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Luca Marelli è un ex arbitro di Serie A e Serie B, che ha “appeso il fischietto al chiodo” nel 2009, chiudendo la sua carriera da direttore di gara con 15 gare arbitrate nella massima serie e 58 in quella cadetta. Dopo un periodo da designatore per il Comitato Regionale lombardo, nel 2011 si è dimesso dall’AIA. Ora, oltre a intervenire come opinionista in varie trasmissioni tv e radio, cura un blog in cui analizza le partite del weekend dal punto di vista arbitrale.
Buongiorno signor Marelli, Torino-Cagliari ha suscitato parecchie polemiche. Partiamo dai commenti di Cairo, cosa ne pensa?
Mi ha lasciato sorpreso, sinceramente. Quando incontrai Cairo le prime volte avevo avuto un’ottima impressione di lui, io quest’anno non lo capisco. Quando l’ho visto a Tiki Taka ho rivisto il Cairo che mi ricordavo e questo mi fa molto piacere. Quest’anno il Torino è stato danneggiato, probabilmente più di altre squadre, ma non per questo si possono giustificare determinati atteggiamenti. Non esiste alcuna ‘congiura di palazzo’, purtroppo è il caso.
La reazione di Mazzarri, invece, come può essere vista da un arbitro?
L’espulsione è automatica, ma è solamente allontanamento. Bisogna capire che gli arbitri sono esseri umani, il suo atteggiamento rovina il match e il rapporto con i direttori di gara. L’arbitro non viene mai influenzato a prescindere dagli atteggiamenti, ma i suoi atteggiamenti rovinano i rapporti. Un esempio in positivo è D’Aversa che non è mai stato allontanato, perché ha capito che le proteste non servono a nulla.
Reazioni figlie di una stagione, però, in cui il Torino ha subito parecchi torti.
Sì, è vero, però mi ripeto, i direttori di gara non arbitrano per mandare squadre in Europa piuttosto che altre. Ci sono stati errori eclatanti, come quello di Berenguer a Udine. Lì, per esempio, l’arbitro è stato fregato dalla traiettoria strana del tiro di testa dell’esterno spagnolo. L’arbitro non si aspettava il gol e ha fischiato in anticipo. Quella è una situazione talmente tanto particolare, che è finita con un errore di superficialità dell’arbitro.
Tornando a domenica. L’episodio di Izzo, però, sembra un errore…
Sì, è stato un errore. Però, non per dare scusanti a Irrati, pochissimo hanno visto il vero motivo del fallo. La spinta che subisce non è sanzionabile, è rigore perché viene sgambettato. Io, per esempio, non l’ho notato subito, ma solo dopo essermi chiesto perché Izzo dovesse accentuare una caduta a peso morto su un altro avversario, quindi con il rischio di farsi male.
Perché non ricorrere all’On Field review?
Perché l’On Field review viene richiamato dal Var, non è il direttore di gara a decidere quando andare. Il protocollo non prevede di utilizzarlo per ogni spinta. Rimane comunque un errore di valutazione l’episodio.
Un altro momento chiave sono le proteste di Barella.
Questo è un episodio molto interessante. Simili all’espulsione di Zaza, perché entrambi sono esasperati, però Irrati non ha potuto vedere cosa dicesse Barella. Inoltre non si dà il rosso a un giocatore a pochi secondi dall’inizio per aver allontanato la palla.
Altro episodio discusso è la mancata ammonizione a Pisacane al 42’, giusta la decisione di Irrati?
Pisacane secondo Irrati non ha fatto ostruzione. Detto ciò, vedendo la partita in diretta, mi sembrava giallo. Però sono interpretazioni personali in questo caso. Io lo avrei ammonito comunque.
Passando all’espulsione di Zaza, con tutti gli episodi che ci sono, è corretto punirne solo uno?
Non è solo uno. Contro il Toro in passato sono stati espulsi per proteste Krunic (Torino-Empoli 26 dicembre), Parolo (Lazio-Torino 29 dicembre in cui arbitrava proprio Irrati) e Politano (Torino-Inter 27 gennaio 2019). C’è troppa tolleranza nei confronti delle proteste, ma non è per questo che poi non va redarguito nessuno. Anzi, sinceramente penso che Zaza vada colpevolizzato, perché, per una protesta, ha lasciato in 10 i suoi compagni.
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