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di Walter Panero
1990 l'anno di....
L'anno della risalita del Toro in serie A dopo la retrocessione subita al termine della stagione precedente: vinciamo il campionato davanti a Pisa, Cagliari e Parma.
L'anno del secondo scudetto del Napoli di Maradona dopo quello del 1987.
L'anno della seconda vittoria consecutiva del Milan di Sacchi in Coppa dei Campioni: nella finale di Vienna, i rossoneri sconfiggono il Benfica con un gol dell'Olandese Frank Rijkaard. A dicembre il Milan vince anche la sua seconda Coppa Intercontinentale consecutiva battendo per 3 a 0 l'Olimpia di Asuncion.
L'anno del primo ed unico trionfo di Gianni Bugno al Giro d'Italia: il campione monzese conquista la maglia rosa nella prima tappa e la conserva per tutta la durata della manifestazione. In quello stesso anno, il varesino Claudio Chiappucci conquista la maglia gialla al Tour de France grazie ad una lunga fuga: la difende per otto tappe, fino alla cronometro del penultimo giorno quando viene scalzato dall'americano Greg Lemond che si aggiudica il suo terzo Tour. Chiappucci si deve accontentare del secondo posto finale.
L'anno in cui la Nazionale Italiana di Pallavolo diventa per la prima volta nella storia Campione del Mondo: nella finale di Rio de Janeiro, gli Azzurri sconfiggono Cuba per 3 set a 1.
L'anno della vittoria al Festival di Sanremo dei Pooh con “Uomini Soli”. Secondo giunge Toto Cutugno con “Gli Amori” (in coppia con Ray Charles). Terzi Amedeo Minghi e Mietta con “Vattene Amore”. Marco Masini vince la sezione “Nuove Proposte” con la canzone “Disperato”.
L'anno in cui Giuseppe Tornatore vince il Premio Oscar con il film “Nuovo Cinema Paradiso”.
L'anno del rilascio a Natile di Careri (RC) di Cesare Casella dopo 743 giorni di sequestro da parte della malavita organizzata.
L'anno dell'assassinio da parte della Mafia del “Giudice Ragazzino” Rosario Livatino. Il magistrato ha soltanto 38 anni.
L'anno dello scioglimento in Italia dell'organizzazione paramilitare “Gladio”
L'anno della liberazione in Sudafrica di Nelson Mandela dopo 28 anni di prigionia. E' l'inizio della fine dell'Apartheid.
L'anno della proclamazione di indipendenza dall'Unione Sovietica di Lettonia, Lituania, Estonia, Ucraina e Bielorussia.
L'anno dell'elezione a Presidente della Polonia dell'ex leader del sindacato Solidarnosc Lech Walesa.
L'anno in cui il Premio Nobel per la Pace viene assegnato al Presidente Sovietico Mikhail Sergeyevich Gorbaciov.
L'anno dell'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq di Saddam Hussein: è l'inizio della Prima Guerra del Golfo.
L'anno della riunificazione delle due Germanie (3 ottobre) : dopo 41 anni la Germania Est cessa di esistere.
L'anno delle dimissioni del Primo Ministro Inglese Margareth Thatcher dopo 11 anni di governo. Le succede John Major.
L'anno del terremoto in Iran nel quale perdono la vita 45.000 persone.
L'anno in cui cessa la produzione dei dischi a 45 giri.
L'anno della pubblicazione degli album : “Le Nuvole” di Fabrizio De André; “Niente da Capire” di Francesco De Gregori; “Cambio” di Lucio Dalla; “La sposa occidentale” di Lucio Battisti; “Uomini Soli” dei Pooh; “The Wall – Live in Berlin” dei Pink Floyd.
L'anno dei film: “Balla coi Lupi” diretto ed interpretato da Kevin Costner; “Caccia a Ottobre Rosso” con Sean Connery; “La Casa Russia” sempre con Sean Connery; “Dick Tracy” di Warren Beatty; “Edward Mani di Forbice” di Tim Burton con Johnny Depp; “Ghost” di Jerry Zucker con Patrick Swayze e Demi Moore; “It” di Tommy Lee Wallace tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King; “Italia – Germania 4 a 3” di Andrea Barzini; “Misery non deve morire” di Rob Reiner; “Nikita” di Luc Besson; “Presunto Innocente” di Alan J. Pakula con Harrison Ford; “Pretty Woman” con Julia Roberts e Richard Gere; “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorsese con Robert De Niro; “Tartarughe ninja alla riscossa” di Steve Barron; “Il tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci; “Turné” di Gabriele Salvatores con Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio; “Ultrà” di Ricky Tognazzi con Claudio Amendola; “Volevo i pantaloni” di Maurizio Ponzi tratto dall'omonimo romanzo di Lara Cardella.
