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Le ripicche di Mou in conferenza stampa

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All’indomani del secco 3-0 che di fatto qualifica il Real Madrid alla semifinale di Champions League - con buona pace del tecnico ospite Terim che prima della gara ammetteva: “Fossi una delle altre sette squadre anch’io avrei voluto...
Stefano Rosso

All’indomani del secco 3-0 che di fatto qualifica il Real Madrid alla semifinale di Champions League - con buona pace del tecnico ospite Terim che prima della gara ammetteva: “Fossi una delle altre sette squadre anch’io avrei voluto affrontare il Galatasaray” - i giornali spagnoli continuano a rimarcare le gesta di Mourinho nella conferenza stampa di presentazione dell’incontro quando, ad una domanda posta da un giornalista, gli aveva risposto tirando fuori alcuni articoli scritti dallo stesso qualche anno prima.

La stampa di tutto il mondo, nel nome di uno dei più grandi luoghi comuni del giornalismo sportivo contemporaneo - ovvero che la presenza dello Special One su panchine del proprio campionato immediatamente regali notizie facili - ha subito ripreso la vicenda ed ha esaltato il tecnico portoghese per la sua prontezza di spirito, ignorandone completamente i retroscena.

Tralasciando il fatto che José Mourinho, a mio parere molto più di quanto non accadde in Italia, è riuscito ad inimicarsi quasi interamente la stampa spagnola a suon di allenamenti a porte chiuse, conferenze stampa annullate e gogne pubbliche per fughe di notizie dallo spogliatoio (come se fosse un segreto di stato il numero di giocatori della cantera, ovvero delle giovanili madridiste, convocati per disputare un’amichevole con la prima squadra) con l’episodio di ieri ha un po’ esagerato nel prendersi gioco della categoria.Il giornalista in questione è Fernando Burgos dell'emittente radiofonica Onda Cero e noto amico di Iker Casillas. Normalmente, durante le conferenze stampa del Real Madrid, su precisa indicazione del Mou non gli viene mai concessa la possibilità di porre domande ma questa volta, col caso dell’esclusione del portiere dall’undici titolare su tutti i giornali da una settimana, gli hanno passato il microfono.

Se da un lato è stato certamente encomiabile il lavoro fatto dall’ufficio stampa del Real Madrid, procurando al tecnico portoghese gli articoli esatti scritti dallo stesso qualche anno prima, altrettanto non si può dire - contrariamente all’eco mondiale della vicenda - per l’operato di Mourinho, : il giornalista molto astutamente (“Da quando sei a Madrid mai era capitato che la squadra subisse sempre gol in 7 partite ufficiali consecutive”) senza pronunciare né il nome di Diego Lopez né quello di Casillas, ma l’allenatore ha risposto spostando interamente la discussione sui singoli giocatori e citando l’articolo in cui si rifiutavano titolari per partito preso tra i Blancos, per poi concludere accusandolo di non essere imparziale.

Senza conoscere ciò che accade dietro le quinte è molto facile trarre conclusioni affrettate, ma in questa situazione considerando la polemica del portiere in corso, la straordinaria disponibilità mourinhana ad ascoltare la domanda di Burgos e soprattutto la ‘mancata’ risposta del tecnico - che evidentemente si aspettava l’uscita di almeno un nome - fanno pensare ad una scenetta accuratamente architettata per mettere in ridicolo il lavoro di un professionista della categoria.

 

Stefano Rosso (Twitter: @ste_ro_)