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Questa rubrica intende essere una finestra sul panorama calcistico mondiale. Partendo non necessariamente dalla cronaca, mira a offrire spunti di riflessione rispettosi delle diverse identità di questo sport nei tanti luoghi ove è praticato, con un occhio parimenti attento alle realtà di cui meno si parla.
I sorteggi del terzo turno di Coppa d’Inghilterra hanno regalato al solito confronti affascinanti e sportivamente drammatici.
Con la crudeltà che contraddistingue ogni competizione che non preveda teste di serie, aggravata dalla formula che vuole che si giochi sul campo della squadra sorteggiata senza prova d’appello per chi perdesse, il secondo fine settimana di gennaio come da tradizione scenderanno in campo anche le squadre di Premier League. E già per questo turno, corrispondente ai trentaduesimi di finale, si ritroveranno di fronte Manchester City e United.
Partenza col botto, quindi, come più non potrebbe soprattutto quest’anno. A confronto, la semifinale della scorsa stagione non è nulla. Conta molto di più questa volta perché l’exploit dei Citizens dello scorso maggio avrebbe potuto rimanere estemporaneo, mentre invece non solo hanno poi vinto la Coppa ma ora guidano la classifica di campionato. Nel frattempo, oltretutto, gli annali registrano un altro precedente a loro favore: niente meno che il 6-1 in trasferta nell’ultimo derby. Con tutta l’attenzione mediatica di cui godono le due squadre, però, ogni commento in vista di questo confronto rischierebbe di risultare superfluo. Forse allora basta dire che da una parte non ci sarà più Tevez - ex United - che da capitano aveva alzato per primo la Coppa 2010 e dall’altra probabilmente giocherà qualche altra stella del calcio europeo. Così, almeno, si intuisce dalle ultime manovre di mercato. Ma la FA Cup va da sempre ben oltre le sfide di cartello. Anzi, di nuove rivalità ne crea. E ne riporta sotto i riflettori di antiche, magari passate nel dimenticatoio degli osservatori extrabritannici per via dei nuovi equilibri economici che hanno ridisegnato la mappa del calcio.
E’ il caso di una classicissima del centro Inghilterra, Nottingham Forest-Leicester City. Sono queste due delle tre squadre (l’altra è il Derby Conty) che danno vita agli accesi derby delle East Midlands. Non fosse per l’unico campionato maggiore mai vinto dal Forest nel 1977-78 e le due Coppe dei Campioni che seguirono in un triennio da favola, la storia dei due club non sarebbe così diversa. Fondato il primo nel 1865 e il secondo nel 1884, entrambi hanno dovuto attendere gli ultimi decenni per affermarsi: dopo quella vinta nell’ormai lontanissimo 1898, il Forest è tornato ad alzare la FA Cup soltanto nel 1959 e si sarebbe poi aggiudicato la Coppa di Lega nel 1978, ’79, ’89 e ’90. Il Leicester, da parte sua, la Coppa d’Inghilterra non l’ha mai vinta ma detiene il record di 4 partecipazioni fallimentari alla finale, mentre quella di Lega l’ha messa in bacheca tre volte, nel 1967 e poi 1997 e 2000. A questo si aggiunge il campionato di terza divisione, datato 2009, che fa delle Foxes una squadra più vincente dei rivali negli ultimi anni: il Forest, infatti, non vince più niente dal ’98, quando arrivò primo in terza divisione. Tradizione a parte, che non si discute, ricordando che i fasti del Forest hanno riguardato solo la fine degli anni Settanta e l’inizio di quelli Ottanta e considerando che questi due club sono accomunati dall’aver vinto insieme 11 campionati di serie inferiori, si capisce come la rivalità territoriale sia ancora molto sentita - probabilmente ancora nel ricordo di quel 12-0 che dal 1909, ovvero la bellezza di 102 anni fa, resta il miglior risultato in campionato di sempre per i ‘rossi’ e il peggiore in assoluto per i ‘blu’. Di grande impatto anche Arsenal-Leeds United, che si torna a giocare esattamente un anno dopo l’ultima volta: lo scorso anno e sempre al terzo turno il club dello Yorkshire, nobile decaduta ma con reali prospettive di reinserimento a breve nel calcio che conta, aveva forzato i Gunners al replay in virtù del 2-2 dell’Emirates. Quando si pensa a questa sfida non si può però prescindere innanzitutto dalla finale del ’72, che il Leeds si aggiudicò col minimo scarto: fu l’unica mai vinta dal club in tutta la sua storia, seguì l’affermazione dell’anno precedente dell’Arsenal e precedette la finale persa la stagione successiva: fra il ’70 e il ’73 i Whites arrivarono a Wembley ben 3 volte vincendo e perdendo una e pareggiando un’altra (nel ’70 quando la ripetizione, persa, fu giocata all’Old Trafford). Andando oltre questa particolare sfida, però, è incredibile come il Leeds a gennaio abbia pescato per il terzo anno di fila una grande. In apertura di 2010, infatti, aveva preso anche il Manchester United, fra l’altro battuto e quindi eliminato in trasferta, e poi subito il Tottenham, costretto alla ripetizione dopo un gagliardo pareggio a Londra esattamente come avrebbe poi fatto con l’Arsenal. Nel 2008-09, in compenso, era andato fuori prima ancora del terzo turno per mano dei dilettanti dell’Histon… niente di più tipico per la più antica e ancora affascinante competizione calcistica al mondo.
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