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I miei Mondiali

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di Walter Panero Il 6 maggio 1990, grazie ad un pirotecnico pareggio per 3 a 3 ottenuto allo stadio “Grezar” di Trieste, il Toro conquistò con ben quattro giornate d'anticipo la promozione in serie A dopo un solo anno di...
Redazione Toro News

di Walter Panero

 

Il 6 maggio 1990, grazie ad un pirotecnico pareggio per 3 a 3 ottenuto allo stadio “Grezar” di Trieste, il Toro conquistò con ben quattro giornate d'anticipo la promozione in serie A dopo un solo anno di purgatorio. Ci furono lunghe settimane di festa culminate il 27 maggio con il successo per 3 a 0 in casa sul Messina che sancì anche la nostra vittoria in quel campionato davanti al Pisa, al Cagliari ed al Parma che vennero promosse insieme a noi. Si tornava quindi in A secondo pronostico e con ampio anticipo. Si tornava in A pieni di aspettative e di ambizioni. Insomma: una situazione completamente diversa da quella di quest'anno, nel quale dovremo aspettare almeno un mese per sapere se l'attesa e pronosticata risalita resterà un sogno oppure si trasformerà in realtà.Da questo momento, però, pur non perdendo le speranze, ho deciso di lasciare ad altri il compito di raccontare ciò che rimane di questa stagione strana e un po' balorda. Ho deciso insomma di parlare d'altro: tra poco più di un mese, in quel paese magico e pieno di contraddizioni che si chiama Sud Africa, iniziano i Campionati del Mondo di calcio. I primi nella storia a disputarsi nel “Continente Nero”. Per questo ho ritenuto di iniziare da oggi un lungo viaggio a ritroso nel passato. Voglio raccontarvi quelli che posso definire i “mondiali della mia vita”. Essendo nato nel 1970, partirò da quelli che si disputarono quell'anno in Messico, per poi passare ogni settimana a raccontare le edizioni successive.Questo lavoro, che vi terrà compagnia per dieci puntate, ovvero fino al 10 luglio (quando a Johannesburg tutto sarà pronto per la finale di Coppa del Mondo del giorno dopo), non vuole assolutamente essere un'esaustiva storia degli ultimi dieci mondiali. Si tratta solamente della stesura di alcuni ricordi personali completati, laddove necessario, con la sintesi di alcune letture effettuate nel corso degli anni (su tutte, le collezioni complete degli Album Panini pubblicate qualche anno fa da “La Gazzetta dello Sport”).Per questo, nell'augurare buona lettura a chi avrà la pazienza di seguirmi, chiedo ad ognuno di voi di integrare i miei ricordi con i propri utilizzando lo spazio dedicato ai commenti. Allora che ne dite? Partiamo? Tenetevi forte ragazzi e allacciate le cinture perché iniziamo andando molto lontano nello spazio e nel tempo. Quest'oggi si vola in Messico e si torna indietro di ben quarant'anni, quando chi scrive non era nient'altro che un piccolo progetto messo in cantiere da pochi mesi.

 

1970. L'anno di.....

L'anno dello storico scudetto del Cagliari (col Toro di Giancarlo Cadé settimo). L'anno della vittoria del Feyenoord in Coppa dei Campioni. L'anno della prima accoppiata Giro-Tour del Cannibale Eddy Merckx (si ripeterà altre due volte). L'anno della nascita del “Superbowl”.L'anno del debutto di “Rischiatutto” di Mike Bongiorno sul “Secondo Programma”.L'anno dell'esordio in radio di “Alto Gradimento” con Arbore e Boncompagni.L'anno di “Chi non lavora, non fa l'amore” vincitrice a Sanremo.L'anno dello scioglimento ufficiale dei Beatles.L'anno del “naufragio” dell' “Apollo 13”.L'anno dell'entrata in vigore dello “Statuto dei Lavoratori”. L'anno delle prime elezioni regionali in Italia.L'anno della morte di Nasser e di De Gaulle.L'anno della salita al potere in Cile di Salvador Allende.L'anno della morte di Jimi Hendrix e Janis Joplin (quante J....ma perché la J**e non muore mai?!?).L'anno degli “Aristogatti” e di “Lo chiamavano Trinità”.L'anno della mia nascita (e chi se ne frega?).L'anno di Messico '70 (che non sarebbe stato Messico '70 se non fosse stato nel 1970).L'anno di.....boh....fate un po' voi.....

 

Riccione. Mercoledì 17 giugno 1970.