L'anno di....
Torino. Stadio delle Alpi. Mercoledì 4 luglio 1990.
Io non ho mai visto uno stadio così. Grande e pieno. Sì, certo, qualche anno fa sono stato a San Siro a vedere Inter – Toro e anche quello è uno stadio immenso. Ma non era così. Quella volta non c'era tutta la gente che c'è adesso e soprattutto mancava questa atmosfera elettrica che caratterizza i grandi avvenimenti.E oggi l'evento è proprio grandissimo. Tutto il mondo è collegato con questo stadio e con questa città che è poi la mia. Oggi si disputa la seconda delle due semifinali di questo Mondiale iniziato ormai da quasi un mese qui in Italia.Ho ancora l'amaro in bocca da ieri sera. La nostra Nazionale, che fino a quel momento era stata forse la migliore del Mondiale, si è fatta cacciare fuori ai rigori dagli Argentini. Maledetti loro! Maledetti rigori! Maledetto Caniggia, sporco atalantino che ci ha fatto gol! Maledetto Zenga che è uscito a vuoto! Maledetti quelli che erano con noi a vedere la partita ieri sera e hanno esultato quando Donadoni e Serena hanno sbagliato i due rigori per i nostri! Maledetti anche quei Napoletani che ieri erano allo stadio San Paolo e che tenevano per l'Argentina perché il loro idolo Maradona li aveva invitati ad insorgere contro il nostro paese e a tifare per lui. Io questa gente proprio non la capisco: come si fa a tenere contro la propria squadra e contro il proprio paese? D'accordo, ci sono tante cose che non vanno in Italia e nel nostro calcio. D'accordo, la Nazionale viene spesso strumentalizzata per motivi che vanno ben al di là di quelli calcistici, ma è sempre stato così specie quando si gioca in casa. D'accordo che Italia '90 è stato un business colossale che ha riempito le tasche dei soliti noti. D'accordo che mai come questa volta in televisione o per strada vedi gente che pontifica di gioco a zona e fuorigioco, quando, fino a un mese fa, non aveva idea se a calcio si giocasse con un pallone rotondo o quadrato. Ma io trovo che tutto questo c'entri poco con i ragazzi che in questi giorni sono scesi in campo comportandosi sempre egregiamente. C'entri poco con la pacatezza di Vicini, le manone di Zenga, la forza di Baresi e Maldini, la classe di Roberto Baggio e gli occhi spiritati di Totò Schillaci. Certo, anche a me hanno fatto incavolare taluni dirigenti a strisce che neppure nomino quando hanno voluto a tutti i costi dipingere come “molto bianco neri” i successi di questa Nazionale. Certo, anche a me provoca ripulsa il Presidente Federale col suo atteggiamento da signore feudale quando se ne va in televisione a pontificare manco in campo ci andasse lui. E tutti che ridono quando lui ride. Si indignano quando lui si indigna. Lo riveriscono come se fosse l'inventore del calcio. E poi hanno il coraggio di definirli giornalisti. Mah. Malgrado ciò, ieri ci sono rimasto male. Meno dell'ultima volta quando l'Italia di Bearzot venne eliminata dalla Francia, ma comunque male. Tanto che la prima reazione ieri sera sarebbe stata quella di venire qui solo per vendere il biglietto per poi tornarmene a casa. Sicuramente avrei trovato chi me l'avrebbe pagato a peso d'oro.Ma, alla fine, ho deciso di esserci. Questo è un momento storico. Tutto il mondo mi invidia perché vorrebbe essere qui. E un giorno, di sicuro, racconterò ai miei figli di esserci stato. Di aver assistito niente meno che a una semifinale del Campionato del Mondo: uno degli eventi più importanti che una città possa ospitare. Meno importante di una finale, certo. E anche di una cerimonia di inaugurazione olimpica. Ma penso che niente di tutto ciò potrà mai accadere qui a Torino e quindi, si fa per dire, mi accontento.
