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La Rivoluzione arriva dalla Lega Pro
di Edoardo Blandino
Cesena e Novara sono due realtà che fino a pochi anni fa non erano minimamente sfiorate dal Grande Calcio. Vivevano le loro stagioni con alterne fortune in bilico tra Serie B e Lega Pro. Nessuno guardava a loro come il futuro del pallone italiano, né ci si poteva immaginare che qualche stagione dopo sarebbero entrambe approdate in Serie A. Eppure, queste due cittadine, hanno compiuto il miracolo sportivo del doppio salto dalla Prima Divisione alla Serie A.
Ma come ci sono riuscite? È questa la domanda che si pongono in molti. Sicuramente l'ambiente senza eccessive pressioni ha dato un grande aiuto, tuttavia non si può ricondurre a questo gran parte del merito. Un altro fattore riguarda la partenza in sordina, non tanto dal punto di vista dei risultati, quanto dall'essere considerata una neopromossa. Partendo nell'ombra c'è stata la possibilità di giocare senza essere presi di mira come lo spauracchio da battere.
C'è poi un altro elemento che probabilmente è il più importante tra tutti: l'organico. L'ambiente ed i media possono essere di incentivo o meno al successo, ma senza una rosa adeguata non si può andare lontano. Ecco, Cesena e Novara sono riusciti a costruire un gruppo adeguato alla Serie A. Come hanno fatto? Le due società sono state lungimiranti ed hanno lavorato su un progetto che coinvolgeva principalmente giocatori “da Serie C”. Si tratta dunque di uomini tecnicamente e fisicamente meno validi dei colleghi tesserati per società di B o di A? Nient'affatto. Queste due società hanno dimostrato che di calciatori validi e pronti per il grande salto ce ne sono parecchi in Lega Pro. Come l'anno scorso Petrachi aveva attinto dalle categorie minori, pescando ragazzi interessanti, Cesena e Novara hanno fondato un progetto serio su questi uomini.
La realtà è che il calcio è cambiato. Forse in Serie C non si troveranno i fenomeni come Messi, Rooney e C. Ronaldo, ma certamente si possono pescare calciatori discretamente dotati, in grado di ben figurare anche in A. Tra Prima e Seconda Divisione i tesserati sono migliaia. Bisogna saper cercare.
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