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D’inverno, piove, nevica e c’è la nebbia. Ma il calcio non lo sa…

Manolo Chirico
Tocco di Mano / Lo spezzatino di pallone, mai digerito!

Ho mangiato carni di vacca, montone, bue, cavallo (sì, anche quella e me ne vanto). Non mi scandalizzo davanti ad un piatto di granelle, rognoni e animelle. Per non parlare poi delle interiora di ogni genere. Ma lo spezzatino di pallone no, quello non l'ho mai digerito.

E non c'è nulla fare: troppo pesante, mi resta sullo stomaco, a volte mi ritorna anche su. Antipasto del sabato alle 15, alle 18 e alle 20.45. Lunch-match, poi seconda, terza e anche quarta portata. E, infine, vogliamo negarci il dolcetto del monday night? Quello che apre ad una nuova abbuffata di pallone: coppe del martedì, del mercoledì, del giovedì...E poi via, si ricomincia dall'inizio!

No, grazie. Anzi, basta così. È inutile forzare la mano e cercare di accontentare tutti: televisioni, spettatori, squadre e via discorrendo. Possiamo capire gli anticipi e i posticipi (alcuni hanno anche il proprio fascino) ma è davvero difficile trovare un senso ad un calendario che ci obbliga a digerire 4 (dico quattro!) gare al sabato negli orari più disparati.

In particolar modo in inverno, quando piove, nevica e spesso cala anche la nebbia. Bologna-Roma si è giocata in un pantano che quasi sembrava di vedere una gara di pallanuoto e ora il rinvio di Sassuolo-Torino. Geniale piazzare una sfida, nella pianura padana emiliana, alla sera. E non in notturna, quando spesso la nebbia si dirada per qualche attimo, prima di tornare con le ore piccole.

No, Sassuolo-Torino l'hanno voluta mettere proprio al crepuscolo, quando la bruma si presenta e saluta tutti con la sua foschia. Sciocco chi si arrampica ai vetri dicendo: "Alle 15 si sarebbe potuto giocare". Oppure: "Da altre parti allo stesso orario non hanno avuto problemi di sorta...".

La soluzione è semplice e chi si è impegnato - e tanto - per creare questo nodo la conosce benissimo: tornare a giocare in un orario consono al pallone. Siano le 15 e ben vengano gli anticipi e i posticipi. Ma solo quando la stagione lo permette.

Che dire: non ci resta che attendere il prossimo calendario, quello del nuovo anno. Consapevoli che d'inverno nevica, piove e cala la nebbia. Ma il calcio ancora non lo sa...