In un periodo in cui il calcio italiano, a livello di materiale umano, non offre molto, la Federazione ha fatto una scelta precisa: guardare al futuro. La generazione di fine anni Ottanta dei calciatori italiani non è stata all'altezza delle precedenti, meglio puntare sui nati negli Anni Novanta, inserendo piano piano i prospetti migliori che arrivano dalle Nazionali Giovanili. E Ventura è uno che sa lavorare con i giovani: lo ha dimostrato tante volte, lanciando in nazionale parecchi elementi: dagli italiani Cerci e Immobile, al serbo Maksimovic, al polacco Glik, allo svedese Jansson (e non continuiamo la lista per brevità). Il tecnico genovese è uno che sa ragionare in prospettiva, e ha la capacità di far concentrare il giocatore giovane su quello che deve fare per migliorarsi e su come si deve comportare in campo per rendere al meglio. Il pubblico granata lo sa bene: abituato com'era - prima dell'arrivo di Ventura - a vedere giocatori di qualità "imbrocchirsi" repentinamente una volta arrivati a Torino, ora ha assistito a Cerci e Immobile diventare idoli allo stadio Grande Torino per poi fallire una volta partiti per altri lidi.