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La voce della strada

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di Valter Panero
Redazione Toro News

Alpe di Pampeago. Ma che ci vai a fare sulla strada? Adesso che puoi accedere alla sala stampa, poi, lì puoi startene al riparo e vederti la corsa in televisione, perché tutti sanno che in televisione una corsa ciclistica si vede infinitamente meglio che sulla strada”Vero. Però la strada è la strada. La strada è la poesia del ciclismo, perché è lì che il ciclismo ha un senso. E tu puoi vedere tutte le corse che vuoi seduto comodamente davanti alla televisione, e magari pensi anche di capire il ciclismo perché conosci questo o quel corridore, questa o quella corsa, questa o quella strategia di corsa. Ma non potrai mai capire il ciclismo veramente, se non vai sulla strada.La strada è crogiuolo di voci, di bandiere, di persone dalle età più disparate. Sulla strada incontri bambini di pochi mesi che non sanno niente e vecchi di novant’anni che hanno visto correre Coppi e Bartali. Sulla strada assorbi le emozioni della gente: quella che mastica il ciclismo da decenni e quella che è lì solo perché la corsa le entra in casa. Sulla strada respiri il sudore di chi corre e di chi applaude.Sì, sarà bello seguire la corsa stando con i giornalisti ed avendo la possibilità di avvicinare questo o quel corridore. Ma stare sulla strada ha tutto un altro sapore. E oggi, per Dio, sono tornato finalmente sulla strada ad applaudire i corridori da mezzo metro, a respirarne la fatica, e, diciamola tutta, anche a sventolare la mia bandiera del Toro davanti a tutta Italia, perché sì, perché era giusto così!Ma che fai? Devi raccontarci la tappa di oggi e ci parli d’altro? Tranquilli.Ora ci arrivo. Anche se non è semplice raccontare una corsa se sei stato in strada, visto che tutto sommato hanno molta ragione coloro che sostengono che dalla strada della corsa finisci per capire ben poco.Accade però che sulla strada, a volte, ci sia qualcuno che fa bella mostra di un televisore. Alcuni lo tengono nascosto come una roba preziosa da non condividere con nessuno. Altri, invece, hanno il buon cuore di mettere a disposizione di tutti la ricchezza del televisore. Ma secondo voi se, durante una tappa di montagna del Giro o del Tour, qualcuno mettesse lungo la strada da una parte un televisore e dall’altra una montagna di soldi, dove si dirigerebbe la maggior parte delle persone? Io non ho dubbi: verso il televisore! Perché quella è la vera ricchezza in quel momento!| A dimostrazione del fatto che il concetto di ricchezza è assolutamente relativo: dipende dal momento, dal contesto e dal luogo.E nel contesto in cui ero oggi, la ricchezza più ricchezza di tutte era appunto un televisore, magari anche mezzo scassato che a casa lo butteresti persino via. Ma tant’è.Quando sulla strada vedi un capannello di persone, stai pur certo che nei pressi c’è un televisore. Ed è in uno di questi capannelli sulla salita che ha portato i corridori sull’arrivo in quota dell’Alpe di Pampeago che stavo io con la mia bandiera del Toro mezza ripiegata.E’ lì che ho potuto assistere ad una corsa con due vincitori. Uno, il Ceco Roman Kreuziger, ha saputo cogliere il successo di giornata involandosi con una fuga da lontano che gli ha permesso di rimediare, almeno in parte, alla terribile crisi di mercoledì nella tappa di Cortina dove aveva perduto oltre undici minuti ed era uscito di classifica.Ma il vero, grande vincitore della tappa di oggi è uno spilungone canadese (1 metro e 88 per 72 chili le sue “dimensioni”) di trentuno anni. Alla vigilia di questo Giro avresti faticato a trovare qualcuno che fosse disposto a puntare mezzo dollaro canadese su di lui, e invece eccolo lì, ad un passo dalla maglia rosa e dalla vittoria finale. Oggi avrebbe potuto essere la giornata degli attacchi risolutivi di Basso e di Scarponi, che avrebbero dovuto far saltare il banco di questo Giro. Avrebbe dovuto essere la giornata magari di un Pozzovivo pronto a rinnovare le glorie che lo avevano portato a trionfare proprio da queste parti nel recente Giro del Trentino. Avrebbe dovuto, al limite, essere la giornata in cui Joaquim Rodriguez portava l’attacco finale per distanziare una volta per tutte il semi-sconosciuto Canadese, però settimo al Tour di un paio d’anni fa (mica male!).E invece niente di tutto questo. Basso, come sempre, ha tirato il collo alla propria squadra (eroico Agnoli!) ma è mancato staccandosi dai migliori sul più bello. Pozzovivo ha lottato come un leoncino di montagna, ma si è dimostrato troppo leggero per tenere il passo dei migliori. L’unico a provarci una, due, tre volte è stato Scarponi. Quando, a circa tre chilometri dal traguardo, il Michele Marchigiano si è alzato sui pedali ed è scattato, dalla folla assiepata davanti alla TV si è alzato un boato paragonabile a quello che senti in uno stadio quando segna la squadra di casa.