Qui dentro non si sta per niente male. Oddio, non è che lo spazio sia molto, ma per il resto c'è tutto quello di cui uno può avere bisogno. Non fa troppo freddo e neanche troppo caldo. Si può mangiare quando si ha fame, dormire quando se ne ha voglia, parlare anche se nessuno ti riesce a sentire, muoversi per quanto, come detto, non ci sia poi così tanto spazio. Soprattutto si sta tranquilli. Ci sono pochi rumori. A dire il vero ogni tanto si sente qualcosa da là fuori, ma niente di che. Sapete che faccio adesso? Mi sparo una bella dormitina. Poi, quando mi sveglio, mangio un pochino, mi dimeno un po', e poi torno a riposare. Penso che questo sia il posto più bello del mondo. Non vorrei mai uscire di qui. Sapete che vi dico? Me ne resto qui per sempre, anche se mi sembra che questo posto diventi ogni giorno più stretto.

“Siiiii....Bonimbaaaaa.....e pensare che non dovevi neppure giocareeee....”

“Nein...scheisse!!!”

“Dai, dai pochi minuti....ancora pochi minuti ed è finitaaa.....su arbitro fischia la fineeee....”

“Jaaaaa....Schnelli....jaaaa!!!”

“No porc# pu##@*@....proprio all'ultimo 'sto maiale milanista!”

“Geeeerdddd....Deutchland wird gewinnen.....Wir werden Weltmeister!!!”

“Cosa fai Poletti?.....Vai Burgnich!!!! E vai Rivaaaaaaaaa!”

“Immer Geerddddd.....jaaaa!”

“No....czz....Gianniiii....grande Riveraaaaaaaa.....finitaaaaa.....finitaaaa....siamo in finaleeeee!!!”

“Neinnnnn!”

“Siiiiiiii!”

Ahhhhh....ma cosa sono questi rumori? Cosa succede là fuori? Sembrano completamente impazziti. Ma che diavolo....uff....non si può dormire in santa pace....stavo proprio dicendo che questo è un posto tranquillo....mi sa che ho parlato troppo presto. E poi che cosa ci sarà da urlare tanto......

 

Giugno 1970. Mexico Mundial.

Ora lo so cosa c'era da urlare tanto. Io stavo lì tranquillo e beato nella pancia della mamma che si trovava in vacanza al mare, ignaro del fatto  che in tutta Italia stava succedendo il finimondo. Rivera aveva segnato il gol del 4 a 3 per l'Italia contro la Germania . Per la prima volta dal 1938 l'Italia del calcio avrebbe potuto disputare la finalissima di Coppa del Mondo. Chi l'avrebbe detto soltanto una settimana prima quando gli Azzurri avevano passato il girone eliminatorio in maniera assai poco brillante. Le cose erano iniziate bene con un gol di Domenghini alla Svezia dopo solo dieci minuti. Sembrava che i nostri ragazzi, campioni d'Europa in carica, potessero vincere facilmente quel girone. Ma poi si spense la lampadina. Zero gol contro l'Uruguay nella seconda partita. Zero gol contro il modesto Israele nel terzo match: in verità, in quella partita, Domenghini riuscì a segnare di testa su cross di Riva, ma la rete venne ingiustamente annullata per fuorigioco su segnalazione del guardalinee etiope Tarekegn. Quest'ultimo si attirò le ire del nostro telecronista Nicolò Carosio che usò nei suoi confronti un'espressione un po' troppo colorita (in tutti i sensi...) e perse così il posto da commentatore a vantaggio di Nando Martellini.Prestazioni deludenti a parte, l'Italia vinse il girone davanti all'Uruguay e si qualificò ai quarti di finale dove avrebbe affrontato i padroni di casa del Messico. Quell'anno la formula prevedeva la partecipazione di sedici squadre divise in quattro gironi. Le prime due di ogni raggruppamento si qualificavano ai quarti di finale. Nel primo girone Unione Sovietica e Messico ebbero la meglio su Belgio ed El Salvador. Del nostro girone si è già detto. Nel gruppo C si qualificarono il fortissimo Brasile di Pelè e l'Inghilterra campione del mondo in carica ai danni della Cecoslovacchia e della Romania. Il gruppo D, infine, fu vinto dalla Germania davanti al Perù, paese devastato proprio in quei giorni da un violentissimo terremoto. Le eliminate furono il debuttante Marocco e la Bulgaria.I quarti di finale si disputarono il 14 giugno. E furono in qualche modo un evento epocale visto che, per la prima volta nella storia, tutte le squadre che avevano vinto almeno un'edizione dei Mondiali (Uruguay, Italia, Brasile, Germania Ovest ed Inghilterra) vi erano rappresentate. Il Brasile sconfisse con relativa facilità il Perù di Teofilo Cubillas per 4 a 2. L'Uruguay ebbe la meglio sull'Unione Sovietica grazie ad un gol di tale Esparrago al 12 minuto del secondo tempo supplementare, dopo che nei precedenti 117 minuti le reti erano rimaste inviolate. La Germania Ovest di Beckenbauer e Muller sembrava aver perduto contro l'Inghilterra di Bobby Charlton e Bobby Moore  la quale, a poco più di venti minuti dal termine, conduceva per 2 a 0. Ma, come è noto, i Tedeschi non muoiono mai. Accorciò le distanze Beckenbauer al 68'. Dopo otto minuti fu il vecchio Uwe Seeler a rimettere l'incontro in parità. Ai supplementari, il solito Gerd Muller diede la vittoria ai Tedeschi.Infine l'Italia che, dopo tredici minuti, si trovò sotto con il Messico padrone di casa. Il pareggio giunse al venticinquesimo su tiro di Domenghini deviato da Pena. Quindi nella ripresa, una volta sostituito Mazzola con Rivera (la famosa staffetta...), l'Italia seppe dilagare con doppietta di Riva e rete di Rivera. Un trionfo per noi e una grande delusione per i Messicani che non ci perdonarono lo sgarbo e da quel momento presero a tifare per tutte le nostre avversarie.

