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La buona strada

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di Marco Peroni
Redazione Toro News

Approfitto della pausa del campionato per raccontarvi una storia, intanto che i nostri ragazzi cercano di mettere a posto muscoli e idee in vista del Cagliari. E' una cosa piccola, ma in cui si vedono anche un bel pò di cose grandi che in questi giorni fanno discutere (economie globali, banche, fusioni, cartelli, multinazionali, soldi che ci sono anzi no, finanza di sopra e economia reale di sotto, casse degli stati che adesso vanno improvvisamente di moda). Nel 2004 avevo messo fuori una collana che si chiamava 'Le voci del tempo' (edizione Ricordi, cioè BMG, cioè – allora – Bartelsmann e oggi, mi sa, Sony). Scusate i dubbi ho perso il conto dei passaggi di proprietà ogni volume fatto da un libro più un cd, dedicato a un cantautore come testimone di un'epoca. Dopo due anni di lavoro, quattro titoli sui dieci in programma e decine di migliaia di copie vendute (solo negli ipermercati, senza distribuzione in libreria!), al telefono mi dicono che non si può andare avanti perché la BMG Records non dà più i diritti alla BMG Publications per il cd: in pratica, dal piano di sopra arriva l’ordine al piano di sotto di smetterla di vendere così tanto, che non va bene (cosa che sembrerà un paradosso soltanto a chi non conosca da vicino certi meccanismi aziendali). Poi si parla di ripartire, ma intanto la proprietà è cambiata e amen. Un’opera che rimane monca, una storia non finita di raccontare, un lavoro pazzesco e inutile di almeno quattro autori e pure – se vogliamo metterla giù dura – un bel business lasciato a meno di metà. E’ l’ultima conseguenza di una serie di movimenti finanziari, passaggi di proprietà anche senza troppa strategia industriale, fa niente, targhette su cui si alternano nomi, teste che saltano, progetti che cambiano in corsa (solitamente la tua, la nostra): un progetto che funziona nella cosiddetta economia reale si deve lo stesso fermare.A quel punto ho rischiato di retrocedere – che un guaio tira l’altro – ma mi sono messo a lottare per la salvezza: ho preso quelle parole assieme a Mario Congiu e Mao me ne sono andato in giro per i locali a limitare il danno (non nel senso che spacciamo metadone, ma che teniamo tutta quella ricerca in vita mettendola in forma di spettacolo). Forse la cosa era nata anche un po’ per gioco, per esperimento, fatto sta che adesso siamo dentro fino al collo e siamo su un treno un giorno si e due no.Ci chiamiamo, appunto, Le voci del tempo: due con voce e chitarra , uno (io) con un copione in mano e un po’ di rosso in corpo per prendere confidenza in fretta con le prime file. Andiamo in giro a raccontare alcuni aspetti della storia italiana e utilizziamo come grimaldello le canzoni dei grandi cantautori. Lo facciamo proprio di lavoro, assieme a un’altra miriade di progetti, attività, serate, collaborazioni, pubblicazioni, tutto realizzato dormendo poco e dividendosi tra immobilità e sorpassi, pc e autostrada, pigiama e stivali.La cosa bella è che misuri con mano sera dopo sera il tuo lavoro, se si accende sulle le facce delle persone. Certo, sono montagne d’ore in cambio di quel momento, ma ci siamo abituati. La cosa brutta è che la fine del mese a volte sparisce dall’orizzonte così, puff.

A volte mi chiedo che fine faremo, noi tre. Di sicuro ci stiamo divertendo molto. Ve ne parlo perchè mi pare che la piccola vicenda sia assai indicativa di come funzionino le cose in generale, purtroppo, e poi vi ho abituato a dischi, libri e svolazzi...no? Infine, ho il piacere di porgervi un invito. Stasera la macchina atterra a Colleretto Giacosam, al Circolo degli Amici. Parleremo di Fabizio De Andrè, uno che i telegiornali di oggi li aveva previsti già anni fa. Chi lo sa, magari vi interessa e ci incotriamo di persona.