“Chi è scattato? Basso?” ha chiesto qualcuno dalla strada.“No….”“Allora Scarponi…..si sono staccati gli altri?”“Rodriguez sì….anche Basso non ce la fa….ma quel Canadese….come diavolo si chiama?...”Signori, sarà meglio che lo impariamo presto il nome di quel Canadese. Si chiama Ryder Hesjedal ed oggi ha dimostrato di essere il più forte di tutti. Eh sì, perché non solo ha resistito ai reiterati attacchi di Scarponi con una facilità disarmante, ma ad un certo punto si è alzato sui pedali mulinando le sue lunghe leve ed ha detto “ciao ciao” a tutti. Uno scatto impressionante, non sufficiente per riprendere il battistrada Kreuziger che ha vinto meritatamente la tappa. Ma buono per distanziare Joaquim Rodriguez, nel finale rinvenuto su uno Scarponi che evidentemente aveva pagato lo sforzo, di tredici secondi e per avvicinarlo ulteriormente in classifica generale nella quale ora il Canadese è ormai a diciassette secondi dal Catalano, con Scarponi (terzo) a 1’39” e Basso a 1’45”.E quindi? Perché insisti a lodare ‘sto Hesjedal se non ha nemmeno preso la maglia rosa? Semplice! E’ provato che il Canadese è nettamente il migliore a cronometro tra gli uomini di classifica. E, guarda caso, domenica il Giro si concluderà a Milano proprio con una prova contro il tempo.Traduzione: se domani, nell’ultimo tappone che, dopo aver affrontato il Tonale, il Passo Aprica, il mitico e terribile Mortirolo, si concluderà ai 2.757 metri del Passo dello Stelvio, nessuno farà qualcosa per staccare Hesjedal, domenica potremo trovarci con il primo canadese in grado di iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della Corsa Rosa.Dovranno provarci Basso e Scarponi, ammesso che ne abbiano le forze. Dovrà provarci lo stesso Rodriguez, se vorrà evitare di presentarsi a Milano con una maglia rosa alquanto sbiadita.Quello che è sicuro è che, tra domani e domenica, ne vedremo ancora delle belle.Tutto questo mi ha detto la televisione. E tutto questo dovevo raccontare.Punto.E la strada? Che cosa mi ha detto ancora la strada? Beh. Per esempio è successo che qualcuno sventolasse la bandiera del Toro sotto il naso di un corridore e gli urlasse “forza Toro!” E che quel corridore gli sorridesse e gli facesse la V di Vittoria con le dita (il famoso gesto di Churchill, per intenderci).Il pazzo con la bandiera del Toro è naturalmente chi scrive.Il ciclista-fratello si chiama Paolo Longo-Borghini, ha trentun’anni, è nato ad Asiago e vive ad Ornavasso in Val d’Ossola.Anche queste sono storie di ciclismo.Anche queste sono storie di strada. Mi piacerebbe narrarne altre.Ma ora è tardi, sono stanco, e domani devo fare tanti chilometri per andare sullo Stelvio.E’ meglio che me ne vada a dormire.Buona notte a tutti e sogni T’oro!ORDINE D'ARRIVO DELLA DICIANNOVESIMA TAPPA DEL GIRO D'ITALIA DA TREVISO ALL'ALPE DI PAMPEAGO:1.    Roman KREUZIGER (Repubblica Ceca) in 6h18'03”2.    Ryder HESJEDAL (Canada) a 19”3.    Joaquim RODRIGUEZ OLIVER (Spagna) a 32”4.    Michele SCARPONI (Italia) a 35”5.    Domenico POZZOVIVO (Italia) a 43”6.    Ivan BASSO (Italia) a 55”7.    Rigoberto URAN URAN (Colombia) a 57”8.    Mikel NIEVE ITURALDE (Spagna) a 1'18”9.    Stefano PIRAZZI (Italia) a 1'22”10.    John GADRET (Francia) a 1'22”CLASSIFICA GENERALE DEL GIRO D'ITALIA DOPO LA DICIANNOVESIVA TAPPA:1.    Joaquim RODRIGUEZ OLIVER (Spagna) in 84h06'13”2.    Ryder HESJEDAL (Canada) a 17”3.    Michele SCARPONI (Italia) a 1'39”4.    Ivan BASSO (Italia) a 1'45”5.    Rigoberto URAN URAN (Colombia) a 3'21”6.    Domenico POZZOVIVO (Italia) a 3'30”7.    John GADRET (Francia) a 5'36”8.    Thomas DE GENDT (Belgio) a 5'40”9.    Sergio Luis HENAO MONTOYA (Colombia) a 5'47”

10.    Damiano CUNEGO (Italia) a 6'09”