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Ad un mese dalla conclusione dell'avventura mondiale dell'Italrugby in Nuova Zelanda, culminata con la sconfitta decisiva degli Azzurri contro l'Irlanda nonostante il XV di Mallett avesse ben figurato nelle apparizioni precedenti contro Australia, Russia e Stati Uniti, viene fuori una notizia curiosa quanto ben rappresentativa del carattere e della grinta messa in campo dai giocatori italiani.
Il pilone sinistro Andrea Lo Cicero, storica colonna del movimento ovale nostrano, si è accorto soltanto dopo un'ecografia dovuta ad un fastidioso mal di schiena che gli impediva di rendere al meglio indossando la casacca del suo club, il Racing Paris, di essersi fratturato ben sei costole durante uno degli impegni della rassegna internazionale giocata nell'altro emisfero.
Lo Cicero non è nuovo a questo tipo di "performance". Nel corso della sua carriera il pilone ha collezionato "cinquantacinque punti in testa, di cui ventuno solo a un orecchio. Sei dita rotte. Quattro costole. Un gomito. Spalle lussate a volontà e una clavicola fratturata. Distorsioni varie alle gambe. Un collaterale rotto e una sublussazione del ginocchio. Uscite dal campo per infortunio: nessuna." (dall'autobiografia "Il barone")
Una resistenza al dolore, ma soprattutto un attaccamento ai colori azzurri che permisero al giocatore di rimanere comunque in campo nel tentativo di raggiungere lo storico accesso ai quarti di finale di Coppa del Mondo.
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