Venne così il 17 giugno. Il giorno delle semifinali. Allo stadio “Jalisco” di Guadalajara il Brasile regolò quasi in scioltezza l'Uruguay per 3 a 1, mentre all' “Azteca” di Città del Messico si stava disputando una delle più incredibili partite di calcio della storia. L'Italia passò in vantaggio dopo otto minuti con Boninsegna. L'attaccante dell'Inter (ex Cagliari) non avrebbe neanche dovuto far parte della lista dei convocati ma, pochi giorni prima dell'inizio dei Mondiali, il centravanti titolare Pietro Anastasi si infortunò e Valcareggi fu costretto a correre ai ripari. Boninsegna si era appena sposato e, essendo partito per il viaggio di nozze, risultò sulle prime introvabile. Per cui, il tecnico azzurro decise di convocare l'attaccante del Milan Pierino Prati. Quando anche Boninsegna si fece vivo, Valcareggi non se la sentì di rimandarlo a casa, così decise di escludere dalla rosa il silenzioso mediano del Milan Giovanni Lodetti. E così Bonimba entrò nella storia. Come ci entrò anche il difensore tedesco-milanista Karl-Heinz Schnellinger che, a tempo scaduto, siglò il pareggio per la Germania Ovest, dopo che i Tedeschi ci avevano a lungo schiacciati nella nostra metà campo. Se in occasione di quel match qualche spettatore avesse deciso di lasciare lo stadio anzitempo ritenendo consolidato l'1 a 0 per gli Azzurri, si sarebbe perso il finale di partita più incredibile della storia del calcio. All'inizio del primo supplementare, l'indomita Germania di Beckenbauer (costretto a giocare con un braccio al collo perché la sua squadra aveva già esaurito i cambi) passò in vantaggio con Muller (con la complicità del nostro Poletti). Disperazione. Ma niente paura: rispose il terzino Burgnich.  Poi Riva riportò in vantaggio gli Azzurri. Quindi ancora pareggio di Muller e infine il gol di Rivera che raccolse di piatto un traversone basso di Boninsegna. Mancavano ancora nove minuti al termine, ma la Germania non trovò più la forza di replicare. Fu l'apoteosi. La partita più bella di sempre per i colori azzurri. La partita che segnò un'epoca. La partita che tutti ricordano. La partita in cui, se chiedi a qualcuno che all'epoca c'era, ti sa dire esattamente dove si trovasse in quel momento. Un po' come accade per lo sbarco sulla Luna o per l'attentato alle Torri Gemelle. Anch' io ora so esattamente dove fossi. Nella pancia di mia madre che guardava quel match in un bar di Riccione in compagnia di mio papà, di alcuni turisti Italiani ed altrettanti Tedeschi. Urlavano e soffrivano. Insieme. Mescolando sentimenti e passioni contrastanti, ma in fondo identici.

Bene. Le acque là fuori sembrano essersi calmate. Tutto pare di nuovo tranquillo. Speriamo di non sentire più tutto quel rumore di prima. Chissà cosa avevano da urlare tanto in quel modo strano. Voglio riposare, io. Mangiare e riposare. Ma se là fuori è così mica ci voglio andare in quel posto di matti. Che bello il silenzio....

