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Ieri, il 15 ottobre di Roma, doveva essere la giornata mondiale della manifestazione degli 'Indignati' italiani, doveva essere un segnale che anche gli abitanti del vecchio stivale intendevano condividere il percorso del movimento di protesta che nel corso del 2011 ha fatto il giro del continente, arrivando a smuovere anche animi, popoli e regimi come nessuno mai avrebbe potuto immaginare. Così effettivamente – sarebbe ingeneroso ometterlo – è stato.
Purtroppo però sono successi anche altri episodi di violenza e guerriglia urbana: alcuni infiltrati all'interno del corteo, i cosiddetti 'black blocks', hanno preso di mira vetrine di negozi, mezzi pubblici e blindati e soprattutto forze di polizia dando vita a più di cinque ore ininterrotte di scontri. Al termine della giornata il bilancio è stato impietoso: tre feriti gravi – un poliziotto e due manifestanti civili -, due mezzi blindati della polizia e svariate automobili andate a fuoco oltre ad un centinaio di vetrine distrutte, cassonetti divelti e più di 20 metri cubi di sampietrini divelti.
La polizia per il momento ha intercettato una quarantina di persone, proveniente da tutt'Italia, e ne ha sottoposte già 12 agli arresti: per gli altri si tratta soltanto di fermo in vista degli interrogatori ma non è da escludere che il numero sia destinato ad aumentare perchè sono state aperte molte indagini, in collaborazione coi vari comandi nazionali, volti a identificare anche gli altri teppisti che riusciti a sfuggire alle forze militari nella capitale ed hanno fatto ritorno nelle proprie città.
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