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In Italia rappresenta un fenomeno ancora limitato ma in paesi come Inghilterra e Spagna da anni è salito agli onori delle cronache: stiamo parlando di quello che viene chiamato azionariato popolare. Un termine che in realtà non sarebbe corretto utilizzare per definire l'acquisto da parte dei tifosi di quote azionarie della società, in quanto la partecipazione finanziaria nella maggior parte dei casi resta piuttosto limitata.
Nel nostro paese queste iniziative si sono fatte conoscere soprattutto nelle categorie minori, spesso quando le società ripartivano da zero dopo un fallimento. Impossibile, altrimenti, per i tifosi riuscire a mettere insieme un budget tale da poter pensare di gestire in modo autonomo un club. Non è un caso, infatti, che quando l'iniziativa coinvolge società più importanti la partecipazione al capitale si riduca all'1-2% . Ma nel futuro qualcosa potrebbe davvero cambiare.
L'apripista potrebbe essere l'Ancona, dove ad inizio stagione nel Consiglio di Amministrazione della società sono entrati due rappresentanti del trust di tifosi, che avranno diritto di veto su alcuni aspetti della gestione del club. Una novità che potrebbe rivelarsi davvero importante e far sì che in un futuro neanche troppo lontano i tifosi possano davvero essere coinvolti in prima persona, pur senza detenere la maggioranza delle quote. Si tratta, insomma, di slegare almeno in parte il profilo amministrativo da quello finanziario, con la possibilità di poter entrare a tutti gli effetti nella società anche se non si possiede un conto in banca da sceicco. Una rivoluzione che potrebbe cambiare il nostro calcio e i supporters trust italiani sono pronti a fare la loro parte.
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