Non urlarono più. La finale fu un monologo del Brasile che, dopo essere passato in vantaggio con un gol favoloso di testa di Pelé, venne raggiunto da Boninsegna. Nel secondo tempo i Verde Oro dilagarono con reti di Gerson, Jairzinho e Carlos Alberto che fissarono il punteggio sul 4 a 1. Il Brasile si aggiudicò definitivamente la Coppa Rimet (che andava alla prima squadra che si fosse aggiudicata per tre volte il titolo mondiale), mentre gli Azzurri tornarono in Italia trovando ad accoglierli, anziché i meritati applausi, un gruppo di lanciatori di pomodori che non avevano perdonato a Valcareggi il fatto di aver schierato Rivera soltanto negli ultimi minuti della finalissima. Purtroppo, la capacità di ammettere che a volte le squadre per cui tifiamo possono perdere, quando trovano sulla loro strada un avversario più forte, non ha mai fatto parte delle virtù di questo paese. E' altrettanto vero che solo qui riusciamo ad essere così autolesionisti da impedire ad uno dei migliori giocatori del mondo di scendere in campo nella partita più importante. Ma chi ha talento vero, dalle nostre parti, incontra spesso più difficoltà di chi non lo possiede. Forse tra coloro che lanciarono pomodori c'erano anche persone che, fino a tre settimane prima, avrebbero considerato come un trionfo un piazzamento della nostra Nazionale tra le prime quattro al mondo.Ma andò così. Peccato. Pazienza.

Andò anche che, dopo tre mesi e un giorno da quella finale, io fui spinto al di fuori della pancia di mia mamma. Sarebbero dovuti passare altri dodici anni perché potessi vedere anch'io con questi occhi, e non solo attraverso le urla di chi mi stava intorno, la Nazionale italiana giocarsi un titolo mondiale. Ma questa è un'altra storia.Così come sarebbero passati alcuni anni perché vedessi la squadra per cui tifava (e tifa) papà e per cui tifo io stesso vincere un Campionato Italiano. Ma anche quella è un'altra storia. E purtroppo non la ricordo quasi per niente. Peccato, perché mi sa che non capiterà mai più.

 

LE PARTITE NELLA STORIA:

 

Città del Messico (Stadio “Azteca”)Mercoledì 17 giugno 1970

Italia – Germania Ovest 4 – 3 (d.t.s.)

Reti: 8' Boninsegna (I), 92' Schnellinger (G), 94' Muller (G), 98' Burgnich (I), 104' Riva (I), 110' Muller (G), 111' Rivera

ITALIA(All. Ferruccio Valcareggi): Albertosi, Burgnich, Facchetti (cap), Bertini, Rosato (91' Poletti), Cera, Domenghini, Mazzola (46' Rivera), Boninsegna, De Sisti, Riva.

GERMANIA OVEST (All. Helmuth Schon): Maier, Vogts, Patske (65' Held), Beckenbauer, Schnellinger, Schulz, Lohr (51' Libuda), Grabowski, Overath, Muller, Seeler (cap)

ARBITRO: Arturo Maldonado Yamasaki (Messico)

SPETTATORI: 102.444

 

Città del Messico. (Stadio “Azteca”).Domenica 21 giugno 1970

Brasile – Italia 4 – 1

Reti: 18' Pelé (B), 37' Boninsegna (I), 66' Gerson (B), 71' Jairzinho (B), 86' Carlos Alberto (B)

BRASILE: (All. Mario Zagallo): Felix, Carlos Alberto (cap), Everaldo, Clodoaldo, Piazza, Brito, Jairzinho, Gerson, Tostao, Pelé, Rivelino

ITALIA: (All. Ferruccio Valcareggi): Albertosi, Burgnich, Facchetti (cap), Bertini (74' Juliano), Rosato, Cera, Domenghini, Mazzola, Boninsegna (84' Rivera), De Sisti, Riva.