Un boato sale alto dalle gradinate del catino interamente coperto. Lo stadio nuovo che hanno costruito negli ultimi anni e i cui pennoni si vedono anche dal terrazzo di casa mia è tutto colorato di bianco, visto che bianche sono le maglie delle squadre che stasera scenderanno in campo. Ma le bandiere che sventolano non potrebbero essere più diverse. Le bandiere di due popoli storicamente nemici. Le bandiere di due nazioni che il calcio, così come la storia, ha messo spesso l'una di fronte all'altra. Eccoli i Tedeschi, oggi in maglia verde. Ecco il fiero Capitan Matthaeus. Ecco Brehme. Ecco Voeller. Ecco il Mister, il glorioso Beckenbauer. Quasi tutte vecchie conoscenze del calcio italiano. Il loro cammino sin qui è stato pulito e quasi perfetto al di là di un gioco non sempre brillante. Nel primo turno hanno battuto nettamente la Jugoslavia (4 a 1) e gli Emirati Arabi (5 a 1) per poi pareggiare, a qualificazione già ottenuta, contro la Colombia. Agli ottavi hanno sconfitto l'Olanda campione d'Europa più nettamente di quanto non dica il 2 a 1 finale (in quell'occasione, Rijkaard sputò in testa a Voeller provocandone la reazione che causò l'espulsione di entrambi); mentre ai quarti è stato loro sufficiente un rigore di Matthaeus per regolare la Cecoslovacchia di Skuhravy che, fino a quel momento, era stata una delle squadre più brillanti del torneo.Dall'altra parte, ecco gli Inglesi che stasera possono indossare la loro classica casacca bianca. Il mitico portiere ultra quarantenne Peter Shilton. Gli ottimi Waddle e Platt. Il grande “Gazza” Gascoigne. Il bomber Lineker, vincitore della classifica dei cannonieri ai precedenti Mondiali. Il loro cammino è stato sicuramente più accidentato rispetto a quello dei rivali. Relegati in Sardegna allo scopo di isolare gli Hooligans, i britannici hanno iniziato con due pareggi contro la Repubblica di Irlanda (allenata dall'ex difensore della Nazionale inglese Jack Charlton) e contro l'Olanda. Una striminzita vittoria contro l'Egitto per 1 a 0 (64' Wright) ha consentito loro di vincere il girone. Agli ottavi, gli Inglesi si sono trovati di fronte l'ostico Belgio: quando la partita, bloccata sullo 0 a 0, sembrava ormai indirizzata ai calci di rigore, è stato Platt a segnare al 119'. Nei quarti, contro il Camerun, hanno faticato ancora di più: dopo l'iniziale vantaggio di Platt, gli Africani li avevano raggiunti e superati nel giro di tre minuti con un rigore di Kunde e un gol di Ekeke. I Leoni Indomabili d'Africa (che nella partita inaugurale avevano saputo sconfiggere a sorpresa l'Argentina campione del Mondo) sembravano avviati verso una storica semifinale quando l'arbitro messicano Codesal Mendez ha deciso che forse gli africani in semifinale avrebbero un po' stonato e tolto fascino alla manifestazione. Un primo rigore all'83' ha permesso a Lineker di pareggiare e trascinare la sfida ai supplementari. Qui un altro rigore sempre di Lineker ha regalato agli Inglesi l'ingresso in semifinale.Forse una semifinale tra Germania Ovest e Camerun sarebbe stata troppo. Sicuramente avrebbe avuto meno fascino di questa Germania – Inghilterra che sta per iniziare. Senza dubbio, però, sarebbe stata più giusta. Ma, come si sa, la giustizia non sempre trionfa, nel calcio come nella vita. E quindi che suonino pure “Deutschland uber alles” e “God Save the Queen” per la gioia della gente. Tanto i Camerunensi sono già soddisfatti così e presto si dimenticheranno del furto subito e della grandissima occasione perduta. Così come se lo dimenticherà tutto il pubblico che, come è noto, ha la memoria corta. Io stesso ho la memoria corta, visto che stasera, se proprio devo tifare per qualcuno, scelgo gli Inglesi. Per i Tedeschi e per il loro calcio provo rispetto (da quasi trent'anni non sbagliano un appuntamento importante), ma la simpatia è una cosa diversa. Nel momento in cui mi schiero per l'Inghilterra già capisco come andrà la sfida. Questa è la quinta partita che vedo grazie al mini abbonamento per i match che si tengono qui a Torino e la squadra per cui simpatizzavo le ha sempre prese. La Svezia di Brolin ha perso per 2 a 1 contro il Brasile di Careca ( 2 gol) e Muller; il Costarica allenato da quel santone di Bora Milutinovic e la Scozia le han prese per 1 a 0 sempre dal Brasile e sempre a causa di un gol di Muller; il Brasile si è fatto eliminare da un gol di Caniggia su assist di Maradona nei minuti finali: un ottavo di finale dominato dai verde oro e perso in maniera immeritata e clamorosa.Ora tifo Inghilterra. E l'Inghilterra le buscherà di sicuro. Infatti, segna Brehme al 60' su punizione deviata dalla barriera e sembra che la partita sia finita lì, visto che fare un gol alla forte difesa tedesca non è per nulla semplice. Invece Lineker (sempre lui!) pareggia all'80' e porta la sfida ai supplementari: è la terza volta che gli Inglesi si ritrovano a proseguire oltre il novantesimo. Ma stavolta non riescono a chiudere la partita. Si va ai rigori, gli stessi che ieri sera hanno punito gli Azzurri. Sbagliano Pearce (parato) e Waddle (in cielo). Inghilterra a casa (tutto sommato col sorriso visto che pochi la immaginavano così in alto alla vigilia del Mondiale) e Germania in finale contro l'Argentina.
