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Milan-Inter: derby a suon di ‘sfottò’

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di Stefano Rosso Il 'derby della Madonnina' è sicuramente diventato quello più importante d'Italia. Da un lato gli interessi in ballo - lotta Scudetto/Champions League - dall'altro i giocatori in campo - Eto'o, Pato, Robinho e...
Stefano Rosso

di Stefano Rosso

 

Il 'derby della Madonnina' è sicuramente diventato quello più importante d'Italia. Da un lato gli interessi in ballo - lotta Scudetto/Champions League - dall'altro i giocatori in campo - Eto'o, Pato, Robinho e tanti, tantissimi altri - dall'altro ancora l'interesse di tutti gli appassionati di calcio del Vecchio Stivale per la partita più attesa dell'anno in serie A indipendentemente dalla propria fede calcistica.

Quest'anno il derby di Milano ha brillato anche per la rivalità tra le due tifoserie, tirata al massimo con slogan, cori e striscioni, ma sfociata - nonostante il secco 3-0 per la formazione di Allegri - soltanto in risate e sfottò a fine partita, come è giusto che sia per una partita di calcio.

Ad aprire la serata e a scaldare animi e stupore/ammirazione dei tifosi di tutt'Italia è stata senz'altro la coreografia milanista: all'ingresso in campo delle squadre la curva sud si presentava a giocatori e telecamere coperta da un grandissimo lenzuolo raffigurante l'Ultima Cena di Leonardo Da Vinci - in versione modernizzata, coi discepoli di Gesù allegri di fronte a boccali traboccanti di birra - e la scritta, inequivocabile, "Giuda Interista" a caratteri cubitali. A rincarare la dose, poi, sulla stessa falsariga culturale del parallelismo tra il pittore toscano e l'allenatore brasiliano sono apparsi altri striscioni, meno imponenti ma egualmente cinici, come "Per 30 denari ti sei venduto" e "Leonardo Da Vinci, Leonardo da Perde" col disegno dell'uomo vitruviano con maglietta nerazzurra e volto dell'ex Leo.

Verso la metà del primo tempo, invece, è arrivata - nonostante il punteggio - la prima replica interista: per un attimo tutto lo stadio è sembrare recitare all'unisono un solo coro inneggiante all'attaccante Samuel Eto'o. In realtà sugli spalti se ne cantavano due varianti differenti, l'una nerazzurra l'altra rossonera, ma dal terreno di gioco verosimilmente dev'essere stato difficile distinguere notare le dissomiglianze tra ciò che ottantamila persone potessero dire nello stesso momento: così se da una parte - al confine tra simpatia ed esagerazione - si cantava "Eto'o, Eto'oEto'o Eto'o l'hanno visto vender rose, vender rose sul metrò", dalla curva sud ci si scagliava contro il grande ex (l'assente della giornata) per difendere il proprio idolo "Eto'o, Eto'oEto'o Eto'o l'hanno visto con la Champions, mentre Ibra ancora no".

Probabilmente, a giudicare dall'errore clamoroso dell'attaccante camerunense sul finire del primo tempo - piattone di controbalzo su spizzata di Cambiasso incredibilmente fuori da due passi a porta praticamente libera - alle orecchie dei giocatori interisti dev'essere arrivata principalmente la versione milanista del coro.