Una coscia del cane seduto che ho sempre visto dietro la forma dell’isola di Gran Bretagna, la cui coda è la Cornovaglia, la zampa posteriore sinistra il Kent, il corpo le Midlands e la testa la Scozia con le orecchie nelle Highlands e Aberdeen sul muso, corrisponde all’East Anglia e si divide a sua volta in Norfolk con capoluogo Norwich e Suffolk il cui centro più importante è invece Ipswich.
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Le zampe e le ali
Le squadre che rappresentano queste due città portano il loro stesso nome e sono al contempo unite e divise da un’accesa rivalità che sul campo si traduce nell’East Anglian Derby o, come si dice con ironia, nell’Old Farm Derby con chiaro riferimento da un lato alla stracittadina di Glasgow (l’Old Firm) e dall’altro al carattere agricolo della regione. Non bastasse, i giocatori dell’Ipswich sono addiritttura soprannominati Tractor Boys.
Il primo di questi Club a essere stato fondato è proprio l’Ipswich Town, che nacque nel 1878. Rispetto ai rivali ha anche il primato di aver vinto un alloro internazionale, vale a dire la Coppa UEFA del 1981 allorché battè in finale gli olandesi dell’AZ ‘67. A differenza dei cugini, poi, ha vinto pure un campionato (1962) e una Coppa d’Inghilterra nel 1978, anno del centenario: non avrebbe potuto certamente esserci premio migliore dato che questa competizione rimane la più ambita dai tifosi inglesi di qualsiasi squadra nonostante i proprietari e di conseguenza i dirigenti se non altro delle Società più ricche da un paio di decenni in qua prediligano il campionato e, in sua assenza, il semplice piazzamento per l’Europa (sob).
Il Norwich City, da parte sua, ha sempre avuto una dimensione minore rispetto ai Blues. I cosiddetti Canaries ossia Canarini, col conseguente colore giallo delle loro maglie, hanno messo in bacheca solo due Coppe di Lega, ma dopo quella del 1962 hanno trionfato nell’edizione 1984-85 togliendosi la grande soddisfazione di eliminare in semifinale proprio l’Ipswich. In ragione della menzionata dimensione inferiore rispetto ai rivali, è però giusto sottolineare come abbiano vinto anche tre titoli di Seconda Divisione e due di Terza, l’ultimo dei quali l’anno scorso. Pur non avendo mai ottenuto successi internazionali, il Norwich stupì il mondo quando nel 1993-94, unica stagione in cui si sia mai qualificato per l’Europa, arrivò fino al terzo turno per essere eliminato dall’Inter con due gol di Bergkamp ma dopo aver fatto fuori niente meno che il Bayern, battuto in trasferta come a nessuna inglese era mai riuscito. Eroi di quell’impresa furono due gallesi, Goss e Bowen, ed è curioso come altri due britannici non inglesi fossero stati i protagonisti del trionfo europeo dell’Ipswich una ventina d’anni prima. Sotto la guida di Bobby Robson, ai nazionali inglesi Mariner, Butcher e soprattutto Mills, il capitano, si affiancarono infatti gli scozzesi Alan Brazil e John Wark. Da notare che gli unici stranieri erano proprio due olandesi, Thijssen e Mühren, connazionali dei rivali nella doppia e decisiva sfida fra le cui fila militava Johnny Metgod, che in seguito avrebbe giocato in Inghilterra con le maglie di Nottingham Forest e Tottenham.
Il Norwich venne fondato soltanto nel 1902 ma a esso è riconducibile il più vecchio coro calcistico al mondo tutt’ora in uso. Si tratta di ‘On the ball, City’ che venne mutuato da quello dei tifosi del Norwich Teachers of Caley's F.C. risalente agli anni Ottanta del XIX secolo. Quando però il Norwich batte l’Ipswich nell’East Anglian Derby i suoi sostenitori intonano di norma il ‘Pride of Anglia’ e c’è da dire che di orgoglio da quelle parti fanno bene a provarne, indipendentemente dai colori; è anche per questo che se a prevalere invece è l’Ipswich sono i tifosi di quest’ultimo a cantare il ‘Pride’. Il loro confronto, infatti, è considerato il secondo più sentito di tutto il Paese dopo il derby della Black County fra West Bromwich Albion e Wolverhampton. Questo tanto per chiarire che il calcio inglese non vive solo di Manchester United-Liverpool e Tottenham-Arsenal… Oltretutto ben due futuri c.t. dell’Inghilterra vi hanno preso parte nelle vesti di manager: Sir Bobby Robson, di cui si è detto, e Sir Alf Ramsey, che sempre l’Ipswich allenò prima di vincere i Mondiali del 1966. E’ a questi trascorsi e legami, a queste origini insomma che si dovrebbe pensare ogni volta che i riflettori vengono puntati sulle squadre più forti o famose, perché il calcio come ogni sport è un tutt’uno dalle basi ai più alti vertici, simbolicamente piantato per terra come le zampe del Suffolk Punch, il cavallo da tiro che campeggia nel logo dell’Ipswich, ma capace di volare alto come l’aggraziato canarino che simboleggia il Norwich.
Amici lettori, settimana prossima ‘Un mondo di calcio’ si prende una pausa in occasione del Natale. Vi do appuntamento per il primo martedì del nuovo anno. Buone feste a tutti.
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