altre news

Le quattro giornate a Chivu: la dignità non cancella le colpe

Le quattro giornate a Chivu: la dignità non cancella le colpe - immagine 1
di Andrea Ferrini Com’era prevedibile e auspicabile non è stata leggera la pena inflitta a Christian Chivu dal Giudice Sportivo che impedirà al difensore nerazzurro di scendere in campo per quattro giornate. Il giocatore...
Redazione Toro News

di Andrea Ferrini

 

Com’era prevedibile e auspicabile non è stata leggera la pena inflitta a Christian Chivu dal Giudice Sportivo che impedirà al difensore nerazzurro di scendere in campo per quattro giornate. Il giocatore tornerà a disposizione di Leonardo contro la Sampdoria saltando così - oltre alla roboante vittoria contro la Roma - anche le gare con Juventus, Fiorentina e Cagliari.

La prova televisiva mostra come 'il gesto del calciatore interista, del tutto avulso dall'azione di giuoco, sia palesemente intenzionale e potenzialmente lesivo per l'energia impressa e la delicata zona del corpo colpita'.

Le lacrime post-partita in diretta tv e le scuse rivolte alla due figlie, sebbene alcuni maligni possano interpretarle come un tentativo di addolcire l’opinione pubblica, restituiscono in parte la dignità a un ragazzo autore di un gesto folle ma non per questo così raro nei campi di calcio (basti pensare alle scorrettezze di Kozak sui difensori del Milan di pochi giorni prima).

Meno frequenti, paradossalmente, sono proprio le scuse del “pugile” interista e la decisione della società di Moratti di non presentare ricorso contro la sanzione. Un comunicato sul sito dell’Inter dichiara infatti che “La società ha apprezzato la sincerità con la quale Cristian Chivu ha chiesto scusa a tutti dopo l'episodio del secondo tempo di Bari-Inter. Nonostante la gravità della sanzione inflitta, F.C. Internazionale non proporrà ricorso, così accettando le decisioni del Giudice Sportivo”.

Dignità dovuta ma non scontata nel mondo del pallone che, proprio durante questa stagione, ci ha anche regalato ricorsi contro squalifiche per palesi simulazioni spergiurando la buona fede di un giocatore che alla prima occasione successiva c'è subito ricascato.

Al Bari e a Marco Rossi resta il rammarico di non aver visto sanzionato il fallo a partita in corso, episodio che avrebbe potuto incidere pesantemente sull’andamento del secondo tempo del match. Se a pochi minuti dall’inizio della ripresa sullo 0 a 0, la squadra pugliese avesse potuto sfruttare la superiorità numerica probabilmente avremmo assistito a un finale diverso.

Le lacrime e la sacrosanta squalifica rimangono una magra consolazione per la squadra ultima in classifica.