Dopo aver assistito alla semifinale, riprendo la mia 126 azzurra e vado verso casa percorrendo la silenziosa periferia della mia città: non si direbbe che in centro, da qualche parte, tra fiumi di birra c'è chi festeggia la propria terza finale mondiale consecutiva (la quarta in cinque edizioni). Mi guardo intorno: non c'è balcone senza una bandiera sventolante. Il palazzo di fronte al mio è ricoperto da più di un mese da un tricolore immenso che ora appare però piuttosto triste. La delusione per l'eliminazione di ieri sera è stata grande. Eppure eravamo favoriti. Eppure avevamo superato il primo turno a punteggio pieno (1 a 0 all'Austria e agli Stati Uniti, 2 a 0 alla Cecoslovacchia). Eppure ci eravamo sbarazzati con relativa facilità dell'Uruguay agli ottavi e dell'Irlanda ai quarti. Eppure con gli Argentini eravamo anche riusciti a passare in vantaggio. Niente. Noi non saremo campioni del mondo. Non stavolta.
Ora non ho dubbi per chi tiferò in finale. Certamente per i Tedeschi che l'hanno sicuramente meritata e sono stati la miglior squadra del Mondiale insieme con gli Azzurri: forse meno belli, ma di certo più quadrati e concreti.Gli Argentini, al di là del fatto che ieri ci hanno eliminati, proprio non li sopporto. Ho sempre tenuto contro di loro fin dalla prima partita persa a sorpresa col Camerun. Hanno rubato clamorosamente contro i Sovietici, complice l'arbitro Fredriksson (sempre lui!) e pareggiato a fatica contro la Romania qualificandosi agli ottavi per il rotto della cuffia (una delle quattro migliori terze ripescate); quindi, hanno battuto il Brasile agli ottavi tirando in pratica una volta sola in porta, e hanno eliminato gli Jugoslavi solo ai rigori, dopo che la forte squadra di Stojkovic, Prosinecki e Savicevic era rimasta in dieci dal 31' del primo tempo per l'espulsione di Sabanadzovic. Il fatto che una squadra simile sia arrivata fino alla finale dei Mondiali dimostra come basti un po' di fortuna e qualche aiuto al momento giusto per andare molto avanti. Soprattutto se schieri in campo fenomeni come Maradona e Caniggia capaci di risolvere la partita in qualsiasi momento.Ma non è giusto che vincano loro. Non ha senso che un Mondiale pur modesto come questo venga vinto da una squadra così mediocre.
Domenica 8 luglio 1990. La finale.
Per fortuna sulla terra c'è ancora un minimo di giustizia: i Tedeschi sono Campioni del Mondo!In quella che forse è la finale più brutta mai disputata nella storia dei Mondiali, segna Brehme su rigore all'85' quando ormai gli Argentini speravano di essere riusciti, ancora una volta, a imbrigliare gli avversari trascinandoli ai supplementari e magari ai rigori.L'Argentina aveva inaugurato il Mondiale perdendo per 1 a 0 e lo conclude nello stesso modo. I Sudamericani, che erano stati accolti dai fischi durante la prima partita a San Siro, vengono nuovamente sepolti dai fischi durante l'Inno Nazionale prima della finale: il pubblico di Roma non perdona agli Argentini di aver impedito ai nostri di essere al loro posto. Gli ottantamila dell'Olimpico avrebbero voluto cantare compatti l'Inno di Mameli e, per dar fiato comunque alla bocca, decidono di fischiare Maradona & C. che certo non sono dei simpaticoni ma non meritano questa vergognosa accoglienza. Applausi vanno invece alla Germania. E anche questo è, a suo modo, un evento storico.Applausi a Kaiser Franz Beckenbauer che alza la Coppa dopo averla già vinta da giocatore (come Mario Zagallo nel 1970). Applausi agli interisti Lothar Matthaeus (grande e indomito capitano), Andreas Brehme e Jurgen Klinsmann. Applausi soprattutto a Rudi Voeller, “core de Roma”.Certo, se in campo ci fossero stati il “Principe” Giannini e lo stesso “Totò” Schillaci gli applausi avrebbero avuto un'altra intensità e un altro calore.Ma l'Italia ha giocato ieri a Bari per il terzo posto battendo per 2 a 1 gli Inglesi con gol di Baggio e Schillaci che diventa capocannoniere. Succede, nel calcio come nella vita, di non riuscire a vincere sempre. Lascia l'amaro in bocca, ma poi passa. Noi del Toro lo sappiamo bene. Gli altri non so.
