Prenderà il via alle 14, davanti al Tribunale Federale Nazionale della FIGC, il processo sportivo al presidente della Juventus, Andrea Agnelli, nell'ambito del famigerato caso-biglietti che coinvolge il club bianconero. Il numero uno di corso Galileo Ferraris è stato deferito lo scorso marzo insieme al capo della biglietteria Stefano Merulla, al security manager Alessandro D’Angelo e all'ex responsabile del marketing Francesco Calvo, oggi al Barcellona.
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Juventus e caso biglietti: oggi il processo sportivo ad Andrea Agnelli
Il processo sportivo, scaturito dall'inchiesta penale "Alto Piemonte" della Procura di Torino relativa all'insediamento e alle attività della 'ndrangheta in Piemonte, si occupa della cessione di un consistente numero di biglietti da parte della Juventus a un gruppo di ultras, ben oltre il limite dei quattro a testa, sapendo che erano destinati per attività di bagarinaggio, i cui proventi sarebbero finiti nelle casse delle cosche mafiose calabresi.
Nel processo penale, già terminato in primo grado con pesanti condanne per alcuni imputati, la Juventus non è mai stata coinvolta, ma dal punto di vista sportivo il procuratore FIGC Pecoraro contesta la presunta violazione degli articoli 1 bis (lealtà sportiva) e 12 (rapporti con i tifosi) del Codice di Giustizia Sportiva FIGC. In particolare, l'art. 12 al primo comma enuncia che "Alle società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente".
Cosa rischia, in concreto, Andrea Agnelli? Secondo la Gazzetta dello Sport, il dott. Pecoraro chiederà un anno e mezzo di inibizione, mentre la Juventus conta di cavarsela con una semplice multa. Se inibito, il numero uno bianconero non potrebbe esercitare la carica in quel periodo di tempo. Se al termine del procedimento Agnelli venisse inibito per più di anno, non potrebbe tornare a ricoprire le cariche federali per i prossimi dieci. A meno di non chiedere e ottenere la riabilitazione alla FIGC. Non può invece decadere da presidente della Juventus, nemmeno in caso di condanna in terzo grado a più di un anno di squalifica.
Il presidente bianconero, appena eletto presidente dell'ECA (L'associazione che rappresenta le società di calcio a livello europeo), non rischia nulla per quanto riguarda questa carica, nè (al momento) per il suo posto all'interno dell'Esecutivo UEFA. Questo verrà intaccato solo dopo il terzo grado di giudizio e nel caso in cui la FIGC decidesse di trasmettere l'eventuale condanna definitiva in Europa.
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