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I controlli antidoping e il comportamento degli atleti

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di Ferrini/Rosso Come premessa a questa inchiesta esclusiva di ToroNews vorremo specificare che ci siamo avvalsi della collaborazione del Dr. Maurizio Ferrini (www.ferrinimaurizio.it), specialista in Medicina dello Sport, Ortopedia e...
Redazione Toro News

di Ferrini/Rosso

 

Come premessa a questa inchiesta esclusiva di ToroNews vorremo specificare che ci siamo avvalsi della collaborazione del Dr. Maurizio Ferrini (www.ferrinimaurizio.it), specialista in Medicina dello Sport, Ortopedia e Traumatologia e Responsabile del Servizio di Medicina dello Sport A.U.S.L della Valle d'Aosta.

Delle sostanze che abbiamo elencato la precedente puntata è bene fare alcune distinzioni. Spesso infatti siamo abituati a concepire il doping come una pozione magica che migliora all’istante la prestazione dell’atleta. Invece, come si è potuto intuire dalla lista delle sostanze illegali della scorsa settimana, il doping si attua in svariate forme e ogni sostanza ha effetti e limitazioni ben precise.

Alcune sono vietate nello svolgersi della competizione (narcotici, oppioidi e derivati, stimolanti come amfetamine ed efedrina, cannabinoidi); altre ancora sono proibite sia durante che al di fuori della gara (è il caso degli anabolizzanti, dei betabloccanti, degli ormoni peptidici, delle sostanza ad azione antiestrogena e di quelle mascheranti).

Ci sono poi alcune sostanze che sono vietate solamente in alcune discipline sportive: ad esempio l’alcool negli sport aeronautici, nel tiro a segno, nell’automobilismo, nel karate, nello sci, nel triathlon e nella lotta; i betabloccanti (che ricordiamo riducono l’attività cardiaca, il consumo di O², la pressione ed il tremore della mano) sono invece interdetti negli sport in cui la quiete interiore e la concentrazione sono determinanti, come ad esempio l’automobilismo e il motociclismo, il bob, il biliardo, il curling, la ginnastica, il nuoto (immersione, nuoto sincronizzato), gli scacchi,lo sci (salto, snowboard), sport aeronautici, il tiro a segno e con l’arco. I diuretici, a meno che non siano concesse comprovate esenzioni terapeutiche, sono vietati in sport di categoria come il body-building, la boxe, judo e karate.

Anche i controlli non si limitano al classico esame delle urine post gara, ma possono differenziarsi da disciplina a disciplina. Nello sci di fondo ad esempio viene misurata la concentrazione di emoglobina, mentre nel ciclismo si misura l'ematocrito.

Le misure anti-doping racchiudono una lunga lista di obblighi e doveri sia da parte degli atleti che da parte di tutto l’entourage di quest’ultimi. La Legge n. 376 del 18/12/2000 definisce il doping come ''la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee, atte a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti'' (Articolo 1, comma 2). Inoltre viene chiarito nel comma 3 che ''sono equiparate al doping la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione di pratiche mediche, non giustificate da condizioni patologiche, finalizzate a modificare i risultati dei controlli sull’uso dei farmaci, delle sostanze e delle pratiche indicate nel comma 2''.

La WADA (World Anti-Doping Agency), fondazione nata nel 1999 per volere del CIO con il compito di coordinare la lotta contro il doping, lo concepisce come: - la presenza nel fisico di un atleta di una sostanza proibita, dei suoi metaboliti e dei suoi ''marker''- l’uso e il tentativo d’uso di sostanze e metodi proibiti- il sottrarsi senza giustificazione valida ad un prelievo di campioni biologici- la mancata disponibilità per i controlli fuori competizione WADA. Gli atleti sono infatti tenuti a fornire ed aggiornare le informazioni per la loro reperibilità: non sono rari i test senza preavviso fuori competizione- la falsificazione o tentativo di falsificazione di ogni elemento che faccia parte del processo di prelievo o d’analisi dei campioni- il possesso o traffico di sostanze o metodi proibiti- la somministrazione o tentativo di somministrazione di sostanze o metodi proibiti- l’assistenza, l’incitamento, l’aiuto, l’istigazione e tutte le altre forme di complicità che possano portare alla violazione del regolamento anti-doping

Una codice etico che non lega solamente chi fornisce la prestazione sportiva ma anche coloro che potrebbero influenzarlo nella sua attività: allenatori, medici, ma anche compagni, familiari.

 

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