Dopo la finale, mi affaccio dal balcone di casa mia. C'è silenzio in strada, mentre la televisione trasmette scene di giubilo che provengono da Roma e da tutte le città della Germania. A Berlino si festeggia in un tripudio di bandiere giallo-rosso-nere e si vedono scene simili a quelle della caduta del Muro avvenuta solo qualche mese fa. E' bello vedere un Paese che rinasce e ritrova la propria unità anche grazie allo sport. Persone che fino a poco tempo fa si guardavano in cagnesco da una parte all'altra del Muro, ora si ritrovano abbracciate in piazza a festeggiare e a bere birra. Che meraviglia il calcio! Che meraviglia lo sport!Penso che in tutta la Germania le bandiere sventoleranno per giorni interi. Forse per settimane. Al contrario, i pochi tricolori che ancora sono rimasti appesi ai nostri balconi verranno presto tolti, ripiegati e dimenticati in qualche cantina.Probabilmente li tireranno di nuovo fuori in occasione dei prossimi Mondiali. Ma non sarà più la stessa cosa. Le piazze saranno magari piene di masse festanti, ma non vedremo più i colori dei Brasiliani e delle loro donne mezze nude, le corna da Vichinghi degli Svedesi, i gonnellini degli Scozzesi, i boccaloni di birra degli Inglesi e dei Tedeschi.Un senso di tristezza si impossessa di me e mi prende alla gola. Domani tutto tornerà normale. Domani si tornerà a pensare a esami da preparare, a ragazze che non ci stanno da conquistare, alla vita di tutti i giorni da affrontare.L'atmosfera di festa che aveva pervaso stadi e piazze è ormai irrimediabilmente alle spalle. Le strade verranno nuovamente riempite da gente che corre senza neppure sapere dove e perché, e da automobili che strombazzano per il nervoso e non per festeggiare una vittoria.Di quelle che furono davvero Notti Magiche ci resterà solamente il ricordo sempre più sbiadito ripiegato in uno degli scantinati della nostra memoria.Proprio come una vecchia bandiera rimasta da allora inutilizzata. Una bandiera che tutti ricordano di aver sventolato, ma che ora non sanno più dove sia.
Giovedì 10 giugno 2010. Passato e futuro. Cadute e ricostruzioni.
La mia auto passa di fronte allo stadio che, in quella magica sera di vent'anni fa, era pieno e colorato a festa. Il silenzio è rotto solo dalle altre vetture che si muovono guidate da individui distratti e senza memoria. Loro non ricordano i tempi delle Notti Magiche. Forse all'epoca non erano neppure nati.Ripenso alle bandiere di quella sera. Ripenso anche a uno stadio, quello stadio, dipinto tutto di granata. A sessantamila bocche urlanti. A sessantamila bandiere. Le nostre bandiere.La mia tristezza aumenta. E si trasforma in rabbia. Sono riusciti a farne ciò che volevano. Sono riusciti a convincerci che quella era roba solo loro. Hanno distrutto un'opera discutibile, ma comunque costata miliardi di denari anche nostri, per farne il tempio del loro futuro.Intanto, dall'altra parte della città, il nostro antico tempio rischia di morire lentamente senza che nessuno faccia nulla. Senza che nessuno provi vergogna. Tenetevi pure il vostro stadio post moderno! Fate pure in modo che ci dimentichiamo che, per un po', esso è stato anche nostro! Ma ridateci ciò che è nostro per davvero. Ciò che niente e nessuno dovrà e potrà mai toglierci.
Venerdì 11 giugno 2010. Post scriptum.
Sulla forte, fortissima puzza di bruciato che ho sentito durante e dopo la partita (o sceneggiata, o rissa da saloon tollerata da quello che doveva essere lo sceriffo) di mercoledì non dico nulla. Non perché non ci sia niente da dire, anzi! Ma perché non è questo il luogo. E soprattutto perché il mio pensiero ricalca in pieno quello esposto in questi giorni da Salvatico, Saglietti e dagli altri colleghi di Toronews.Mi limito quindi a ribadire un concetto solo: forza Toro malgrado tutto! Forza mio caro, vecchio, povero amico! Ora più che mai! Forza ragazzi, sempre insieme a voi, comunque vada!
Italia '90. Formula e svolgimento.
