALI (Italia) a 7”5. Rein TARRAMAE (Estonia) a 19”6. Haimar ZUBELDIA (Spagna) a 44”7. Pierre ROLLAND (Francia) a 46”8. Janez BRAJOKOVIC (Slovenia) s.t.9. Denis MENCHOV (Russia) a 50”10. Maxime MONFORT (Belgio) a 56”

CLASSIFICA GENERALE DEL TOUR DE FRANCE 2012 DOPO LA SETTIMA TAPPA:

1. Bradley WIGGINS (Regno Unito) in 34h21'20”2. Cadel EVANS (Australia) a 10”3. Vincenzo NIBALI (Italia) a 16”4. Rein TARRAMAE (Estonia) a 32”5. Denis MENCHOV (Russia) a 54”6. Heimar ZUBELDIA (Spagna) a 59”7. Maxime MONFORT (Belgio) a 1'09”8. Nicholas ROCHE (Irlanda) a 1'22”9. Christopher FROOME (Regno Unito) a 1'32”10. Michael ROGERS (Australia) a 1'40”