ARBITRO: Rudolf Glockner (Germania Est)

SPETTATORI: 107.412

 

CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO DEL MONDO MESSICO 1970:

1)BRASILE2)ITALIA3)GERMANIA OVEST4)URUGUAY

 

ROSA DEI CAMPIONI DEL MONDO:

Venerando FELIX (portiere) 6 presenze (6 da titolare), 7 reti subiteEduardo ADO (portiere) 0 presenzeEmerson LEAO (portiere) 0 presenzeHercules BRITO (difensore) 6 presenze, 0 retiCARLOS ALBERTO (difensore) 6 presenze, 1 reteWilson PIAZZA(difensore) 6 presenze, 0 retiEVERALDO (difensore) 5 presenze, 0 retiMARCO ANTONIO (difensore) 2 presenze, 0 retiJosé BALDOCHI (difensore) 0 presenzeJOEL (difensore) 0 presenzeZE' MARIA (difensore) 0 presenzeCLODOALDO (centrocampista) 6 presenze, 1 reteRoberto RIVELINO (centrocampista) 5 presenze, 3 retiPAULO CESAR (centrocampista) 4 presenze, 0 retiROBERTO (centrocampista) 2 presenze, 0 retiJosé FONTANA (centrocampista) 1 presenza, 0 retiJAIRZINHO (attaccante) 6 presenze, 7 retiPELE' (attaccante) 6 presenze, 4 retiTOSTAO (attaccante) 6 presenze, 2 retiGERSON (attaccante) 4 presenze, 1 reteEDU (attaccante) 1 presenza, 0 retiDARIO (attaccante) 0 presenze

Allenatore: Mario ZAGALLO

 

ROSA DELLA NAZIONALE ITALIANA:

Enrico ALBERTOSI (portiere) 6 presenze, 8 reti subiteDino ZOFF (portiere) 0 presenzeLido VIERI (portiere) 0 presenzeTarcisio BURGNICH (difensore) 6 presenze, 1 retePierluigi CERA (difensore) 6 presenze, 0 retiGiacinto FACCHETTI (difensore) 6 presenze, 0 retiRoberto ROSATO (difensore)  6 presenze, 0 retiComunardo NICCOLAI (difensore) 1 presenza, 0 retiFabrizio POLETTI (difensore) 1 presenza, 0 retiUgo FERRANTE (difensore) 0 presenzeGiorgio PUIA (difensore) 0 presenzeMario BERTINI (centrocampista) 6 presenze, 0 retiGiancarlo DE SISTI (centrocampista) 6 presenze, 0 retiGianni RIVERA (centrocampista) 4 presenze, 2 retiGiuseppe FURINO (centrocampista) 1 presenza, 0 retiAntonio JULIANO (centrocampista) 1 presenza, 0 retiLuigi RIVA (attaccante) 6 presenze, 3 retiRoberto BONINSEGNA (attaccante) 6 presenze, 2 retiAngelo DOMENGHINI (attaccante) 6 presenze, 1 reteAlessandro MAZZOLA (attaccante) 6 presenze, 0 retiSergio GORI (attaccante) 1 presenza, 0 retiPierino PRATI (attaccante) 0 presenze

Allenatore: Ferruccio VALCAREGGI

(in grassetto i giocatori del Toro)

 

CAPOCANNONIERE: Gerd Muller (Germania Ovest): 10 gol

SEDI DEGLI INCONTRI:

Stadio “Azteca” di Città del Messico. Capienza 114.600 spettatoriStadio “La Bombonera” di Toluca. Capienza 27.000 spettatoriStadio “Jalisco” di Guadalajara. Capienza 56.700 spettatoriStadio “Léon” di Léon. Capienza: 28.050 spettatoriStadio “De Puebla-Cuauhtemoc”. Capienza: 35.000 spettatori

 

CURIOSITA':

Nei mondiali del 1970 vennero per la prima volta introdotte le sostituzioni (due cambi per squadra).Vennero inoltre introdotti il cartellino giallo per segnalare l'ammonizione e quello rosso per segnalare l'espulsione. Ma quest'ultimo non venne mai utilizzato, visto che nessun giocatore fu mai espulso.La Coppa Rimet vinta dal Brasile venne rubata dalla sede della Federazione Brasiliana nel 1983 e venne fusa ottenendo lingotti d'oro.Per la prima volta le partite si disputarono in altura e ad orari insoliti visto che, per favorire le dirette televisive in Europa, molte partite si giocarono alle 12 sotto un sole cocente. Mario Zagallo è stato il primo tecnico a vincere i Mondiali sia da giocatore (1958-62) che da allenatore.

 

Per chi fosse così "malato" da voler vedere i "tabellini" di quel Mondiale segnalo il seguente link:

 

Per le "rose" di tutte le squadre, invece, segnalo:

 

Ho inoltre parlato di:

 

Italia - Germania 4-3

Brasile - Italia 4-1

 

Infine un po' di musica.....

 

e parole....

 

Nella prossima puntata torneremo in Europa e andremo nella Germania Ovest. E sì perché all'epoca c'erano due Germanie. E per un giorno, uno solo, la più piccola si prese la soddisfazione di battere la più grande. Di questo e di tante altre cose parlerò, per chi vorrà, la prossima settimana.