Al Mondiale italiano del 1990 partecipano ventiquattro squadre (14 Europee, 3 Sudamericane, 3 in rappresentanza del nord e del centro America, 2 africane, 2 asiatiche). Le formazioni presenti vengono suddivise in sei gironi da quattro squadre: così come ai mondiali precedenti, si qualificano le prime due di ogni raggruppamento, più le quattro migliori terze per un totale di sedici squadre che danno vita agli ottavi di finale ad eliminazione diretta.L'Italia è iscritta di diritto alla manifestazione in qualità di paese organizzatore e giunge al Mondiale con i favori del pronostico visto che, dopo il fallimento della spedizione di Messico '86, ha saputo rinnovarsi sotto la guida tecnica del romagnolo Azeglio Vicini grazie soprattutto a una generazione di giocatori fortissimi quali Zenga, Franco Baresi, Paolo Maldini, Roberto Donadoni e Gianluca Vialli. A questi vanno ad aggiungersi il talento di un fuoriclasse in erba come Roberto Baggio e il fiuto del gol di Totò Schillaci. Quest'ultimo, fino a un paio di anni prima giocava nel Messina in serie B e alla vigilia della manifestazione non doveva neppure essere titolare. In meno di un mese, il suo fiuto del gol ed i suoi occhi spiritati diventano famosi in tutto il mondo. Quando si dice che anche i sogni più grandi a volte si realizzano...Gli Azzurri vengono inseriti nel girone A e lo vincono a punteggio pieno davanti alla Cecoslovacchia (alla sua ultima partecipazione prima della divisione), a spese di Austria e Stati Uniti. Oltre all'Italia ed ai Cechi, agli ottavi accedono anche Camerun, Romania e Argentina (gruppo B vinto a sorpresa dagli Africani e con gli Argentini qualificati per il rotto della cuffia a spese dei Sovietici); Brasile e Costarica (a spese di Scozia e Svezia nel gruppo C di scena a Torino e Genova); Germania Ovest, Jugoslavia e Colombia (ai danni degli Emirati Arabi nel gruppo D); Spagna, Belgio e Uruguay (gruppo E, fuori la Corea del Sud); Inghilterra, Irlanda ed Olanda (gruppo E con l'Egitto eliminato). Ai quarti giungono quindi il sorprendente Camerun del “vecchio” Roger Milla, la Cecoslovacchia (4 a 1 al Costarica), l'Argentina (1 a 0 al Brasile); la Germania Ovest (2 a 1 all'Olanda campione d'Europa in Carica); l'Irlanda (ai rigori sulla Romania di Hagi e Raducioiu); l'Italia (2 a 0 all'Uruguay con gol del solito Schillaci e di Serena) e l'Inghilterra.A giocarsi le semifinali vanno, come si è visto, Italia, Argentina, Germania Ovest e Inghilterra. Poi, in una delle finali più brutte della storia (insieme a Italia – Brasile dell'edizione successiva), furono i Tedeschi ad esultare e gli Argentini a piangere. Intanto gli Inglesi ridevano soddisfatti per un insperato quarto posto e gli Azzurri rosicavano per un terzo posto che ebbe il sapore di una magra consolazione.
CLASSIFICA FINALE MONDIALI ITALIA '90:
1)GERMANIA OVEST2)ARGENTINA3)ITALIA4)INGHILTERRA
LA FINALE:
Roma, Stadio “Olimpico”
Domenica 8 luglio 1990
Germania Ovest – Argentina 1 – 0 (0 – 0)
Rete: 85' rigore Brehme
GERMANIA OVEST (all. F. Beckenbauer): Illgner, Augenthaler, Berthold (74' Reuter), Kohler, Buchwald, Haessler, Brehme, Littbarski, Matthaeus (cap.), Klinsmann, Voeller.
ARGENTINA (all. C. Bilardo): Goycochea, Simon, Serrizuela, Ruggeri (46' Monzon), Sensini, Burruchaga (53' Calderon), Troglio, Basualdo, Lorenzo, Maradona (cap.), Dezotti.
ARBITRO: Edgardo Codesal Mendez (Messico)
SPETTATORI: 73.603
NOTE: espulsi Monzon al 65' e Dezotti all'87'
LE SEMIFINALI:
Napoli (Stadio “San Paolo”)
Martedì 3 luglio 1990
Italia – Argentina 4 – 5(dopo i rigori, supplementari 1 – 1)
Reti: 17' Schillaci (I), 68' Caniggia (A)
ITALIA (All. A. Vicini): Zenga, Bergomi, Maldini, Baresi, Ferri, De Agostini, Donadoni, De Napoli, Schillaci, Giannini (75' Baggio), Vialli (70' Serena)
ARGENTINA (All. C. Bilardo): Goychochea, Ruggeri, Olarticoechea, Simon, Serrizuela, Basualdo (95' Batista), Burruchaga, Giusti, Caniggia, Maradona (cap.), Calderon (46' Troglio).
ARBITRO: Michel Vautrot (Francia)
SEGUENZA RIGORI: Baresi (realizzato), Serrizuela (realizzato), Baggio (realizzato), Burruchaga (realizzato), De Agostini (realizzato), Olarticoechea (realizzato), Donadoni (parato), Maradona (realizzato), Serena (parato)
SPETTATORI: 59.590
NOTE: Espulso Giusti (Arg) al 109'
Torino (Stadio “Delle Alpi”)
Mercoledì 4 luglio 1990
Germania Ovest – Inghilterra 5 – 4 (1 – 1 dopo i supplementari)
Reti: 60' Brehme (G), 80' Lineker (I)
GERMANIA OVEST (All. F. Beckenbauer): Illgner, Berthold, Brehme, Augenthaler, Buchwald, Kohler, Haessler (67' Reuter), Thon, Matthaeus (cap.), Klinsmann, Voeller (37' Riedle)
INGHILTERRA (all. B. Robson): Shilton, Butcher (cap.) (71' Steven), Wright, Walker, Parker, Pearce, Waddle, Platt, Gascoigne, Lineker, Beardsley.
SEQUENZA DEI RIGORI: Lineker (realizzato), Brehme (realizzato), Beardsley (realizzato), Matthaeus (realizzato), Platt (realizzato), Riedle (realizzato), Pearce (parato), Thon (realizzato), Waddle (fuori).
SPETTATORI: 62.628
LA ROSA DELLA GERMANIA OVEST CAMPIONE DEL MONDO:
Bodo ILLGNER (portiere) 7 presenze, 5 reti subiteRaimond AUMANN (portiere) 0 presenzeAndreas KOPKE (portiere) 0 presenzeKlaus AUGENTHALER (difensore) 7 presenze, 0 retiThomas BERTHOLD (difensore) 7 presenze, 0 retiGuido BUCHWALD (difensore) 7 presenze, 0 retiAndreas BREHME (difensore) 6 presenze, 3 retiStefan REUTER (difensore) 6 presenze, 0 retiJurgen KOHLER (difensore) 4 presenze, 0 retiPaul STEINER (difensore) 0 presenzeLothar MATTHAEUS (centrocampista) 7 presenze, 4 retiPierre LITTBARSKI (centrocampista) 6 presenze, 1 reteThomas HASSLER (centrocampista) 5 presenze, 0 retiAndreas MOELLER (centrocampista) 2 presenze, 0 retiOlaf THON (centrocampista) 2 presenze, 0 retiHans PLUGLER (centrocampista) 1 presenza, 0 retiGunther HERMANN (centrocampista) 0 presenzeJurgen KLINSMANN (attaccante) 7 presenze, 3 retiRudolf (Rudi) VOELLER (attaccante) 6 presenze, 3 retiUwe BEIN (attaccante) 4 presenze, 1 reteKarl Heinz RIEDLE (attaccante) 4 presenze, 0 retiFrank MILL (attaccante) 0 presenze
COMMISSARIO TECNICO : Franz BECKENBAUER
LA ROSA DELL'ARGENTINA FINALISTA:
Sergio GOYCOCHEA (portiere) 6 presenze, 3 reti subiteNery PUMPIDO (portiere) 2 presenze, 1 rete subitaFabian CANCELARICH (portiere) 0 presenzeAngel COMIZZO (portiere) 0 presenzeJuan Ernesto SIMON (difensore) 7 presenze, 0 retiOscar RUGGERI (difensore) 5 presenze, 0 retiJosé SERRIZUELA (difensore) 5 presenze, 0 retiRicardo GIUSTI (difensore) 4 presenze, 0 retiPedro MONZON (difensore) 4 presenze, 1 reteRoberto Nestor SENSINI (difensore) 2 presenze, 0 retiNestor FABBRI (difensore) 1 presenza, 0 retiEdgardo BAUZA (difensore) 0 presenzeJosé BASUALDO (centrocampista) 7 presenze, 0 retiJorge BURRUCHAGA (centrocampista) 7 presenze, 1 retePedro TROGLIO (centrocampista) 6 presenze, 1 reteGabriel CALDERON (centrocampista) 5 presenze, 0 retiJorge OLARTICOECHEA (centrocampista) 5 presenze, 0 retiSergio BATISTA (centrocampista) 4 presenze, 0 retiNestor LORENZO (centrocampista) 3 presenze, 0 retiDiego Armando MARADONA (attaccante) 7 presenze, 0 retiClaudio CANIGGIA (attaccante) 6 presenze, 2 retiGustavo Abel DEZOTTI (attaccante) 3 presenze, 0 retiAbel BALBO (attaccante) 1 presenza, 0 reti
COMMISSARIO TECNICO: Carlos BILARDO
LA ROSA DELL'ITALIA PADRONA DI CASA:
Walter ZENGA (portiere, Inter) 7 presenze, 2 reti subiteGianluca PAGLIUCA (portiere, Sampdoria) 0 presenzeStefano TACCONI (portiere, Juventus) 0 presenzeFranco BARESI II (difensore, Milan) 7 presenze, 0 retiGiuseppe BERGOMI (difensore, Inter) 7 presenze, 0 retiRiccardo FERRI II (difensore, Inter) 7 presenze, 0 retiPaolo MALDINI (difensore, Milan) 7 presenze, 0 retiLuigi DE AGOSTINI (difensore, Juventus) 6 presenze, 0 retiPietro VIERCHOWOD (difensore, Sampdoria) 3 presenze, 0 retiCiro FERRARA (difensore, Napoli) 1 presenza, 0 retiGiuseppe GIANNINI (centrocampista, Roma) 7 presenze, 1 reteFernando DE NAPOLI (centrocampista, Napoli) 6 presenze, 0 retiRoberto DONADONI (centrocampista, Milan) 5 presenze, 0 retiNicola BERTI (centrocampista, Inter) 4 presenze, 0 retiCarlo ANCELOTTI (centrocampista, Milan) 3 presenze, 0 retiGiancarlo MAROCCHI (centrocampista, Juventus) 0 presenzeSalvatore (Totò) SCHILLACI (attaccante, Juventus) 7 presenze, 6 retiRoberto BAGGIO (attaccante, Fiorentina-Juventus) 5 presenze, 2 retiAldo SERENA (attaccante, Inter) 3 presenze, 1 reteGianluca VIALLI (attaccante, Sampdoria) 3 presenze, 0 retiAndrea CARNEVALE (attaccante, Napoli) 2 presenze, 0 retiRoberto MANCINI (attaccante, Sampdoria) 0 presenze
COMMISSARIO TECNICO: Azeglio VICINI
CAPOCANNONIERE: Salvatore SCHILLACI (Italia)
GLI STADI DEL MONDIALE:
Roma, Stadio “Olimpico”. Capienza: 80.258 spettatoriFirenze, Stadio “Comunale”. Capienza: 41.300 spettatoriNapoli, Stadio “San Paolo”. Capienza: 74.090 spettatoriBari, Stadio “San Nicola”. Capienza: 56.875 spettatoriTorino, Stadio “Delle Alpi”. Capienza: 67.411 spettatoriGenova, Stadio “Luigi Ferraris”. Capienza: 35.921 spettatoriMilano, Stadio “Giuseppe Meazza”. Capienza: 76.398 spettatoriBologna, Stadio “Renato Dall'Ara”. Capienza: 37.825 spettatoriVerona, Stadio “Bentegodi”. Capienza: 40.976 spettatoriUdine, Stadio “Friuli”. Capienza: 38.785 spettatoriCagliari, Stadio “Sant'Elia”. Capienza: 40.117 spettatoriPalermo, Stadio “Della Favorita”. Capienza: 36.982 spettatori
Fatti e curiosità del Mondiale di Italia '90.
Il Camerun fu la prima squadra africana a qualificarsi per i quarti di finale della Coppa del Mondo.
L'Irlanda raggiunse i quarti di finale senza vincere alcun match (se non ai calci di rigore) e con solo due gol all'attivo.
L'Argentina fu la prima squadra della storia a non segnare nella finale di un Campionato del Mondo.
Con i gol realizzati nei tempi supplementari con la Colombia, Roger Milla divenne il giocatore più anziano (38 anni e 20 giorni) ad andare a segno in una fase finale del Mondiale. L'attaccante migliorò il suo record quattro anni dopo.
L'arbitro della semifinale Italia – Argentina, il francese Michel Vautrot, concesse otto minuti di recupero al termine del primo tempo supplementare: si era dimenticato di controllare l'orologio.
L'argentino Pedro Monzon fu il primo calciatore ad essere espulso durante una finale dei Mondiali. Soltanto ventuno minuti dopo, anche il suo compagno di squadra Gustavo Dezotti venne a sua volta espulso.
E ora un po' di immagini di calcio:
La finale:
Semifinale Germania - Inghilterra:
Semifinale Italia - Argentina:
Partita inaugurale Argentina - Camerun:
Altri sport:
Ciclismo:
Volley:
Musica:
Pooh:
Toto Cutugno:
Ray Charles:
Minghi/Mietta:
Masini:
Lucio Dalla:
De André:
De André bis:
E infine film:
Balla coi lupi:
Ghost:
Pretty Woman:
E la prossima settimana tutti di nuovo sull'aereo per attraversare l'Atlantico: per la prima volta nella storia dei Mondiali si vola negli Stati Uniti! A presto.
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